Due Chiacchiere con l' Arte

Valeria Serofilli

Valeria Serofilli è un’importante esponente della più recente produzione saggistica e poetica italiana(www.ilnarratore.com). Laureata in lettere presso la facoltà di Lettere dell’Università di Pisa, attualmente insegna lettere presso gli istituti di istruzione secondaria. Come operatrice culturale, è presidente del Premio Nazionale di Poesia e racconti “Astrolabio” e nella giuria di importanti premi letterari. Autrice di tredici volumi di poesia nonché autrice di critica letteraria, saggistica e testi di prosa, la sue più recenti pubblicazioni in poesia sono “Taranta d’Inchiostro” (Oèdipus editore 2020) e “Il principio della scorta”(Leonida Editrice 2020). È collaboratrice di riviste e curatrice del sito personale www.valeriaserofilli.it.Suoi testi editi e inediti, tradotti in inglese, arabo, francese e giapponese, sono stati premiati o segnalati in concorsi nazionali fra i quali il Lerici Pea e internazionali fra cui il Fiur’lini ( l’Aia, Olanda, dell’associaz. culturale Forum) e letti e commentati all’interno delle trasmissioni radiofoniche di Toscana Classica, Radio Alma di Bruxelles nella rubrica culturale La Tela Sonora e Radio Città Futura, nel programma Carta Vetrata curato da Gaffi Editore di Roma nonché e televisive quali “L’Impallato” e “Luci della Città” dell’emittente 50Canale, visibili anche sul canale 897 di Sky e “Arcobaleno”.Alcune varianti poetiche dell’autrice, richieste dal Centro di Documentazione sulla poesia contemporanea Lorenzo Montano, sono depositate presso la biblioteca Civica di Verona.

Domande

Quando e per quali ragioni ha avvertito il bisogno di scrivere?

Come amo ripetere scrivo da un giorno d’eclisse, per l’esattezza dall’eclisse totale di sole dell’ 11 agosto del 1999, “costantemente immersa” – come evidenziava Alberto Caramella nella prefazione a Nel senso del verso – “nell’atmosfera del magico momento nel quale il sole si fa luna”.

Per questo motivo sono particolarmente legata alla lirica “Eclisse”, di cui la data costituisce parte integrante del titolo, rappresentando il termine post quam. Le mie prime poesie, per le quali si parlò paradossalmente di ermetismo, risalgono in realtà alla tenera età di nove anni, quando probabilmente avvenne il salto dal diario, che scrivevo con assiduità dai sei anni, ad una forma di scrittura per così dire, più impegnata.

Ad ogni modo posso dire che la poesia nasce in me spontanea “come le foglie vengono ad un albero”, ricordando l’aforisma di John Keats.

Se il titolo di una delle mie precedenti pubblicazioni Chiedo i cerchi (puntoacapo editrice, 2008) intendeva indicare quello che io chiedo alla poesia, la misura della circolarità, quei cerchi che noi creativi abbiamo dentro e che si tratta solo di separare per farne scrittura, nella mia successiva pubblicazione Valeria Serofilli,” Amalgama” ne “La parola e la cura, I Quaderni di Poiein, Monografie di poeti contemporanei”, a cura di Gianmario Lucini(puntoacapo 2010),-

mi riferivo a come intenda la poesia: un impasto, una mescolanza tra l’idea mentale e la sua forma scritta ma anche del foglio con l’inchiostro e soprattutto fra il poeta e il lettore.

L’ulteriore alchimia rifacendosi infatti ad uno dei significati etimologici del termine, la determinante e la più fertile, è appunto quella tra il poeta e chi la riceve in quanto la poesia “È un nesso tra due misteri quello del poeta e quello del lettore”. Forse è proprio in virtù di questo connubio che il IIIscrivo.

L’aspetto artigianale del mestiere di scrivere, a mio avviso, non costituisce tuttavia che uno degli aspetti della scrittura. Urge oggi più che mai una parola poetica in grado per la sua universalità di eternizzare andando al di là del contingente e del particolare come sottolinea il grande Aristotele.

