Quasi mai mi è capitato di avere il contatto telefonico diretto dell’artista per un’intervista, in questo caso faccio il numero e mi riaponde lei, con la sua voce squillante “Eccoti, ti stavo aspettando”. L’energia che sprigiona è tanta e le propongo di darci del tu, che, tanto siamo delle ragazzine. Ride, curiosa e ben disposta alle mie domande.
Anna Mazzamauro, la tua primaproprio in Liguria, terra di Paolo Villaggio, che omaggi con questo spettacolo scritto, diretto ed interpretato da te.
Esattamente, mi piace fare le cose da sola, ho trovato rifugio nello stare da sola per sentire la responsabilità totale sul palco.
La Signorina Silvani ti accompagna da una vita, è più un regalo o una condanna?
Sicuramente mi ha caratterizzata tanto, io ho fatto un percorso, da attrice classica sono passata al Cabaret che mi ha insegnato tanto, avrei potuto essere una caratterista se la Silvani non mi avesse permesso di essere anche prima donna.
Ti hanno mai giudicata eccessiva?
No, devo dire di no. Benché a me piaccia stare sopra le righe. Da quando ero bambina sognavo di fare autografi, essere riconosciuta e poi comunque ho interpretato anche altri ruoli tra cui, uno che amo particolarmente, è Cyrano, personaggio splendido che scelsi di interpretare proprio in abiti maschili e ho sentito quel personaggio fortemente mio.
Parlando, come se fossimo amiche di vecchia data, mentre elogia i paricolari del teatro, rispetto alla tv mi lascio scappare che sono attrice anche io ma amatoriale… Mi blocca
Non sopporto il significato che viene atrribuito a questa parola. Amatoriale ha nella sua radice la parola amore, chi fa teatro è perché lo ama, è un termine che andrebbe contratto. L’attore è attore sempre, si dà al pubblico, regala, ama.
Com’è il tuo rapporto con il pubblico?
Io mi scrivo i testi perché grossomodo so percepire quale emozione posso provocare al pubblico, per amore, dedizione, rispetto. Non a caso lo spettacolo inizia con un grande omaggio al pubblico, ha bisogno di sentire che l’attore si siede di fianco, che l’attore sbaglia, che l’attore è umano.
Quale è il vantaggio di essere “la signorina Silvani”?
Nello spettacolo è che mi posso permettere di essere stronza così come a volte anche nella vita, come era lei. Poi a me piace essere prima donna, che non intendo attribuire solo a un palco. Puoi essere prima donna in quanto madre. Essere prima donna è una conquista ed io voglio esortare le donne ad esserlo, qualunque sia il loro campo. Io avrei potuto essere una solo “di lato” ma grazie a questo ruolo ho primeggiato e invito le donne a farlo, da protagoniste della loro vita, qualunque essa sia.
Senti Anna qual è la domanda che non ti hanno mai fatto e che vorresti ti facessero?
Aaah sì sì te la dico. Perché non hai fatto Medea?
Quindi?
Io ambivo a grandi cose ma questo personaggio mi ha impedito di fare Medea, però se a volte mi sono rattristata, alla fin fine ho poi pensato a quante colleghe avrebbero voluto avere la mia possibilità, il mio ruolo. E sai una cosa? In tutti i miei spettacoli offro non soltanto la parte divertente ma quando è necessario so far piangere e me li scrivo da sola anche per raccontare “la mia parte di Medea”.
Chi è stato, chi era Fantozzi?
Io devo tanto a Fantozzi come il suo personaggio, in fondo è complementare al mio, Fantozzi è l’emblema di quello che vorremmo non succedesse a ciascuno di noi.
La signorina Silvani avrebbe avuto un nome, lo hai mai immaginato?
Ne ho immaginati tanti in realtà, anche buffi, particolari ma lei era semplicemente la Silvani.
La saluto facendole l’ augurio solito tra noi teatranti, con le tre parole che non si possono scrivere, e le dico “dai vatti a incurvare le ciglia e incipriarti tutta” che vengo a vederti sta sera
Certo, vado a farmi il labbruzzo (lo chiama proprio così) tipico della Silvani. Sono molto felice di essere qui, in Liguria, terra di Paolo, debuttare su questo palco e sentire lo scricchiolio delle assi di legno che sempre mi emozionano. E poi mi strappa una promessa, a proposito dello spettacolo, al di là dell’intervista: “prima di scrivere sullo spettacolo guardalo e fatti trasportare anche dalle emozioni per il tuo pezzo”.
Lo farò. Promesso