’unica novità della offerta politica di questa surreale campagna
elettorale, è la costituzione e la presenza politica del Terzo Polo.
Il sentiment che lo informa, non è solo congiunturale,(unire Italia Viva di
Renzi e Azione di Calenda) per concorrere, come Polo unitario, alla
competizione elettorale ormai prossima; ma una scommessa strutturale
che tende a mettere a fattor comune tradizioni e culture diverse.
La finalità ultima di interesse è la costruzione di una “nuova casa comune”
dei liberal democratici, liberal socialisti, dei riformisti sparsi e dei
moderati di area centrodestra e centrosinistra.
Ma, soprattutto, è orientare a “ridare una casa “ militante e un terreno di
impegno ai milioni di elettori che hanno abbandonato la Politica,
ripiegando nel proprio privato; elettori “schifati” dalla politica politicante
e dalle chiacchiere e campanelli di questi ultimi lustri.
La nascita del Terzo Polo è non solo accompagnata, ma sembra fondata
da “una vera soggettiva rivoluzione copernicana” segnata dal passo
indietro di Matteo Renzi; il passo di lato di Renzi e la scelta di Carlo
Calenda come Front Runner del Rerzo Polo, non è affatto banale e non
era affatto scontata.
Matteo Renzi, nel bene e nel male, è uno dei pochi Cavalli di Razza ancora
presenti nelle attuali leadership di bassa qualità e parziale
rappresentanza; soprattutto se confrontati con i Giganti della Prima
Repubblica,
Ma Matteo Renzi pare abbia preso coscienza non solo del suo “egotismo”
indisponente, ma in particolare, di una sorta di idiosincrasia che, larga
parte dell’elettorato italiano, ha nei confronti del “Personaggio Renzi” sia
nella sfera pubblica, sia privata.
Una siffatta riconversione e disponibilità del Matteo non era affatto
scontata e rappresenta una vera positiva novità nel quadro politico del
Paese.
In una campagna elettorale che sembra quasi scontata per la vittoria
annunciata del Centrodestra; un successo, peraltro, drogato dalla Legge
elettorale vigente che garantirà una rappresentanza parlamentare ben
oltre il peso reale elettorale ( si stima che il 45/47 per cento dei voti,
farebbe scattare il 70% dei nuovi 600 Deputati e Senatori), la nascita del
Terzo Polo introduce una opportunità di richiamo dei tanti moderati che
rifuggono estremismi, populismi e sovranismi da qualunque parte
provengano.
In una siffatta offerta politica, si comprende che la paura faccia 90 non
solo a Forza Italia (irricevibile l’accusa di Taiani di “irrilevanza” e di “Ruota
di scorta del PD), ma anche al PD (Letta sembra ossessionato dal duo
Calenda – Renzi e batte sullo stonato ritornello del voto utile).
Al netto dei possibili errori dei Sondaggi, i dati dell’ultima media elaborata
da Termometro Politico sulle stime degli istituti che si sono cimentati con
le intenzioni di voto (Tp, Noto, Swg, Demopolis, Ipsos, Bidimedia, Tecné,
Euromedia, Piepoli) confermano una tendenza, in costante crescita, del
Terzo Polo proprio a scapito di Forza Italia e del PD.
Il dato tendenziale di media ponderata viaggerebbe, ormai, su valori
verso le due cifre, rispetto a poco più del 4,7% del dato originario
attribuito ad Azione e a Italia Viva.
La tendenza alla crescita del peso elettorale del Terzo Polo è una assoluta
novità densa di significati.
Che io ricordi, non era mai storicamente successo che l’unificazione di
due Forze politiche, avesse un risultato di stima elettorale nettamente
superiore ai dati ex ante.
“Promettiamo di non promettere” e il superamento della Sindrome
Nimby (not in my backyard) , sono i due assi dei binari strategici su cui
corrono le misure programmatiche e la scommessa politica del Terzo
Polo.
Il filo rosso che lega le scelte di Governo, è la crescita moderna dell’Italia
su infrastrutture materiali e immateriali, bollette energetiche e
diversificazioni delle fonti, burocrazia, trattamento del ciclo integrato dei
rifiuti, isstruzione, formazione, sanità e lavoro.
Il nodo di fondo è che l’Italia deve passare dal “Belpaese dei No, al Paese
Europeo dei Si”.
L’Italia non può continuare ad essere il Paese dei veti e dei Niet, quasi a
precindere.
Occorre superare la Sindrome già richiamata, per cui anche Chi è
consapevole della esigenza della realizzazione delle grandi opere
strategiche, non le vuole “nel proprio giardino”.
Il Terzo polo in pratica, punta a radicarsi e avere consensi su quella parte
di italiani non più disposta ad attendere una crisi emergenziale perché
qualcosa si muova sul fronte delle grandi opere.
Perché ciò avvenga, occorrerebbe smettere di votare i Rappresentanti
delle Forze Politiche che dicono No a tutto.
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L’innovazione del Terzo Polo di Calenda e Renzi
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