Personalmente ho sempre avvertito lo lato tra l’ idea, la parola mentale, e la forma che questa prende nel momento in cui si posa lieve sulla carta.

È anche vero del resto come recita l’esergo della mia quarta pubblicazione in poesia Tela di Eràto (Sovera Multimedia Roma 2004) che “se ti bisbìglia un fruscio in mente /e non l’annoti, non cede passo a parola alcuna!”

Qual è per lei il senso e la funzione della scrittura?

Scrivere è per me una necessità e trovo gratificante l’atto della scrittura in quanto, facendo mio il pensiero di Pavese, ” (.) riunisce le due gioie: parlare da solo e parlare ad una folla” (C.Pavese , Il mestiere di vivere,1946). Il mio personale concetto di poesia è una parola poetica in grado, per la sua universalità, di eternizzare, andando al di là del contingente e del particolare, come sottolinea il grande Aristotele.

La mia lirica “Inchiostro” da Amalgama, (op.cit.) intende porsi come l’allegoria dell’atto dello scrivere nella forma di omaggio all’Indovinello veronese, che sembra risalire alla fine dell’VIII-inizio IX secolo, costituendo così il primo testo conosciuto scritto in un volgare italiano: ai lettori mi piace qui ora dedicare il mio testo “Inchiostro”:

“l’aratro ha mietuto/ distanze impari e ne /è nato inchiostro probabile/ per farne capoverso”.

Lo scrivere, e nello specifico scrivere poesia, è a mio avviso il tentativo di rendere la vita non dico comprensibile, in quanto è impossibile, ma di trovare

spunti di bellezza anche se spesso nascosti nell’ assurdo e nel dolore, purché si scriva qualcosa di autentico, qualcosa che emozioni.Sono autrice di tredici libri di poesia e la mia produzione è alquanto diversificata: pur tenendo conto di un’ampia gamma di riferimenti classici sia ai contemporanei che ai grandi della letteratura dei secoli scorsi, tende tuttavia ad interiorizzare ed attualizzare i concetti, rendendoli personali e riconoscibili. Tra le componenti della mia poesia c’è una parte più schiettamente lirica ma sussistono anche toni più ironici, a tratti sarcastici, con cui il reale viene filtrato attraverso lo sguardo dell’ironia (si vedano al riguardo le liriche “Funzione religiosa” e “Preghiera del poeta”).

La mia poetica tende quindi ad un impasto attivo e dinamico tra pensiero e forma scritta, tra razionalità e inventiva, teso a trasmettere il sapore del poiein come manufatto.

Ci parli delle sue due più recenti pubblicazioni quali “Taranta d’ inchiostro” e “Il principio della scorta”.

Il mio cammino della parola poetica prosegue attraverso queste due più recenti pubblicazioni. “Taranta d’ inchiostro” (Oèdipus editore, 2020), prende avvio dalla poesia d’amore “La notte della taranta” di cui segnalo il link del book trailer:

Da questo spunto iniziale mi spingo ad un’allegoria della vita stessa con i suoi nodi e intrecci, concetto già in nuce nell’ esergo del Faulkner “siam tutti intrappolati in ragnatele prima che nascessimo”.In molti critici mi chiedono chi sia dunque il ragno.Per me s’identifica con il poeta, di per sé una sorta di demiurgo.Come sappiamo oggi la poesia si avvale anche di mezzi moderni in grado di unire la parola all’immagine e ai suoni che vengono diffusi tramite la rete telematica.

Nel volume è contenuta infatti la lirica “Lettera al figlio” anche in video nella traduzione in lingua araba del prof. Aziz Mountassir al link:

Passando poi al volume“Il Principio della scorta”, edito per i tipi di Leonida di Reggio Calabria nel 2020, questo si compone di due parti specifiche ma complementari, Poesia e Teatro. La prima parte, Poesia, si articola in tre sezioni: Come su rosa, La mia vacanza è stata sul tuo petto e Inno all’ Italia della guarigione( di cui il video al seguente link https://youtu.be/apOtnHZtxl0?si=ZNCPHxLs0FIT3SIO).

