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Alla scoperta dei rimedi “antichi”… Il Salice

La Naturopatia, disciplina caratterizzata da un passato apparentemente piuttosto recente, rappresenta in realtà una “scienza” molto antica; intesa come approccio terapeutico complementare alla medicina tradizionale o allopatica, essa affonda infatti le sue radici in un passato assai remoto. Sin dagli albori dell’umanità, l’uomo ha perseguito l’obiettivo di mantenere lo stato di salute dell’organismo e la natura ha da sempre rappresentato la fonte primaria da cui attingere i rimedi utili a tale scopo. È questo il presupposto da cui ho deciso di partire per la stesura dei prossimi articoli: la ricerca dei principi attivi antichi, quelli da cui l’essere umano ha iniziato il suo percorso rivolto alla cura dell’organismo, per arrivare all’odierna medicina naturale.
Il nostro viaggio ideale parte dal salice, la pianta dalle cui molecole origina l’acido salicilico, una distanza dotata di notevoli proprietà antireumatiche, antinfiammatorie e antiflogistiche.
Gli estratti di salice vengono utilizzati sin dall’antichità per le loro proprietà curative: già gli antichi Egizi e lo stesso Ippocrate, il “padre” della medicina, raccomandavano di usare la corteccia dell’ albero per alleviare il dolore.
La sua efficacia fu effettivamente dimostrata alla fine del XVIII secolo da un studio della Royal Society e, tra la fine dell’Ottocento ed i primi anni del Novecento, numerose ricerche sugli estratti di salice portarono alla sintesi in laboratorio, per acetilazione dell’acido salicilico, del famoso farmaco denominato “aspirina”. Curiosamente, tale prodotto farmaceutico deve il suo nome non al salice ma alla Spirea, un’altra pianta da cui si ricava appunto l’acido salicilico.
Ad oggi gli studi clinici che ne attestano l’efficacia sono migliaia e, addirittura, molti lavori indicano il salicilato come possibile risposta per la riduzione degli infarti e nella prevenzione di determinate forme di cancro.
In medicina naturale il salice, il cui nome botanico è Salix Alba, viene utilizzato sotto forma di macerato glicerico con attività antinfiammatoria, antinevralgica e antifebbrile. Tale sostanza è molto utile in caso di reumatismi, dolori articolari, muscolari e nevralgie, oltre a costruire un validissimo rimedio in caso di febbre e malattie da raffreddamento.
Nonostante le indubbie proprietà terapeutiche, non dimentichiamo che, in taluni soggetti, l’assunzione di estratti del salice può dar luogo a reazioni allergiche e a problematiche a livello gastrico, quali nausea e vomito. Anche se, in virtù della minor concentrazione di salicilati presente nei preparati erboristici, tale tossicità è da considerarsi decisamente inferiore rispetto a quella causata dall’assunzione del farmaco di sintesi, la già citata aspirina, in soggetti predisposti, è comunque da tenere in considerazione.
Cautela va osservata anche in caso di assunzione di antiaggreganti e anticoagulanti a causa di possibili interazioni dovute alla possibilità di riduzione dell’aggregazione piastrinica dovuta al principio attivo contenuto nel salice.
Dal passato al presente, le molecole benefiche per la salute dell’uomo come appunto quelle contenute nel salice, restano le stesse, a dimostrazione del fatto che, anche l’attuale farmacologia, affonda le sue radici nella natura. Detto ciò, io per oggi vi saluto caramente e vi dò l’appuntamento al prossimo giovedì alla scoperta di altri rimedi naturali che accompagnano l’uomo sin dall’antichità.
Cristinacavallero.nat@gmail.com

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