Due Chiacchiere con l' Arte

Gloria Bova , SCRITTRICE

 

 

INTERVISTA ALL’ AUTRICE

BAMBINA NON MANGIA CARNE
Saggio narrativo della dr.a Gloria Bova, edizione Santelli, 8 marzo 2024.

 Come nasce la sua passione per scrittura?

Più che passione direi che è da sempre un canale di espressione del mio mondo interno, fatto di riflessioni ed emozioni sempre vissute in rapporto ai vari contesti di vita con i quali dovevo confrontarmi. E questo già da ragazzina, quando mi affacciavo al mondo già preconfezionato degli adulti, con tutte quelle regole e contraddizioni. Avevo sempre con me un blocchetto notes e una matita. La mancanza di gioia e di benevolenza, l’ipocrisia e la falsità erano ciò che mi colpiva maggiormente e appuntavo le mie riflessioni.

Poi la scrittura ha preso la forma professionale con cui cerco di argomentare le mie osservazioni critiche e di comunicare le mie scoperte innovative.
Diciamo che come psicoterapeuta ho trovato nella scrittura unita alla comunicazione visiva, la via privilegiata per comunicare pensieri e teorie complesse a fini terapeutici. Infatti nelle sedute utilizzo proprio il linguaggio verbo-visivo che ho messo a punto con la creazione dei Protocolli grafici-terapeutici, con i quali è possibile indurre una nuova forma di Insight che ho chiamato Insight Integrato, perché in grado di coinvolgere contemporaneamente tutti i piani della psiche (cognitivo, affettivo, corporeo) con ottimi risultati.

 La scrittura come mezzo di comunicazione, con questo libro a chi si vuole rivolgere e perché?

La bambina non mangia carne non è un libro solo per addetti ai lavori, è soprattutto un libro per chi cerca risposte, per chi ha sperimentato o sperimenta il disagio psichico o esistenziale. Si rivolge a chi fa i conti con quel mal di vivere, proprio o altrui, che porta al ruminio della mente e alla sfiducia. Ai professionisti della salute psichica. Ai professori, ai filosofi e ai teologi. Agli operatori di medicina integrata e olistica.
E soprattutto si rivolge a chi riconosce negli animali e nelle piante una forma di intelligenza e di sensibilità, ma non ha dati scientifici per spiegarla. A chi difende la Natura e desidera una società di pace. A chi mangia piante e a chi mangia animali spiegandogli perché.
In sintesi, si rivolge a tutte le persone che non si accontentano e sono alla ricerca della verità, a prescindere dall’età.
Lo scopo del libro non è convincere le persone a imbracciare l’alimentazione verde, anche se più lettori mi hanno scritto che è ciò che accade, ma offrire argomenti e dati scientifici per una riflessione che il lettore potrà personalizzare e sviluppare a seconda della propria sensibilità e competenza.

Ci parli del libro?

È un libro unico nel suo genere, perché offre una nuova lettura delle dinamiche della psiche e le mette in relazione alle più prestigiose ricerche e studi sull’intelligenza degli animali e delle piante, fino alla formulazione di una teoria universale della psiche, la TOP-Universal, che connette ogni forma vivente a un principio di intelligenza universale, in coerenza tanto al principio di entanglement quantistico quanto agli insegnamenti delle antiche scienze sapienziali e alle recenti scoperte di neurofisiologia sulla plasticità del cervello, sulla connessione bioenergetica intestino-cervello e sul cervello cardiaco.
Si tratta di un saggio narrativo che, partendo dall’emblematico racconto fatto in psicoterapia da una pediatra che da bambina, nell’Italia del Sud degli anni ’60, si rifiutava di mangiare carne, affronta temi sociali di grande attualità con un linguaggio divulgativo caldo e avvolgente.
La bambina non mangia carne è un libro che vuole parlare alla coscienza e non della coscienza. Un viaggio poliedrico e multidisciplinare nella storia dell’Umanità che con la semplicità dello sguardo di una bambina ci porta a trovare risposte semplici a domande difficili: chi siamo veramente? Perché non troviamo pace pur desiderandola? Perché ci è naturale sentirci superiori, e non semplicemente diversi, rispetto alle altre forme di vita?

