Attualità

Dobbiamo difendere la nostra civiltà

Intervento dello scrittore Fabrizio Uberto

A tutti coloro che non aderiscono alla logica delle contrapposizioni manichee e degli scontri da bassa tifoseria, i fatti e misfatti che in questi giorni si consumano nella cosiddetta “Terra Santa”, provocano un senso di angoscia e di precarieta’. Rifanno capolino nelle nostre coscienze quei sentimenti di malinconica vulnerabilità che abbiamo provato durante gli anni del Covid e del terrorismo internazionale ( che purtroppo, stando all’attentato di Bruxelles, pare rischi di infestare di nuovo la vita dell’Europa democratica). Consolidiamo piu’ che mai la convinzione che siamo tutti appesi a un filo e che da un momento all’altro follie criminali possano spezzare le nostre vite e quelle dei nostri cari. Ed e’ proprio questo l’obiettivo che si propongono i signori del Terrore: farci vivere in una sorta di perpetuo contrappasso, in una specie di limbo nel quale la nostra condizione certamente privilegiata, la nostra voglia di vivere e di divertirci siano costantemente minacciate dall’incubo di una fine prematura, da una sorta di indigenza psicologica che ci releghi in uno stato di costante depressione.
Sta a noi reagire a tutto questo, difendendo la nostra Civiltà e i nostri valori. Lo possiamo fare anzitutto riconoscendo con obiettivita’ quello che sta accadendo in Medio Oriente e in altre terre disgraziate, non accodandoci al pensiero dominante che ci vorrebbe schierati da una parte o dall’altra. La nostra onestà intellettuale ci deve spingere ad individuare contraddizioni in ciascuno dei mondi che si fronteggiano, a dire che ” il re e’ nudo”, anche se ciò puo’ costarci l’impopolarita’. Pertanto non possiamo disconoscere le ragioni del popolo palestinese cui da più di settant’anni viene negata non solo da Israele ma anche da gran parte della Comunita’ internazionale, la dignita’ di vivere in un proprio Stato, senza subire vessazioni o restrizioni quotidiane della propria libertà. Nel contempo dobbiamo constatare che tutte le volte in cui si e’ stati ad un passo da un accordo di pace tra le due parti, estremisti di entrambe, con attentati e vili uccisioni, hanno fatto tramontare quegli auspicabili orizzonti. E ancora: non possiamo non condannare le atrocita’abominevoli commesse da Hamas su uomini, donne e bambini, che avevano il solo torto di essere ebrei. Stigmatizzando altresì quelle manifestazioni ( legittime) a favore della causa palestinese, nel momento in cui ostentano i simboli di quelle stesse atrocità ( vedi ad esempio le magliette con raffigurati i deltaplani che gli assassini di Hamas hanno utilizzato per perpetrare con piu’ facilità il loro piano criminale). Difendere la nostra Civilta’ comporta anche ( e qui mi rivolgo agli uomini e alle donne di sinistra) riconoscere che a diverse parti in campo ( Iran, Quatar, Siria, Hamas, Hezbollah), non interessa niente della causa palestinese, avendo come unico obiettivo la distruzione dello Stato di Israele. Difendere la nostra Civilta’ infine significa ammettere che un processo di integrazione degli immigrati comporta la necessità che gli stessi rispettino le nostre leggi e i nostri capisaldi etici e giuridici: la libertà di pensiero, le nostre radici cristiane ( oggettive, anche per i non credenti), nonche’la tutela della dignità delle donne e dell’emancipazione femminile, inesistente negli Stati islamici e sulla cui sistematica repressione gradirei ascoltare parole di condanna da parte delle nostre esponenti di sinistra, spesso stranamente silenti sul punto

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