Ogni realtà della nostra esistenza non ha potuto esimersi dal rispetto delle nuove norme vigenti da marzo 2020, così anche le funzioni, le cerimonie e gli incontri religiosi, come la catechesi di bambini e adulti, hanno sospeso. Attività già poco valorizzate e che, solo con il sostegno di educatori e famiglie, è possibile avviare i più giovani nel cammino di Fede.
La domanda che credo, oggi, si pone il popolo cristiano è come siamo preparati ad affrontare una nuova routine, che però auspichiamo breve, poiché non esiste contatto migliore che quello visivo, in presenza.
Quattro sono gli ordini che il “buon cristiano” deve rispettare per un suo beneficio e per quello della società:
ascoltare il prossimo, mettendo a disposizione quella dose anche minima di empatia che gli consente di entrare nell’ anima nel nostro interlocutore, fornendogli un aiuto, non spontaneo, ma meditato, proprio perché egli “sente il problema come suo”;
narrarsi, quindi esprimere le proprie sensazioni e idee, poiché ci si sente compresi di fronte a coloro che, come Fratelli di Gesù Cristo, si occupano del nostro stato d’animo;
unirsi Comunità, quindi al Prossimo: sembra un controsenso in una cornice nella quale dobbiamo stare lontani, ma non a parole. Comunicare e intrecciare relazioni, anche con sguardi, è uno dei fattori di crescita, illustrati sin dai primi anni di catechismo;
infine, ma non meno rilevante, l’aspetto della creatività: l’uomo è invitato a utilizzare tutti i canali a disposizione per non perdere o indebolire il contatto con la comunità religiosa. Chiunque, soprattutto i giovani familiari o volontari del paese, può offrire un aiuto a quelle persone che sono meno esperte nell’ambito tecnologico, affinché possano partecipare anche in streaming e ascoltare la Parola del proprio Parroco del e del Vescovo, attraverso le loro registrazioni in filmati, pubblicate sulla piattaforma Youtube. Una volta entrati in confidenza con il nuovo approccio catechistico, tornando all’ambito fanciullesco, i bambini seguiranno le maestre come se fossero ore di scuola, poiché non è mai sufficiente ribadirlo: le ore, anzi l’ora alla settimana, di catechismo non è meno rilevante, nella vita di un cristiano, delle materie imparate nella mattinata.
Il Papa invita a non sprecare questo danno già enorme, su più livelli, che ha causato il virus e le sue varianti, ma di utilizzarlo come una pausa forzata, che ha permesso di ritrovare noi stessi, bersagli di quotidianità sempre più frenetiche.
Da circa un mese, molte parrocchie, delle Diocesi di Pavia e Tortona, hanno ripreso, quindi, questa attività. È stato complicato fingere che nulla sia accaduto: i bambini, compresi quelli più piccoli, che hanno, come minimo sette anni, comprendono che il problema è su scala mondiale e ha colpito anche loro, meno soggetti al contagio, ma non immuni. Il compito principale degli educatori, prima di iniziare o riprendere il cammino della catechesi, è quello di delineare la situazione attuale, ovviamente da un punto di vista religioso, e far comprendere ai bambini che questo non è un castigo, come si sarebbe pensato in altre epoche, ma una situazione imprevista, certamente non banale, tuttavia che ci può insegnare molto, anche perché i loro coetanei, oltre un secolo fa, hanno dovuto affrontare prove non di certo di minore importanza anche Gesù Cristo ha sofferto molto e ingiustamente: nel suo caso, conosceva il colpevole, noi sappiamo solo che si tratta di una creazione naturale tanto piccola quanto catastrofica. Se proprio dobbiamo trovare un lato positivo, abbiamo l’occasione di rivalutare la qualità della nostra esistenza e abbiamo mostra la nostalgia della Verità.
I bimbi, con l’ausilio di slide video e il loro libro già in possesso, non devano privarli di un aspetto che, come altri, può essere gestito con una soluzione alternativa, ma non per questo meno efficace.