Cultura e Musica

“Storie di Vino”: quarta edizione dell’Oltrepò Pavese ospitato a Pavia

Pavia, 19 ottobre

Nando Camerlengo e la sua “Ma Be Do” han accolto numerosi turisti, nonostante una pioggia che infastidisce da giorni, con le aziende che hanno invitato l’umido freddo pavese lo si poteva sopportare!

Il salotto di questo evento è stato il Ponte Coperto, con molti turisti, ne abbiamo conosciuti alcuni di Rimini, che, dopo averlo conosciuto “in televisione”, quando il Ticino minaccia la piena, ne hanno apprezzato la sontuosità e ne hanno anche approfittato, per conoscere le griffe pavesi, tra il centro e Strada Nuova. Anche noi “pavesi”, doc e provincia, abbiamo scrutato quel fiume che tanto amiamo, tanto ci fa preoccupare. Il calore che, invece, invitava a degustare vini dell’Oltrepò Pavese, tra cui alcuni nuovi come “standisti”: “Sartieri 1931”, tra i primi imprenditori locali che, lo scorso anno, a Casteggio han conosciuto e invitato il nostro quotidiano nella loro elegante area convegni e cerimonie!

Circa trenta espositori, tra vini, cibo e un risotto dell’azienda agricola “Campina”, che, col suo profumo, ha avvicinato l’intero pubblico, alle 19:00, andado a ruba!

Camerlengo, con lo staff con cui ha potuto organizzare l’iniziativa, il gruppo assicurativo “Winterass” ha ribadito quanto le conseguenze del Covid19, abbiano rivoluzionato un numero elevato di quei progetti che potevano evolvere e non hanno avuto l’esito atteso o si sono adeguati alle nuove offerte e strumenti, che, prima di questa catastrofe, non se ne conosceva l’esistenza  e, alcuni, non esistevano!

Degustando, ascoltando e offrendo anche le disponibilità che i locali, nostri follower, offrono, volendo ampliare il menù dei vini, altri la scelta dei dolci, anch’essa abbinabile al vino e una nuova app, “Landing Oltrepò Pavese”, attiva da un mese, in cui, come accennato nell’intervista, con cui ho conosciuto l’inventore, Enrico, che offre le cosiddette “esperienze”, da quelle enogastronomiche, culturali e, per gli allenati, anche su due ruote! Con il fratello, Giulio, uniti da una passione che si tramanda dal nonno paterno, Alfredo, han conseguito studi commerciali e comunicativi, perché un buon vino è anche un bel vino, che rapisce i cinque sensi e l’etichetta di “Casa Favot”, chiede un suo outfit! 

Un’altra azienda, avviata cinque anni fa, con il socio, Roberto Lozza, è “La Casaia”, con sede nella frazione Castello di Santa Giuletta. Cos’è una Casaia? E’ sinonimo di “Casolare”, in muratura che, più usati nei secoli scorsi, era un “rifugio” degli attrezzi e per godere di una pausa alla fatica di una giornata di lavoro in vigna.

Un’altra intervista, sotto le luci del Ponte, che han offerto una nuova visuale, con un pubblico, molto interessato e coinvolto, complice l’ora dell’aperitivo, ha avuo come soggetto l’azienda “Massimo Piovani”, dal nome del titolare, già esistente dal 2008, come vigneti, e festeggia i dieci anni come vendita e distribuzione, anche all’estero.

In questi giorni, narriamo sia queste sia quelle che possiamo contattare e conoscere in sede, osservando, quando il sole non si nasconde, anche il manto, dipinto da colori autunnali, che riveste le colline dell’Oltrepò Pavese.

Ma Be Do ci invita a serate conoscitive, il 30 ottobre, in sede, sia dell’azienda sia della consulenza finanziare di Winterass, tra un sorso di vino, un assaggio della cucina locale e informazioni che possono farci riflettere  ampliare le nostre conoscenze, che, per quanto siamo caparbi, sono in un’evoluzione impercepibile, però che merita e noi abbiamo un compito, nobile: “Essere i primi ambasciatori del nostro patrimonio enogastronomico, quanto folkloristico, poiché l’unione”, come è stato pronunciato ieri, “fa la forza”!

 

 

 

 

 

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