Due Chiacchiere con l' Arte

Letizia Meuti , SCRITTRICE

 

 

 

INTERVISTA ALL’ AUTRICE

 

 Una storia molto attuale e allo stesso tempo esilarante. Ci parli del libro.

Nel libro racconto in chiave un po’ ironica, usata volutamente per rendere il tutto molto più leggero e anche più fruibile alla lettura in modo da poter essere facilmente leggibile a tutti, il lungo viaggio di una famiglia cinese che per cause di forza maggiore (cit. sinossi) decide di cambiare vita, usanze e costumi per poi trovarsi a fare i conti con un mondo completamente differente da quello che si sono lasciati alle spalle quindi, all’ inizio ci saranno alcune complicazioni, che alla fine poi, verranno superate grazie anche alla meravigliosa accoglienza della città in cui si svolge il racconto e ad alcuni personaggi fondamentali per la riuscita del romanzo.

Perché ha scritto questo libro?

Perché, per raccontare questa storia ho cercato degli elementi riconducibili al nostro vivere comune, per renderla il più attuale possibile. Le comunità straniere nel nostro paese sono molte e sotto gli occhi di tutti, chi ne fa parte studia e lavora. Dopo la pandemia covid ci siamo ritrovati ad avere anche un po’ paura dell’ altro, a non riconoscerlo più come nostro simile, perciò con questo libro sono volutamente andata a ritirare fuori delle tematiche importanti come l’ integrazione e la solidarietà proprio per fare capire che nonostante il male, parlare ancora di bene si può e secondo me si deve anche. Ci dovrebbe essere, un obbligo quasi morale per chi fa questo mestiere di fare passare e dare la priorità a sentimenti positivi invece che negativi.

 Da dove nascono i personaggi?

I personaggi della storia in realtà non sono tutti riconducibili a persone realmente esistenti incontrati nella mia vita quotidiana. Sicuramente il professor Andrea Costanzo, ad esempio, è stato da me ripreso volutamente, dal professor Bellavista di Luciano De Crescenzo, un mio omaggio a un grandissimo uomo. Per il resto sono tutti risultati di vari modi di dire e fare ripresi da più persone che hanno dato anche maggior personalità ai vari caratteri di ognuno arricchendoli e facendoli diventare più veri e più umani.

Un’Italia conservatrice, che negli ultimi anni ha aperto le porte a diverse etnie. Secondo lei siamo pronti socialmente e culturalmente?

Sicuramente c’è da lavorare, ma non solo in questo settore. Attualmente, credo, per l’ andamento generale del nostro paese, si dovrebbe metter mano su tanti fronti. Sicuramente siamo riusciti a fare qualche passo avanti con il passare degli anni sul discorso dell’ immigrazione. Oggi la situazione è meno chiusa rispetto al passato, c è più probabilità di integrazione in vari modi degli stranieri, come dicevo anche prima.

Secondo lei le scuole sono preparate per accogliere ragazzi stranieri nelle nostre scuole?

Anche qui, sicuramente siamo più avanti rispetto anche a vent’ anni fa ma ancora non siamo allo stesso livello delle scuole degli altri paesi rispetto a questo argomento. La problematica principale oltre alla vera integrazione è la lingua. Ancora oggi da noi, i studenti stranieri non sono preparati bene sul fronte della lingua, ci sono grandi difficoltà esistenti che andrebbero sicuramente risolte se vogliamo evolvere un po’ tutti sotto questo fronte. L’ integrazione inizia anche da questo.

 Progetti per il futuro?

Attualmente sto finendo una raccolta di poesie, quindi ho lasciato un po’ il discorso della narrativa, ma per pubblicarla vorrei aspettare tempi migliori, la vorrei far maturare questa scelta di affrontare un altro genere letterario. Nel prossimo anno però, se le condizioni saranno propense, ci saranno altre due sorprese in arrivo per quanto riguarda i romanzi sempre di narrativa, uno in cui non affronto più il discorso legato alla famiglia ma mi sono spostata volutamente sul singolo soggetto che in questo caso saranno i ragazzi, i figli, nel secondo invece torno nuovamente a parlare di famiglia ma con un tono piu serio, drammatico soprattutto per il particolare periodo storico in cui si svolgerà il racconto.

 Un libro che ha letto che avrebbe voluto scrivere?

Sicuramente da buon Cancro, il libro che ho letto e che avrei voluto scrivere è: Cime Tempestose ( Wuthering Heights) di
Emily Brontë. Un romanzo bellissimo in cui tratta un tema cardine, principio e mutamento, motore e fuoco portante dell’ essere umano ossia l’ amore, in questo caso vissuto con passione e dolore perché purtroppo molte volte l’ amore è un vero e proprio dolore. Estasi e tormento.

 Dove troviamo il libro

Il libro Un Cinese Napoletano è disponibile su Amazon. Per gli amici di Roma e dintorni lo potete tranquillamente anche trovare in alcune librerie della capitale. Tutti gli indirizzi sono sul mio sito internet che è: www.letiziameuti.it

 

 

Di Manuela Montemezzani

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