Nel testo sono riuniti, in un discorso unitario sulla psiche, i tanti malanni che da sempre affliggono l’Umanità — la sopraffazione, l’avidità, la corruzione, l’egoismo, la malvagità, la sopravvalutazione del maschile e la svalutazione della femminile, la diseguaglianza sociale, la violenza e la brutalità — principalmente riferiti al cibo e al comportamento dell’uomo verso gli animali, le piante, l’ambiente, ma soprattutto verso i propri simili.
Questi comportamenti distruttivi sono spiegati dalla teoria del Modello ScInte dell’autrice, in rapporto a precisi Stati di coscienza della psiche, ordinari o disfunzionali, da cui è possibile svincolarsi in virtù della consapevolezza di sé e del contesto. Il libro si propone come un percorso, un compagno di viaggio che accompagni il lettore ad aprirsi a nuovi punti di vista e informazioni, per poi lasciare ciascuno alla propria personale elaborazione e alle proprie libere scelte.
Il testo si articola in tre parti, ognuna con la sua funzione e la sua voce.
La prima parte, La storia, è dedicata alla narrazione del caso clinico di Laura, una pediatra in difficoltà con la vita, che porta con sé stralci di storia di un’Italia divisa tra Nord e Sud, due mondi che sono stati uniti senza mai fondersi veramente. Perché, come in ogni cosa, ciò che unisce è l’amore e non le guerre. Le pagine scorrono fluide tra aneddoti che raccontano di un mondo temporalmente vicino all’oggi, ma che non esiste più, in cui anche le tragedie si vestono di ironia. Gli aneddoti principali di questa prima parte hanno un nome e un capitolo: Al nord, ma non abbastanza; Dal macellaio; Il maialino; L’ultimo ricordo; La ricerca della libertà.

La seconda parte, Dissertazioni, contiene lo speculare multidisciplinare dell’autrice, speso alla ricerca della verità e delle sue dimostrazioni, sotto la guida di sapienti voci del passato e nel confronto tra saperi antichi e moderni, senza peraltro abbandonare la voce narrante di Laura, ora adulta, ora bambina. Queste riflessioni conducono il lettore a guardare un percorso di psicoterapia con gli occhi del terapeuta. Etologia, antropologia, psicologia, psicoterapia, sociologia, teologia, diritto, neuroscienze, matematica, fisica, medicina, veterinaria, drammaturgia, arte, culinaria, musica, etimologia e politica contribuiscono ciascuna con la propria voce, cui si aggiunge l’incredibile incontro dell’autrice con una foca monaca mediterranea nel mare cristallino di una piccola isola greca.

La terza parte, Conclusioni, è immaginata a cavallo di un drone che superando le barriere dello spazio e del tempo vola alla ricerca di segni, per scoprire se questa Umanità guerrafondaia, portata a pensare per opposti divenuti contrari, riuscirà un giorno a seppellire le proprie asce di guerra, per vivere nella concordia discors di un mondo di pace.

Al libro è associato un progetto artistico che ho sviluppato digitalmente con l’aiuto della AI, per dare un volto alle bimbe che non vogliono mangiare la carne e sviluppare una rappresentazione metaforica dell’intero messaggio del libro. Come nell’illustrazione di copertina, in cui una animale selvatico sintetizza la fauna in armonia con la flora terrestre su cui posa la ”casa” dell’uomo. Tutto sospeso nell’Universo in perfetto equilibrio. Rompere quell’equilibrio è l’azione più insulsa che possa fare l’Umanità nel suo insieme e ogni suo singolo appartenente.