La parte Teatro si articola invece nell’unica sezione “Dialoghi d’eclisse in SMS( con occhio rivolto a Shakespeare) di cui si vedano i seguenti link:

Come già sottolineato da Gian Mario Lucini (in Amalgama del 2010, op.cit.) infatti io non sono una poetessa tematica, ossia non costruisco una raccolta intorno ad un unico tema. Ogni poesia è un momento autonomo, legato a volte più strettamente ad altri momenti simili. Da qui poi nasce l’esigenza di dividere ogni raccolta in numerose sezioni, per contro ben costruite: Nel senso del verso ne comprende otto, Chiedo i cerchi sette, cinque Taranta d’Inchiostro e quattro quest’ultima pubblicazione, nello specifico le tre sezioni in cui si articola la prima parte e l’unica sezione della seconda parte costituita da” Dialoghi d’eclisse in SMS” (con occhio rivolto a Shakespeare).Per quanto riguarda il titolo scelto,Il principio della scorta, sono consapevole che questo possa risultare fuori schema rispetto alla tendenza più diffusa nell’ambito dei libri di poesia, ma è una scelta voluta legata al significativo periodo che stiamo vivendo e il senso del libro è riassunto in modo volutamente esplicito nella copertina del libro stesso “Qui/ a catturare una boccata d’aria, per quando non vi sarà più ossigeno.Amore elargito a piene mani per quando non vi saranno né mani né carezze” che è un estratto della lirica “Ogni carezza” contenuta nel volume (p.53). Come riportato in bandella, la scorta deve essere adoperata solo quando il rifornimento ordinario non è più disponibile e una volta utilizzata va subito reintegrata, cosi come l’ordinario.Passando dal piano concreto a quello simbolico e metaforico, con il termine “scorta” mi riferisco a quella di abbracci ricordi e felicità a cui in tempo di pandemia abbiamo dovuto attingere per continuare a sperare.

Numerosi critici le hanno chiesto se nei suoi testi prevalga più il contenuto o la forma.Cosa ci dice al riguardo?

A mio avviso il significato assume senso e misura grazie al significante, in un connubio in cui tuttavia l’azione della parola assume un ruolo di ristrutturazione creativa della realtà. In questo senso il ruolo del significante è egemone, anche se forse una sintesi più esatta di quanto intendo può essere trovata in questo mio pensiero: “A mio avviso il senso del verso è da intendersi sia a livello logico che emotivo in quanto per scrivere poesia avverto l’esigenza di uno stimolo concreto, spesso di natura visiva”

( da: Valeria Serofilli,” Amalgama” op.cit).

L’intento è il superamento della connotazione della realtà tramite la parola, senza tuttavia abdicare del tutto alla dimensione concreta ed efficace, al significato, al senso che il verso trasfigura tramite un significante, che la riscrive sia a livello logico che a livello estetico e sinestetico.

Nei miei versi penso che comunque vi siano l’uno e l’altro, cioè si riscontrino la preoccupazione dei “significati” e l’attenzione al gioco fonico e ritmico dei”significanti”; per la definizione di essi, mio punto di riferimento è tra gli altri, la distinzione di Ferdinand De Saussure, che ispira e sottende lavori critici di grande valore come quelli di Gianluigi Beccaria, consegnati al volume einaudiano “L’autonomia del significante”.

Oltre ad essere poetessa e scrittrice che ha al suo attivo numerose pubblicazioni, lei è anche una brillante operatrice culturale, aperta alle novità e alla sperimentazione.Cosa la spinge a farlo?

Sono lieta di questa domanda che mi consente di parlare oltre che della mia produzione personale anche dell’attività di promozione culturale cui mi dedico da tempo in quanto mi ritengo un entusiasta del settore.

