LA RIVOLTA DELLA NATURA
La terra si spezza, stanca del peso,
di mani che scavano senza più cura,
dove un tempo il verde regnava sovrano,
ora si alza soltanto polvere amara.
I fiumi si fermano, stremati e vuoti,
come vene prosciugate, senza battito,
mentre il mare si alza, ribelle e furente,
con l’ultimo grido di chi non si arrende.
Gli alberi cadono, uno dopo l’altro,
come soldati in una guerra già persa,
e l’aria, ferita, trattiene il respiro,
soffocando sotto il fumo dei nostri sogni.
Ma a volte si alza, furiosa, la terra,
con l’ultima forza che ancora le resta,
e ci scuote, ci grida, ci fa sentire
che nulla rimane di ciò che era vivo.
E noi, ciechi e sordi, passiamo oltre,
ignorando le lacrime di un mondo in agonia,
mentre il destino si chiude su noi,
in un silenzio che parla di fine
BIOGRAFIA DELL’ AUTRICE
Mi chiamo Stefania Patti e il mio pseudonimo è SteP, sono nata e cresciuta a Pavia. A 24 anni mi sono trasferita a Roma e oggi sono 10 anni invece che vivo ad Anzio.
Scrivo da parecchio ma ho sempre tenuto tutto nel cassetto, non so forse perchè sono un’eterna insicura, in questi mesi mi sono riproposta di tirare fuori tutto, forse sarà l’età che ho che mi ha fatto pensare MA SI! Se i miei scritti piacciono bene se no la gente comunque se li è letti lo stesso! non mi interessa più il giudizio della gente. Nella mia vita ho fatto tante cose, tra campagne elettorali e responsabile della comunicazione per dei partiti. Mi occupo di sponsorizzare locali e lavoro come assistente ai malati di Alzheimer.
INTERVISTA ALL’ AUTRICE
Quando hai iniziato a scrivere e perché?
Ho iniziato a scrivere durante la mia gravidanza. Ho avuto molti problemi di salute e quindi mi sono trovata a casa con molto tempo a disposizione. Non c’era ancora internet illimitato, ma avevo un computer e allora mi rifugiai dentro la scrittura.
Non sapevo da dove partire ma iniziai a inventarmi una storia per farla diventare un giorno un romanzo.
Quali sono gli argomenti che ti piace trattare nei tuoi libri?
Beh gli argomenti che preferisco sono quelli attuali, in particolare la violenza di genere e i problemi psicologici. Vorrei che la gente leggendomi venisse a conoscenza di certe realtà nascoste, e magari capisse che non c’è niente da dover prendere sottogamba, soprattutto in questo periodo dove ogni giorno se ne sente una.
Oggi con i media e i social veniamo a conoscenza di tutto o quasi, ma negli anni 80/90 certe cose erano nascoste, al massimo ti confidavi con l’amica del cuore o con un diario. Però oggi mi chiedo perché si rimane indifferenti verso certe
situazioni, forse siamo troppo presi dalla TV e viviamo le cose come se fossero tutti dei film. Diamo anche la colpa al malessere generale, siamo rimasti tutti da soli, nascosti dietro lo schermo di un telefono. Io vorrei cercare di far rinascere quell’ empatia che sta venendo sempre meno.
Perché la poesia come primo libro, come forma di espressione.?
La poesia come primo libro perché ne avevo alcune messe da parte, e ho considerato di farne un libro. Per far in modo che la gente cominci a conoscermi e a connettersi con le
mie emozioni più profonde.
Poi chi leggerà il mio libro capirà anche che ho toccato vari argomenti che mi stanno a cuore. E anche lì sono alla ricerca di suscitare empatia con me, con il genere umano e con i problemi che abbiamo davanti agli occhi ma ai quali non diamo tutta questa grande importanza. “È successo a un altro”, “non mi tocca”, “non conosco nessuno con questo problema” e così si passa oltre. Stiamo coltivando la cultura dell’odio e del menefreghismo.
Cos’è per te la poesia?
Per me la poesia è come un quadro.
Le parole scelte con cura, dipingono immagini nella mente del lettore, evocando sensazioni e stati d’animo. Ogni verso è come una pennellata che contribuisce a creare un quadro emotivo.
E vedi la bellezza di ciò che esprime.
Io cerco sempre di immaginare mentre leggo una poesia, cosa che a scuola non facevo. Mi sono resa conto col passare degli anni che a scuola ti spiegano e insegnano certe cose, ma i ragazzi prendono tutto come un obbligo e non si riescono a immergere nella poesia come dovuto. Ci saranno anche le eccezioni, ma sono ben poche in
confronto agli altri. Io ad esempio la poesia alle medie non la sopportavo proprio, l’ho riscoperta da sola, più avanti, leggendo per i fatti miei. E lì ho capito che sono tutte delle opere d’arte.
Perché la poesia viene considerata di ” nicchia”?
Non so se è vero che sia di nicchia, penso più che altro che non tutti riescono a comprenderla fino in fondo.
Appunto come i quadri di arte moderna, chi vede una cosa, chi ne vede un’altra, chi ha paura a sforzarsi per non farsi travolgere
dalle emozioni. Ma non puoi dire che non sia un capolavoro!
Alla fine col passare del tempo la poesia si è anche evoluta in tutto e per tutto. Siamo passati dall’Illiade alla lirica, da Dante a Leopardi, da una forma cantata a una forma scritta.
Quindi non credo proprio che sia di nicchia.
Quali sono i tuoi poeti preferiti e perché?
Adoro Khalil Gibran e Paolo Neruda perché le loro opere toccano entrambe temi universali quali l’amore, la vita e l’umanità con una
bellezza e una sensibilità uniche
e usano metafore molto potenti per esprimersi. Entrambi hanno lottato contro le ingiustizie e l’oppressione.
I loro libri che mi hanno conquistata sono di Gibran “Il Profeta” e di Neruda “Venti poesie d’amore e una canzone disperata”.
Dove possiamo trovare il libro?
Il mio libro “Graffi di Poesia” si può trovare su Amazon. L’ho messo solo lì, non ho nemmeno pensato di farlo pubblicare da una casa editrice. Non lo so perché. Non lo so davvero.
Progetti futuri
Ho ripreso in mano il romanzo che ho scritto 24 anni fa, diciamo che è il continuo di quello che ho appena sfornato. Strano vero? Spero di riuscire nell’intento appunto di sensibilizzare la gente verso alcune realtà di cui narro.
Poi ho già in mente un’altra storia. Sono piena di fantasie in questo periodo, vediamo quanto dureranno e a cose mi porteranno. Non amo fare progetti a lungo termine, perché non sono mai stata così tanto fortunata, ho sempre avuto qualcosa che spezzasse i miei
progetti in modo inaspettato. Quindi che dire? Finché posso vado avanti.
GUERRA
Su strade di fuoco cammina il domani,
un’ombra sottile tra polvere e ferro,
mentre il vento sussurra nomi spezzati
che un tempo erano sogni, ora fumo nell’aria.
Il cielo si veste di nuvole scure,
un grido di terre che bruciano, sole,
mentre cuori sconfitti guardano avanti
con occhi svuotati di speranza e luce.
Il destino, quel filo fragile e teso,
ci tiene sospesi tra ieri e il mai,
tra ciò che poteva essere e ciò che resta,
un mondo che muore, pezzo dopo pezzo.
E noi, piccole stelle in una notte senza fine,
cerchiamo risposte tra le macerie,
ma il futuro si perde nel rumore di armi,
e ogni passo è più incerto, più vuoto, più vano.
Di Manuela Montemezzani