 Ci siamo sempre sostentati con alimenti dalla carne ai latticini o altro, secondi lei perché adesso questa inversione di rotta?

Non pare sia stato sempre così. Dagli studi antropologici sappiamo che in passato ci sono state popolazioni che non si cibavano di animali e il filosofo Plutarco, nel suo De esu carnium, ci indica che le discussioni sul mangiare o non mangiare carne erano presenti già nell’uomo dell’antichità.
Per il presente, nel libro si racconta di Palitana, che dal 2013 è la prima città vegana del Pianeta.
Gli studi e le ricerche citate nel libro allargano lo sguardo alla globalità dell’Umanità e svelano un sorprendente incremento dell’alimentazione basata sugli animali, circoscrivendo al solo Occidente benestante quella che noi percepiamo come inversione di rotta. Questi studi e ricerche mettono in luce anche l’esistenza di un rapporto tra il livello socioculturale ed economico e la scelta alimentare di una persona-famiglia-popolazione. Così come evidenziano un rapporto diretto tra scelta alimentare e sviluppo di svariate patologie metaboliche e infiammatorie, anche importanti.

 Come la scrittura può sensibilizzare una tematica così importante?

Se un libro riesce a parlare alla coscienza, e non della coscienza, portando dati scientifici e argomentazioni coerenti, nel lettore risuonerà la voce della realtà oggettiva e comincerà a crescere in lui una sensibilizzazione non solo verso gli animali e l’ambiente, ma soprattutto verso se stesso. Comprenderà la necessità di alimentare bene il proprio corpo e quello dei propri figli, per proteggerne la salute e quindi la qualità della vita stessa. E cosa più preziosa non c’è.
Per questo, un libro ben scritto e bene argomentato, può attivare corde profonde dell’anima che inducono una presa di coscienza autentica, e quindi la capacità di mettere in atto dei cambiamenti importanti nella visione delle cose e nel comportamento. E non solo in quello alimentare.
Per esempio, Quando si parla di alimentazione in genere si additano calorie e nutrienti. Invece nel libro, partendo dall’analisi del De esu carnium di Plutarco, si arriva a svelare il contenuto psico-energetico del cibo e la necessità di un cambiamento nel paradigma della salute mentale e nella concezione antropocentrica dell’uomo, che condizionano lo sguardo e il rapporto con se stessi e anche con gli animali e l’ambiente. Scoprire che il cibo, animale e vegetale, ha un contenuto psichico non lascia indifferenti.
Inoltre, le ricerche di biologi, veterinari e psicologi, riportate nel testo, dimostrano che i comportamenti e la sensibilità degli animali vanno oltre la sola senzienza attualmente loro riconosciuta. Con la formulazione della Teoria delle quattro Competenze di base e dell’Essere (Individuale, Relazionale, Sociale, Esistenziale), pensata tanto per l’uomo quanto per gli animali e le piante, rendo evidente la presenza di una maggiore padronanza di queste Competenze nelle altre forme viventi, nel loro rapportarsi ai vari contesti e nelle interazioni anche interspecie, rispetto all’uomo ordinario. Se la coscienza ne resta colpita, diventa difficile continuare a mangiare cibi tossici.

 I social sono anche una vetrina per cibo e ricette alternative alla carne e al suo uso.
Ci esprima la sua opinione

I social sono una vetrina di immagini per ogni tipo di manifestazioni umane. Il cibo è senz’altro uno dei palcoscenici di maggior successo. Non si ha idea di quante persone non sappiano cucinare, non sappiano fare la spesa e siano in cerca di istruzioni. Specialmente quando si cambia dieta, passando dalla carne al verde, si rischia di sentirsi totalmente incapaci e privi di idee, con la paura di andare incontro a carenze nutrizionali.
Ciò che invece preoccupa è il basso grado di connessione tra cibo verde e cibo salutare. Pochi si rivolgono alla bottega del fruttivendolo, i più si lanciano su prodotti industriali in vendita al supermercato con la scritta Green o Vegan, senza rendersi conto di comprare cibi ultraprocessati nocivi alla salute o senza mettere attenzione agli ingredienti presenti. Per esempio c’è una cotoletta vegana di una nota marca che tra gli ingredienti ha il bianco d’uovo.
Ciò che spesso traspare è la mancanza di una cultura del cibo che sia coerente anche con la salvaguardia della salute e dell’ambiente.

