L’8 aprile del 1972 debuttava in Tv il Pinocchio di Luigi Comencini, “Le avventure di Pinocchio“. Tra gli interpreti figurano grandi nomi del cinema come Nino Manfredi, nei panni di Geppetto, Gina Lollobrigida, in quelli della Fata Turchina, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia in quelli del gatto e la volpe. Memorabile la prova dell’esordiente Andrea Balestri, nel ruolo di Pinocchio, che fu scelto tra 3000 bambini in tutta la Toscana attraverso un casting fotografico. Poi tra questi il maestro ne scelse sette per la selezione finale: tre pisani, 2 livornesi e 2 fiorentini.
Andrea Balestri che oggi ha 58 anni ,vive a Cascina in provincia di Pisa. Dopo lo sceneggiato, ha continuato la carriera nel mondo del cinema girando altri film come Torino nera di Carlo Lizzani, con Bud Spencer e Domenico Santoro; la commedia per ragazzi Kid il monello del West, premiato nel 1976 al Giffoni Film Festival per la migliore sceneggiatura; Furia nera, per la regia di Demofilo Fidani.
Ad oggi Balestri si occupa anche di teatro con la messa in scena di commedie nei teatri della Toscana. Suo lo spettacolo “Pinocchio racconta Pinocchio” in cui l’attore racconta – con proiezioni di filmati inediti e di foto dal suo archivio personale – la sua avventura, le curiosità, gli aneddoti sugli attori, le location, la post-produzione dello sceneggiato RAI di Luigi Comencini, definendo lo stesso spettacolo “un omaggio al regista e agli attori” che parteciparono al film. Lui stesso in diverse interviste è solto raccontare come arrivò a essere scelto per interpretare il ruolo di Pinocchio.
“I sette bambini, fra cui io, furono convocati a Roma per il provino. Allora, ti racconto la storia del provino. Entrai in una stanza buia con una scrivania. Sulla scrivania c’erano una lampada da tavolo e un martello. Alle pareti, vuote, era appeso solo un quadro con il vetro. Comencini, seduto alla scrivania, mi chiese qualcosa di me e fin qui tutto tranquillo. A un certo punto mi provocò dicendomi che non avrei avuto il coraggio di rompere il quadro con il martello. Presi il martello, lo lanciai e centrai il quadro in pieno! Lui si arrabbiò tantissimo e mi disse: “Ora me lo ripaghi”. E io risposi duro, in toscano: “Me l’hai detto te di romperlo! Io non te lo ripago di certo!”. Lui mi buttò fuori. Mio padre, che mi accompagnava e mi aspettava fuori dalla stanza, si arrabbiò moltissimo e mi portò via. Più avanti seppi che Comencini rimase molto colpito dalla mia spontaneità, proprio quello che cercava per il suo Pinocchio…”