La Primavera era giunta in anticipo, dopo un Inverno mite. A metà marzo, parecchi alberi da frutta sfoggiavano una chioma delicatamente colorata dai petali bianchi e rosa e dalle foglioline verdi. La Natura si era ridestata dal letargo, per cui: piante, fiori e animali di ogni specie si preparavano affrontare i mesi più vivaci ed impegnativi.
Anche le piante che adornavano il piccolo parcheggio di un supermercato sentivano la nuova linfa scorrere dalle radici sino al tronco e tra i rami. Questi ultimi erano già pronti ad accogliere tutti i piccoli pennuti, sia essi fossero turisti, sia inquilini fissi e che, a breve, sarebbero tornati dopo aver soggiornato in luoghi più caldi.
I primi ad arrivare sulla pianta, ormai loro condominio, da qualche anno, furono: Piumotto, Ciuffetto e Zampetta. Sui rispettivi rami, essi controllavano che tutto fosse rimasto come l’autunno precedente e diedero poche ripulite qua e là nei propri nidi, notando qualche opera di ristrutturazione d ma nulla di urgente.
I tre erano amici sin dai tempi della schiusa delle uova e ad ognuno era stato attribuito il nome al momento della nascita: Piumotto era uscito dal guscio completamente ricoperto di implume morbida, cosa assai rara in quanto tutti gli uccellini nascono seminudi. Ciuffetto, invece, si era presentato fuori, dall’uovo con due penne vistose sulla testa che parevano il ciuffo di un rockettaro mentre Zampetta, a differenza degli altri piccoli, che si liberano dal guscio, colpendolo con il becco, lo aveva rotto con la zampa. Zampa che era rimasta in bellavista, per almeno cinque minuti, prima che riuscisse a liberarsi.
Sempre insieme avevo fatto i primi voli addestrati dai rispettivi papà. Sempre insieme avevano vissuto la prima migrazione autunnale e sempre insieme avevano conosciuto le rispettive mogli, anch’esse amiche dalla nascita. Piumotto e Violetta, Ciuffetto e Campanula, Zampetta e Primula erano quindi inseparabili. A differenza degli altri pennuti, i sei avevano deciso e ne erano convinti, che le loro unioni sarebbero state per sempre a differenza degli altri amici ed amiche che ogni anno, con la Primavera, cercavano un nuovo amore.
“Hey, guardate!”
disse Zampetta indicando con l’ala il punto da osservare. Il piccolo supermercato aveva cambiato colori ed insegna, molto più sgargianti e dal numero di auto che stavano arrivando, doveva essere anche molto conosciuto.
“Chissà se Gastone abita ancora da queste parti…”
aggiunse Piumotto guardandosi attorno. Gastone era il cane randagio più conosciuto del paese e benvoluto da tutti. Il suo manto ormai ingrigito gli conferiva rispetto e rispetto aveva da tutti. Presso ogni casa trovava cibo e acqua, coccole, bambini con cui giocare… ed anche i Vigili Urbani chiudevano un occhio in quanto il cagnone, anche se anzianotto, era un perfetto partner di ronde notturne: quando c’era qualcosa di strano o qualche elemento disturbatore, Gastone abbaiava a pieni polmoni avvisando tutto il piccolo paesello.
“Starà facendo uno dei suoi giri…”
gli rispose Ciuffetto mentre guardava stupito un fiorellino che dal ramo era sbocciato dentro il suo nido. Nel frattempo, anche Violetta, Primula e Campanula si posarono delicatamente sui rami, chiacchierando sottovoce. Si sistemarono le penne dopo il volo, si guardarono intorno per controllare che tutto fosse a posto e solo dopo presero posto a fianco del proprio consorte, strofinando il becco reciprocamente per un saluto affettuoso.
“Primula!! C’è un nuovo negozio coloratissimo davanti alla nostra pianta!”
la informò eccitato Zampetta, in quale non vedesse l’ora di farci un volo di fronte per curiosare un po’.
Le ragazze non batterono ciglio e finsero di essere alquanto disinteressate ma visto che la curiosità è “Femmina”, trattennero la frenesia di andare a sbirciare direttamente dentro il negozio.
Proprio in quell’istante, in lontananza e con passo tranquillo apparve la figura di Gastone. Avanzava lento, guardandosi intorno. I sei uccellini quando lo videro, incominciarono a svolazzare e cinguettare. I tre maschietti, più intraprendenti e sfacciati rispetto le femminucce, partirono verso il loro caro amico compiendo voli pindarici, volteggi e planate che di solito usavano per il corteggiamento. Anche il buon Gastone le riconobbe, scodinzolò con vigore e salutò con il suo abbaiare con accento francese, i tre piccoli amici e facendo finta di volerli addentare… Sì, Gastone era un cane francese, abbandonato anni prima dai suoi proprietari dopo essere rimasti in panne con l’auto. Al rientro, il posto per Gastone non c’era più e così, il baldo cucciolone si rifece una vita in Italia, circondandosi di tanti amici di tutte le razze, a due e quattro zampe.
