Esistono ancora oggi delle realtà storiche nel mondo di grande brutalità che ci riportano a complesse motivazioni sociali e culturali legate a ideali di appartenenza, di crescita, di costruzione dell’identità, come quella che sancisce l’ ingresso nel “mondo delle donne” in alcune comunità africane e asiatiche. Per il 6 febbraio è stata indetta, proprio per questo, la Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF), per ribadire l’impegno mondiale incondizionato contro questa pratica disumana, ancora oggi attuale, che costituisce una grave violazione dei diritti umani con conseguenze psicologiche, fisiche e di salute molto impattanti e che ostacolano il processo verso il raggiungimento dell’uguaglianza di genere. Riportando i dati che leggo sul comunicato UNICEF relativamente a questo, si stima che almeno 200 milioni di bambine e ragazze siano state vittime di mutilazione genitale femminile in 31 paesi e che più di 68 milioni di ragazze e bambine sono a rischio nel 2030.
Ci sono complesse motivazioni sociali e culturali. Mutilare una bambina, in questa realtà serve a definirne la sua identità di donna dove la sessualità biologica che ti identifica già come una donna, non basta e occorrono delle costruzioni, riti di passaggio per distinguere l’uomo dalla donna. La mutilazione genitale è anche la porta d’ingresso attraverso cui entrare nella propria comunità per essere accettate e diviene uno strumento di sottomissione femminile per controllare la donna, il suo corpo, la sua sessualità, la sua libertà decisionale, rendendole “manichine” nelle mani del loro gruppo sociale. Se la donna non proverà piacere durante il rapporto sessuale, questo diventerà solamente un dovere coniugale e riproduttivo , e resterà fedele.
Tra le iniziative intraprese in occasione di questa Giornata Mondiale MGF vorrei soffermarmi su quanto sta facendo il Presidente del Lions Club Lagrange, Dott.ssa Stefania Guerrini, specialista in chirurgia generale e in collaborazione con altri Lions Club del distretto di Torino e Pinerolo e con la ASL di Torino nella persona del Dott. Luca Bello, medico specialista in Ginecologia e Ostetricia e Direttore del Servizio per la prevenzione e la cura delle MGF detto CeMuSS, ambulatorio unico in Italia per la presa in carico delle donne vittime di questa aberrante pratica, presso l’Ospedale Oftalmico di Torino.
Dott.ssa Stefania Guerrini la vostra scelta di coordinare una task force cittadina per sensibilizzare soprattutto i giovani in occasione della Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili, da cosa è partita?
“Innanzitutto essere Presidente di un club Lions è stata per me una grande opportunità per fare veicolare un messaggio così impattante. Messaggio che condividiamo con l’Unicef ed altre associazioni umanitarie. Inoltre, oltre ad essere una donna, sono un medico che lavora sul territorio e di conseguenza spesso a contatto con questa deplorevole realtà su cui spesso esiste un’ omertà e vergogna da parte delle donne stesse. Esse, molte volte, ignorano quali possono essere le conseguenze nell’immediato e che dureranno per tutta la vita. In occasione della Giornata Mondiale contro le MGF, l’intenzione dei Lions è stata quella di divulgare e sensibilizzare l’opinione pubblica su questa pratica aberrante e spesso misconosciuta, con la speranza che entro il 2023 sia veramente bandita e perseguibile penalmente”.
Come si articolerà il vostro impegno di Club nel portare avanti il progetto MGF a Torino?
“Per il momento abbiamo gettato il classico “sasso nello stagno”. Il nostro impegno di sensibilizzazione andrà avanti con un Concerto di musica classica il 25/05/23 presso il Teatro Educatorio della Provvidenza in C.so Govone 16 a Torino, con la nostra partecipazione al Salone del Libro di Torino (stand Lions) dal 18 al 22 maggio 2023 e con un convegno dedicato aperto al pubblico di cui stiamo fissando la data. Inoltre, verrà inviato gratuitamente a tutti i Club Lions italiani un video esplicativo sui vari tipi di MGF e sulle loro conseguenze. Speriamo che in futuro, grazie a noi, possano sorgere altri punti di ascolto in altre città italiane e soprattutto ci piacerebbe vedere il sorriso sulle labbra di queste bimbe non più traumatizzate da pratiche orribili. Sarebbe il primo passo per l’integrazione di queste popolazioni che ormai fanno parte della nostra società”.
