Una chiacchierata fra Millenial, nella campagna del Basso Oltrepò Pavese, gustando un rigenerante gelato artigianale, in un mood anni Ottanta. Incontro Michele, uno dei componenti della band “Rocklepsia”. Bassista per passione e, di professione, informatico.
Il basso, suo primo amore, strumento imparato da autodidatta, ora, lo strimpella con dimestichezza. Il suono e l’indole nel suonarlo, come più piaceva a lui, gli ricorda quando e quante audiocassette ascoltava con i suoi genitori, in particolare i vinili di uno dei più indimenticabili cantautori della musica italiana, Lucio Battisti.
Dalle esibizioni in privato, con parenti e amici, Michele ora sta suonando con una propria band, fondata non molto tempo fa, nella primavera 2023.
Perché la scelta del nome “Rocklepsia”?
Un gioco di vocaboli: la sala prove in cui proviamo, ha sede Melegnano e si chiama “Musicolepsia”.
Quanti sono i componenti della band?
L’obiettivo che ho cercato di raggiungere per molto tempo, collezionando numerose esperienze, è sempre stato quello di far parte di un gruppo, che fosse in sintonia, sia come carattere, sia come progetti, tra cui il repertorio “da portare sul palco”.
I componenti di Rocklepsia sono cinque:
- cantante: Francesco Misitano
- bassista: Michele Canevari
- batterista: Lele Cristiani
- chitarrista Daniele Maggi
- chitarrista Simone Cacace
Il rock, spesso, è stato un genere criticato, in particolare quello inglese e americano, come se inculcasse ideali non etici e religione. Forse, l’uso e l’abuso di sostanze per sentirsi “carichi” ha sviluppato generazioni di ragazzi “esaltati”, offrendo una nuova e, in parte, distorta immagine del rocker. Quale è il vostro auspicio?
Conosco l’opinione pubblica in merito e il nostro auspicio è quello di ampliare sempre più il nostro pubblico, trasmettendo, anche indirettamente, ai giovani cosa sia la vera musica: passione, amicizia e creatività. Il nostro obiettivo è offrire una metaforica escursione della storia italiana del rock, dagli anni Sessanta ai giorni nostri, con brani celebri, rivisitati, dai Camaleonti, alla PFM, ai Negramaro.
Quando e in locale è stato il vostro “esordio”?
Ad aprile 2023, al C.I.Q., a Milano, un esordio indimenticabile, data che consideriamo la “partenza” ufficiale come band.
Vi esibite in Lombardia o siete disposti anche a spostarvi, come le band rock, le cui esistenze erano a bordo di pullman, non proprio “turistici”?
Le nostre professioni ufficiali sono altre, quindi non possiamo offrire più giorni consecutivi alle esibizioni. Beh, sarebbe un sogno, al momento, stiamo ricevendo interesse e nuove serate in provincia di Pavia, a Milano, Alessandria e anche in Svizzera, il prossimo ottobre!
Siamo “gasati”? Un po’ sì, con anche l’umiltà che ci rappresenta, sennò se fossimo indifferenti, non diremmo che questo è un sogno, con un miscuglio di note e passione!
Come accennavi, avete un nesso che unisce il gruppo, in un gergo manageriale, una vision?
Sì, ognuno, e come è giusto che sia, con il proprio carattere e la propria concezione musicale, porta nella band una propria vision. Non importa che siamo dislocati tra il Piemonte e la Lombardia: l’amore per la musica ci aiuta a incontrarci e a definire insieme gli obiettivi da raggiungere.
Altri locali in cui la band ha riscosso un meritato feedback sono: “Al Trani Pub” di Belgioioso, Il Tiglio, di Pontecurone, il Big Max di Parona e il White Bar, nel quartiere Medassino di Voghera.
Rocklepsia è prima di tutto una band di amici, che vuole invitare al rock, quello genuino. Chi ha vissuto la “prigionia” dettata dal Covid, sa quanto sia necessario lo stare insieme, scatenandosi in compagnia. “Scatenarsi” può essere anche una metafora, poiché non significa per forza ballare, ma, anche, ascoltare con un cuore disposto a riflettere e a sorridere spontaneamente.