Una scossa di quasi 8 gradi della scala Mercalli ha colpito la Siria e la Turchia, provocando il crollo di palazzi e un numero inesorabile di vittime e con altre movimenti sismisici, forse di assestamento, ma le indagini non lo ha ancora accertato. Un ulteriore incubo, in una zona già colpita da guerra e povertà, nonché da un clima che non aiuta la gestione delle risorse, che stanno arrivando da molte parti del mondo.
La Turchia si è spostata di 3 metri: il sisma è il più letale dal 1938, in un Paese già a rischio, poiché è attraversato da due faglie, la anatolica e la africana, generate dalla spaccatura della placca arabica, un rilievo, minori ad altri, presente sui fondali marini, che non appartiene al solo continente asiatico, come accade anche in altre aree, in cui i geologi hanno rilevato la presenza di queste “placche”. In questi tratti, il suolo è molto soggetto a sismi ed eruzioni vulcaniche.