Dott. Luca Bello può spiegarci in dettaglio questa realtà, unica in Italia, che e’ stata creata all’interno dell’Ospedale Oftalmico dii Torino?
“Il servizio per la prevenzione e la cura delle MGF dell’ASL Città di Torino, nato grazie ai fondi stanziati dalla Regione Piemonte, è costituito da un team multidisciplinare e multiprofessionale che può accogliere la donna gratuitamente e gestire le problematiche legate alle MGF a 360°. Il team di lavoro è costituito da ginecologi, ostetriche, psicologhe, mediatori culturali, medici legali, chirurghi, infettivologi, dermatologi, ed assistenti sociali. Possiamo gestire la procedura di deinfibulazione, l’assistenza specialistica al parto, la ricostruzione dei genitali ed eventualmente la riesposizione del clitoride, quando escisso. Possiamo gestire le procedure per lo status di rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale attraverso la collaborazione con lo specialista in medicina legale. Abbiamo creato una rete sinergica fra consultori e punti nascita per il followup in gravidanza, l’assistenza al parto e la presa in carico delle nuove nate da madre con MGF. Non solo, operiamo in stretta collaborazione con il noto servizio Centro Soccorso Violenza Sessuale (S.V.S.) dell’Ospedale S.Anna di Torino, che permette una sinergia completa fra le due grandi entità sanitarie del territorio torinese. Riusciamo a servire da centro raccolta per i servizi presenti sul territorio metropolitano. La peculiarità?. È che, per quanto ne sappiamo, siamo il primo Centro Multidisciplinare MGF all’interno del primo Centro Multidisciplinare per la Salute Sessuale (CeMuSS). Ed è per questo che siamo così poliedrici.”
Cosa significa mutilazione ai genitali femminili e come si gestiscono da un punto di vista medico e psicologico le donne “oggetto” di una pratica dai confini aberranti?
“La definizione di MGF condivisa da OMS, Unicef, UNHCR, Unesco e altre organizzazioni internazionali comprende tutte le forme di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre modificazioni indotte agli organi genitali femminili, effettuate per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche. Gestire una donna, che è stata vittima di MGF, è complesso e necessita di un approccio sinergico e multidisciplinare. Abbiamo donne che vivono la loro condizione come normale per la loro cultura, non hanno danni fisici e psicologici ed hanno una vita sessuale e riproduttiva soddisfacente e fisiologica, donne con gravi problemi fisici o da disturbo post traumatico, donne con problemi riproduttivi o sessuali, donne con problemi urologici o di altri distretti, donne perseguitate o in pericolo per sé stesse e per le loro bimbe. Una vastità di situazioni differenti. È per questo che noi puntiamo sulla necessità di gestire queste donne in centri mutidisciplinari e multiprofessionali, dove si sentano accolte, comprese e prese per mano.”
Come si fa a richiedere di essere visitate?
“Gratuitamente e su prenotazione contattando il nostro numero di telefono dedicato 011/5666369, attivo il martedi dalle h 10.30 alle h 12.30 o via mail a: mutilazioni.cemuss@aslcittaditorino.it”.”
Che obiettivo vi siete prefissati creando un Centro medico pubblico a sostegno delle vittime di questa violenza?
“Poter accogliere le donne in un contesto aperto a tutte le culture, riservato, dove possano trovare chi parla la loro lingua e chi sappia ascoltare i loro problemi, senza pregiudizi, ma con la voglia di donare a loro ed alle loro figlie un futuro da donne normali, sane e non discriminiate. Un futuro senza dolore. E quel sorriso e quegli abbracci, quando ci arrivano dopo un lungo o breve percorso, sono il compenso più bello per il nostro lavoro”.
Virginia Sanchesi
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