Ciuffetto atterrò direttamente sul naso di Gastone, mentre Piumotto e Zampetta si posarono sopra la testa del cagnone, tra le due orecchie. Lui li portò sin sotto l’albero dove c’erano le tre amiche di piuma che lo stavano aspettando, sbattendo le ali in segno di saluto.
“Allora, Gastone!!! Come stai!!!”
Cinguettò Campanula a nome di tutte e tre. Gastone rispose:
“Adesso che vi vedo tutti qui, sono felice… e voi cosa mi raccontate?”
“Un viaggio lungo ma tranquillo”
gli confermò Ciuffetto che a quel punto si era seduto comodamente sul naso di Gastone, a zampette incrociate. Campanula lo fulminò con lo sguardo, non poteva essere così sfacciato con il suo amico e Ciuffetto con un colpo d’ali ritornò sul ramo, ad occhietti bassi.
Tutti gli altri risero, in primis Gastone. Dopo i convenevoli di rito, Zampetta passò all’atto pratico chiedendo al cane:
“Il Self Service è sempre aperto?”
“Certo! Il nuovo negozio è una sorpresa continua, in particolare la gastronomia … uuuhhhh… oh la là gourmandises!”
esclamò il cagnone leccandosi i baffi!! Gli uccellini si guardano l’un l’altro cercando di capire cosa avesse detto:
“Che ha detto?” Chiese Violetta
“Rumandiz!” rispose Ciuffetto. Piumotto lo guardò stranito e a sua volta chiese “Che vuol dire?”
“Non lo so, ma deve essere buono” sentenziò Ciuffetto.
“Si, ma prima di andare, dobbiamo sistemarci” consigliò Violetta e proseguendo” abbiamo fatto un lungo viaggio… da un’isola semideserta alla città… è il minimo!”
Tutti le diedero ragione! Zampetta però volle prima sapere cosa fosse successo nel periodo della loro migrazione, in quanto in quell’isoletta non giungevano notizie. Gastone iniziò ad aggiornali ma sul suo musetto imbiancato non c’era più il sorriso.
“Non riesco a comprendere le persone e i fatti che provocano: gli uomini si stanno perdendo. Guerre, ingiustizie, litigi, tradimenti. Ogni giorno, riescono a infliggersi un nuovo dispiacere. Gente che scappa dalla guerre, gente che scappa dalla fame, gente che cambia nazione per poter lavorare. Non oso dirvi quello che stanno “combinando” al Pianeta! Non si sopportano più, litigano e si ammazzano per un’inezia, minacciano di lasciare al freddo ed alla fame milioni di individui solo per puntiglio o delirio di onnipotenza. Non imparano niente dalla storia, anzi rischiano di fare di peggio ed in modo irrimediabile…” raccontò a loro con voce greve e commossa
“Beh… noi possiamo dividere il nostro cibo ed ospitare nel nido alcuni umani se vogliono… ci stringiamo un po’…” propose la tenera Campanula.
Gastone abbozzò un sorriso e le spiegò la difficoltà della cosa:
“Dubito che un umano, per quanto piccolo, possa entrare in un nido… neanche la fisica quantistica potrebbe, ma la tua bontà d’animo ti ha resa gigante come un’aquila reale” la elogiò il cane.
“Io non so cosa sia questa “fisica ciclistica” intervenne Zampetta, “ma qualcosa dobbiamo fare… è anche la nostra vita in pericolo!”
“Qualcosa stiamo facendo” rivelò Gastone ai suoi piccoli amici “Noi animali di questa zona ci siamo riuniti una sera. C’è voluto molto tempo per farlo… chi non era d’accordo, chi dubitava e anche chi ha riso all’inizio! Però ce l’abbiamo fatta e così sono intervenute delegazioni per ogni razza: cani, gatti, volatili, roditori… ci siamo trovati ed abbiamo concordato che tra noi, nella nostra zona non ci saranno motivi di litigio, aggressioni, spartizione del territorio… Ognuno è libero di andare dove vuole, al sicuro… Tutti hanno cibo e acqua, tutti aiutano tutti…”
“Sembra una favola” sospirò Ciuffetto
“Se ci stiamo riuscendo noi animali, potrà farlo anche l’uomo… Incominciamo a dare l’esempio! Adesso vi porto al Self-service e vedrete qualcosa di straordinario” disse con gioia Gastone.
I sei amici salirono sulla groppa del cagnone che a sua volta, con incedere regale e importante, passò nel parcheggio sotto gli occhi divertiti e stupiti dei Clienti del piccolo Supermercato. Una volta arrivati nel piazzale dietro il negozio, non poterono fare a meno di vedere tanti animali, di ogni razza mangiare insieme, l’uno in fianco all’altro il cibo che ogni giorno il piccolo market, tramite il buon cuore del custode Giacomino, faceva trovare loro: fresco, buono e per tutti i gusti. Il gatto vicino ad una tortora, come un cane vicino a un piccolo roditore. Vicini ed in armonia, l’armonia del Creato come la voleva il suo Creatore!
I sette amici si unirono al banchetto, un banchetto speciale, dove amicizia e rispetto erano il primo companatico da dividere insieme: sotto lo stesso cielo, lo stesso sole, la stessa luna.