Promuovo ormai da circa venti anni gli Incontri di libri ed autori: dal 2004 al 2020 presso il Caffè storico dell’Ussero di Pisa, attualmente chiuso, allo scopo di riprendere la tradizione degli incontri letterari presso questo locale storico a me caro fin dalla sua frequentazione ai tempi dell’università, vero monumento della cultura italiana nel quattrocentesco palazzo Agostini sul Lungarno pisano, in passato luogo di ritrovo di molti esponenti di rilievo del panorama letterario ed artistico fra i quali Leopardi, Guerrazzi, Fucini, Carducci, Giusti e Mazzei e al Relais dell’Ussero di villa di Corliano.(www.corliano.it) della famiglia dei conti Agostini Venerosi Della Seta.

Dal 2021 ho ideato e conduco la rassegna “Autori allo specchio – 5 domande a” presso la moderna e funzionale sede della biblioteca SMSBiblio di Pisa,

https://instagram.com/astrolabioculturarassegne?igshid=NGVhN2U2NjQ0Yg==

Col mio staff siamo giunti ad oltre 500 eventi.

L’attività di presentazioni di libri ed autori, come anche avere un Premio letterario rappresenta un grande vantaggio per disporre di un panorama ampio e variegato della produzione letteraria sia di autori affermati che esordienti.

Nell’ambito del calendario degli Incontri all’Ussero di Pisa e Corliano e alla SMSBiblio di Pisa

alternandosi tra narrativa, poesia, critica e saggistica,

è per me una soddisfazione poter constatare che ad oggi sono stati nostri ospiti riviste letterarie nazionali ed internazionali fra le quali Gradiva International Pubblication di Luigi Fontanella, Atelièr di Giuliano Ladolfi e Il cavallo di Cavalcanti di Franco Romanò nonché numerose case editrici tra le quali Gaffi editore che ci ha indirizzato il giornalista e scrittore Filippo La Porta, e Ibiskos Ulivieri edizioni, che pubblica i vincitori del Premio.

Parlando più nello specifico del premio internazionale Astrolabio, questo è stato a suo tempo istituito dalla compianta scrittrice Pisana Renata Giambene, e a cui, vinta l’edizione del 2000, ho ridato nuova linfa rinnovandolo e ampliandolo.

Il Premio ha come scopo di promuovere la parola poetica ed evidenziare, nel panorama letterario attuale, opere di autori degne di attenzione. Nelle scorse edizioni come nella X di quest’anno ,che si è appena conclusa, hanno voluto gratificarci con la loro partecipazione autori di ogni età e provenienti da ogni regione d’Italia e anche dall’estero( Grecia, Olanda, Israele, Croazia e Stati Uniti) a confermare che l’amore per la poesia ha una diffusione capillare su tutto il territorio e in tutte le fasce di età.

Nel 2014 è stata costituita l’Associazione Culturale AstrolabioCultura proprio al fine di potenziare le varie iniziative culturali di cui sono promotrice, in particolare il Premio Astrolabio Poesia, gli Incontri letterari di Pisa e Corliano, pubblicazioni, reading poetici, letture e dibattiti, conferenze, nonché per dare accoglienza ed ospitalità agli autori partecipanti agli incontri dell’Ussero e ai premiati dell’Astrolabio, provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero. Per creare inoltre un trait d’union tra gli eventi culturali da me promossi e gli autori delle varie Editrici con cui collaboro come curatrice di collana “I libri dell’Astrolabio” annessa al premio omonimo.

Per concludere la poesia oggi è quel che manca, la sola in grado di fermare l’apparente ronzio del quotidiano e con la sua creatività e forza salvifica, è quanto mai necessaria in questa realtà di linguaggio – manipolazione.

Valeria Serofilli

Presidente fondatrice AstrolabioCultura

Premio Astrolabio e Incontri letterari dell’Ussero e SMS Biblio di Pisa

Alcuni Link sull’autrice:

www.valeriaserofilli.it

https://www.wikipoesia.it/wiki/Valeria_Serofilli

https://www.italian-poetry.org/valeria-serofilli/

Di Manuela Montemezzani 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lascia un commento