Quando si è bambini, il sostantivo “racconto” rimanda a una favola, sia di un autore famoso sia a un’invenzione comica e spontanea, dell’adulto che li intrattiene. Quando si diventa ragazzi, e soprattutto se, già alle scuole secondarie di secondo grado si frequenta un indirizzo grafico, il racconto non è sinonimo di parole, ma anche di immagini.
Basti pensare alle pubblicità presenti nello spettacolo “Carosello”: siamo nel secolo scorso e brevi dialoghi, inclusi slogan, affiancavano le immagini, in una sorta di filmato, che produceva un’energia nel telespettatore che emoziona ancora oggi e anche chi, quegli anni, non li ha conosciuti.
Oggi, con molto rammarico, ricordiamo con nostalgia le scene di quel programma non paragonabile alle sciocchezze che vengono trasmesse, per promuovere beni o servizi: ovviamente, non si può criticare qualsiasi tipologia di brand. Un’azienda che si promuove ancora con un’efficacia è Coca Cola: pur non offrendo una vasta gamma di prodotti, i suoi spot alludono allo stare insieme, la condivisione di un momento della compagnia, senza l’utilizzo di alcolici.
Ognuno di noi, e le stories di Instagram da circa due anni ne sono una realtà, può diventare promotore di sé stesso, poiché abbiamo il grande potere di avventurarci in quella altrettanto enorme e dispersivo mondo che è la Rete. I ragazzi amano parlare di sé, è l’età che li rende egocentrici, però non tutto il “male” viene per nuocere: molti di essi stanno spopolando sui social e non con contenuti da bandire, anzi alcune università li stanno studiando come casi da analizzare a lezione: a loro modo, innescano un meccanismo economico non irrisorio.
Efficace è la cosiddetta narrazione di viaggio, attraverso fotografie. Una regola che rende il racconto più piacevole da sfogliare è mantenere una sintonia sia nei colori sia nei testi didascalici al fine di far comprendere quanta unione vi sia fra uno scatto e quello successivo. Un altro consiglio è postare come primo scatto la scena, oggetto in cui si desidera far emergere dettagli, tra cui esseri umani e animali.
Nonostante la maggior parte dei membri di Instagram utilizza i filtri eccessivi per aumentare in modo esplosivo la bellezza di un paesaggio, nello scatto, invece, è meglio leggere tra le righe o meglio tra i pixel, l’immagine che ne esce in un modo spontaneo: infatti, la sua naturalezza aumenta ed è più apprezzabile, poiché sia con luce nitida sia con luce fioca, l’osservatore apprezzerà a livello più personale il significato che l’immagine trasmette. Essa può offrire una propria interpretazione e l’ appassionato di arte fotografica ama quel genere di suspense che un’immagine crea e, di conseguenza, la verità la vuole anche un po’ costruire da sé.