Siamo davvero più sensibili e più umani verso gli animali? Se si perché?

L’Umanità è varia e le persone hanno il vizio di generalizzare la visione del tutto mettendo al centro se stessi. Il libro cerca proprio di portare il lettore ad allargare il suo sguardo e aprirlo a punti di vista molto distanti dal proprio. In questo vasto panorama, mentre c’è chi compra il cappottino al proprio cane, c’è chi lo picchia tenendolo legato a una catena o lo abbandona, e c’è chi lo vende a peso per mangiarlo, cucinandolo su un marciapiede. Come succede ogni anno in Cina al mercato di Yulin. La pandemia sembrava avere fermato questa orrenda tradizione, ma non è stato così. Purtroppo dal Papa arrivano messaggi che ricordano l’avversione di altre religioni verso gli animali da compagnia, e questo non è un bene per la sensibilizzazione evolutiva dell’essere umano, ancora prima che per gli animali.

 Perché siamo così poco umani però coi nostri simili?
Secondo lei?

Come è spiegato nel saggio attraverso la nuova lettura della dinamica psichica portata dal Modello ScInte, l’uomo ordinario vive nella convinzione di essere all’interno di una lotta per la sopravvivenza in cui l’altro è sempre un potenziale nemico. La cultura dominante in cui tutti nasciamo e cresciamo, e di cui assorbiamo le convinzioni e i principi, è fondata proprio sulla sopraffazione e la dominanza. A cominciare già dal terreno famigliare con l’esempio di un rapporto coniugale quasi mai paritetico se non addirittura violento. I figli assimilano i modelli culturali dei genitori che vengono confermati da quelli sociali diffusi. L’altro è un nemico. Vince chi attacca per primo. Uno su mille ce la fa. Mors tua vita mea.

 Progetti futuri.

Scrivere un manuale che spieghi nel dettaglio il Modello ScInte e la TOP-Universal e probabilmente la ricerca che sto portando avanti da più di un anno e che ha dato vita alla nuova disciplina della Psico-biorisonanza ScInte, in cui le sedute di psicoterapia sono integrate con dei trattamenti mirati di biorisonanza, con l’uso di frequenze elettromagnetiche naturali e terapeutiche. Questa nuova disciplina integrata e olistica, che sta dando risultati straordinari, unisce finalmente e inconfutabilmente quella che chiamano la divisione mente-corpo. Siamo un sistema integrato di funzioni in perfetto equilibrio armonico. La malattia esprime la perdita di questo equilibrio. Con la Psico-biorisonanza ScInte l’equilibrio viene ripristinato contemporaneamente a tutti i livelli dell’Essere: testa, cuore, corpo.

Intanto è in via di stampa con la casa editrice Pathos di Torino un libro che racconta la storia della vita di una foca monaca mediterranea e del nostro illuminante incontro. Il libro si intitola Un incontro straordinario. Probabilmente sarà il primo di una serie di volumi in cui utilizzerò come in terapia il linguaggio verbo-visivo, con la collaborazione del maestro Massimo Alfano, eccellente pittore tra le tante altre attività.

Dove possiamo trovare il libro?

Il libro se non presente in libreria può essere ordinato e consegnato in pochi giorni, e questo in tutte le librerie d’Italia e anche della Svizzera italiana. Il libro è anche acquistabile on line in formato cartaceo, comodamente con un cellulare, su Amazon e su Santelli online. Ecco i link:

La bambina non mangia carne

 

Di Manuela Montemezzani

Lascia un commento