Nata nel 1943, la professoressa di filosofia all’ Università della California è celebre per aver fornito un approfondimento al concetto di neuroscienze, creando la cosiddetta neurofilosofia, ovvero l’analisi di temi aventi per oggetto questioni dell’ambito genetico, interpretate con il pensiero dei filosofi classici. Il suo lavoro editoriale più conosciuto è Neurobiologia della morale. Esso dimostra quanto l’essere umano rispecchia l’educazione e i valori che gli sono stati impartiti e possiede uno schema comportamentale, secondo il quale il suo Io è plasmato: quando si nasce, l’anima è neutra. Il carattere può variare, ma, a far la differenza, è come la società plasma l’individuo, sin dai primi mesi di nascita. L’ essere umano, di suo è egoista: questo lato non ha un’accezione offensiva, poiché è naturale che egli non agisce solo a fini personali, essendo all’interno di un sistema, chiamato, come accennato prima, società. Se il singolo non rispetta in parte le idee della massa, viene escluso. Al tempo stesso, alcuni uomini, una volta arrivati all’età pensionistica, han voluto ritirarsi in isolamento, nei posti più incontaminati e meno popolati, ma il risultato è stato un veloce ritorno alle origini, poiché un cambiamento radicale non è quasi mai un’ottima scelta.
La neurofilosofia, ormai, abbraccia sempre di più le scienze naturali, avvicinandole al concetto di morale, il cui significato si discute da secoli, tra gli studiosi delle scienze sociali.