Attualità

Francesco, Benigni e l’impotenza della Politica

Intervento dello scrittore Fabrizio Uberto

Francesco, Benigni e l’impotenza della Politica. Si potrebbe intitolare così il sapido siparietto che il Papa e il grande Talento toscano hanno dato vita in Piazza San Pietro, teatro della ” Giornata mondiale dei bambini”, davanti allo sguardo imbarazzato del Sindaco di Roma e della Presidente del Consiglio. Perché quell'” immaginazione al Potere”, ( slogan suggestivo del 68 e del suo movimento studentesco), è stata ben incarnata dagli apparenti paradossi del più grande dei nostri “Folletti”, coadiuvati per l’occasione dall’alto assenso di Josè Maria Bergoglio.
Due sono i passaggi emblematici dello show di Benigni.
” Non è stata ancora inventata la parola magica per por fine alle guerre, che so, ad esempio ” Apriti Sesamo”.
E poi ancora: ” Anche il Papa in fondo è un bambino”.
Ebbene a mio giudizio, entrambe le sortite del nostro “Premio Oscar”, hanno un significato che va ben al di là della mera boutade, colorata di consueta irriverenza.
Perché, seppure in filigrana, in ambedue i casi Benigni ha evocato un salto di qualità di cui dovrebbe farsi artefice la comunità internazionale, di fronte alla temperie bellica che rischia di travolgerci in una catastrofica auto-distruzione.
Sotto l’apparente superficialità del riferimento a una formula magica, il funambolico attore in realtà ha voluto dire ben altro. E cioè che le classi dirigenti ( in particolare quelle occidentali), accantonando il ritrito copione basato solo sulla capacità di sfornare armamenti e violenze sempre più sofisticate, dovrebbero coniare un nuovo abito mentale, costruttivo e negoziale, che si stagli sul Pensiero Unico che ci sta precipitando in una possibile terza guerra mondiale.
Che dire inoltre di quell’altra estrosità, la definizione del “Papa-Bambino”?
Solo i bambini ( purtroppo) brillano di immaginazione, nella loro ingenua visione del mondo, nella loro curiosa esplorazione del Pianeta ” Uomo”. Ebbene Bergoglio ( come d’altronde Benigni). bambini lo sono nel senso nobile del termine, attraverso l’impulso di quella ” meraviglia”, attraverso la quale si entusiasmano e al contempo si rattristano per le grandi potenzialità e le miserie di cui sono capaci gli umani, nella gestione delle loro relazioni e dei loro conflitti, il più delle volte impigliati nella ragnatela di una sconfinata ottusità.
In altre parole, in un momento tremendamente delicato come questo, Francesco e Roberto ci esortano ad essere ” infantili”, ma nel senso più fertile del termine: lavorando di immaginazione e di anti- conformismo, inventando soluzioni che solo gli occhi “adultamente” ottusi di una Politica fallimentare si ostinano a non considerare, con le tragiche conseguenze che ogni giorno rattristano il nostro sguardo e le nostre coscienze.

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