Attualità

Slow Food: il lato attivo della lentezza

Autunno Pavese, stand di Slow Food Oltrepò Pavese.

Esso promuove un brand, che è e viene divulgato a livello internazionale, ospitato alla manifestazione con la mission, che lo distingue dalle singole aziende. Slow, dall’inglese, significa “lento” e food “cibo”: gustare non solo a livello nutritivo, ma, anche e soprattutto, consapevoli del valore che esso incorpora.

Esso è un tipico esempio di “brand cappello”, poiché ha l’elevato obiettivo di abbracciare il numero maggiore di aziende possibile, le quali condividano i principi di: “buono”, “giusto” e “pulito”. Molti utenti dei canali social applicano un hashtag a questi aggettivi, a scatti aventi come oggetto il cibo, come promozione social del valore morale.

Il brand esiste da una quarantina di anni, affermandosi, però, da una quindicina, con l’irruenza della Rete, in particolare di blog e pagine social, molto frequentate in provincia di Pavia, soprattutto quelle dedicate alla zona dell’Oltrepò: da qui, il neologismo “Oltrepoetico”, sul quale Luca, il tesoriere, con il quale ho avuto l’occasione di conoscere meglio questo “movimento”, ha posto con orgoglio un accento. Egli ha dichiarato che la kermesse autunnale, organizzata della provincia di Pavia, è un’ottima vetrina sulla quale affacciarsi al mercato, ma un altro target, il principale, è farsi conoscere dai giovani, i quali, però, spesso, confondono la serata come un’alternativa di ristoro. Cibarsi non è sinonimo di degustare, conoscere e apprezzare i valori con il quale una materia prima è trasformata in prodotto finale. L’auspicio è quello che questo genere di manifestazioni riesca a rendere anche un po’ consapevoli dei pro e dei contro di quello che è commestibile e di cui, spesso, il consumatore medio non ne è a conoscenza.

Slow Food, in questo caso il partner di Oltrepò Pavese, ha dichiarato la sua disponibilità nell’organizzare un numero elevato di incontri e conferenze, sia con le scuole sia con le università, ovviamente modificando il registro con il quale coinvolgere gli ascoltatori.

Un giovane che parla ai giovani, Luca si pone come obiettivo quello di “svecchiare” il significato di “lento”, che non è sinonimo di “inefficiente”, anzi il brand è più che proattivo e si presta ad abbracciare un numero elevato non solo di progetti, ma anche di idee, non solo da esperti, ma anche da chiunque volesse approcciarsi all’argomentazione.

In uno scambio di considerazioni, Luca e io abbiamo anche riconosciuto che una parte della “Generazione Z”, i nativi digitali, è più consapevole dei rischi che la crisi ambientale ed economica conducono, a differenza anche dei nati un solo decennio prima.

Essi, forse ispirati dalla loro coetanea Greta Thunberg, partecipano alle attività che Comuni e Associazioni suggeriscono nella riqualificazione degli ambienti, pubblici e privati.

Slow Food è sinonimo anche di Slow Tourism: ogni persona e ogni luogo nascondere qualcosa da raccontare ed è compito dei soci imparare ad ascoltarli. Le grandi aziende, in questo caso enogastronomiche e turistiche, raggiungono certi profitti, in merito alla resilienza e al capitale umano, aspetti che offrono una più nitida e convincente reputazione e motivazione nell’investire somme ingenti, ma anche consapevoli che il bilancio conservi un trend positivo.

 

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