Due Chiacchiere con l' Arte

Borgheggiando in Oltrepò Pavese

La provincia di Pavia sta conoscendo un nuovo concetto di turismo, soprattutto comunitario.

Saliamo la collina, nell’area della Valle Staffora, raccontando del borgo di Varzi.

Ogni paese, che si incontra, denota l’antichità del suo territorio, le cui testimonianze risalgono a ben prima del Medioevo. Esso, però, rappresenta lo stile artistico della maggior parte di quegli stessi borghi, in particolare di quello in cui ho sostato alcune ore, tra curiosità, gastronomia e qualche sfizio: Varzi.

 

Sabato, 12 marzo, il presidente nazionale dell’associazione, Fiorello Primi, ha consegnato la bandiera, l’attestato e la spilla al sindaco, nonché presidente della Provincia di Pavia, Giovanni Palli, definendo il paese nella lista de “I Borghi più Belli d’Italia”. Gli abitanti ne sono orgogliosi e soddisfatti di condividere questa onorificenza, con gli escursionisti e i turisti. Ho incontrato, nel centro storico, una coppia, di mezza età, che parlava con l’accento inglese: una breve quanto rilevante, in ambito economico, riflessione: essi osservavano l’ambiente, baciato dal sole, con stupore. Mi immaginavo: forse, abituati al clima, in genere piovigginoso, quella mattina il cielo era limpido, dalle temperature molto elevate, che rendevano ancora più brillanti i colori delle case. Uno diverso dall’altro, quasi accecanti, eppure quello skyline, ovvero la linea che “divide” i palazzi dal cielo, espressione tipica delle grandi città, è uno degli scatti più gettonati su Instagram. Credo sia meritevole citare la signora Marisa Bravi, residente del luogo, che, spesso, incanta con le sue fotografie del proprio paese: lo conoscerà ormai in ogni angolo, eppure lo comunica, usando un messaggio grafico evocativo.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante cielo, natura, albero e strada

Potrebbe essere un'immagine raffigurante attività all'aperto e muro di mattoni

L’aspetto che dovrebbe far riflettere è il legame che ha con quello che la circonda, ogni giorno: gli esseri umani sono incuriositi da elementi nuovi, spesso, lontani dalla loro quotidianità. Molti, che praticano turismo e vivono in provincia di Pavia, ammettono di non aver visitato il Duomo, simbolo del nostro capoluogo. Il motivo sembra banale: tutto quello che è vicino a noi, ci appare raggiungibile, da non preoccuparci nello scoprirlo.

Iniziamo il tour, con un consiglio: se il vostro itinerario è in automobile o con altro mezzo a motore proprio, un consiglio è quello di parcheggiarlo nella Piazza della Fiera, che è quasi confinante con il centro storico e fiancheggia un’ampia zona rigenerante, con parco giochi e attrezzature gratuite, per un eventuale sosta.

Il borgo offre molti servizi, tra cui strutture di svago e sanitarie. L’unica “latitanza”, raggiungibile in meno di un’ora, se non si presentano ostacoli, come gelo o neve, è il cinema.

La passeggiata è stata singolare, poiché, anche se in tarda mattinata, le temperature sopra i 35 °, in Alta Valle Staffora, è difficile che siano raggiunte: infatti, i commenti all’interno dei locali erano su queste particolari temperature elevate. In inverno, ad esempio, il borgo è uno dei primi a ricevere le nevicate in provincia di Pavia.

L’allarme dei geologi non è esagerato: i torrenti chiedono pioggia, come raramente prima d’ora, e verso Menconico, in un tratto, la collina sembrava un’altura situata in un paesaggio vulcanico suggestivo, ma è l’emergenza siccità.

Il primo locale in cui sosto e consumo una colazione è denominato Le Cicale. Mi ha attratto sia il modo di fare del personale, sia l’arredamento, interno ed esterno, sia il profumo. Il cameriere è stato molto gentile: sembra ovvio, ma alcuni professionisti di quel settore, a prescindere dall’età, sembra non lo sappiano: quando gestisci un’attività, che funziona solo con il contatto del pubblico, il sorriso, possibilmente non forzato, è d’obbligo. Ricordatevi che molti turisti o anche i frequentatori abituali sono la fonte di energia e offrono quel valore aggiunto, la cui “entità” è molto di più della cifra guadagnata. La posizione è favorevole a coloro che vogliono avvicinarsi sia al centro storico sia alle vie periferiche. Ad esempio, la stessa via de Le Cicale, si divide in un bivio: proseguendo verso destra, si raggiunge il centro sportivo, sinistra la piscina comunale.

Entrando e curiosando tra i negozi, i commessi mi avvisano che, seppur non iniziati, sono disponibili a farmi uno sconto parziale. Chiacchierando, quando scoprono che vengo da un paese, distante un’oretta, mi chiedono, anche a livello di marketing, diversi quesiti. L’obiettivo è conoscere e conoscerci. “Il posto delle Fragole” saluta la Redazione de “L’Eco di Pavia e provincia” e ringrazia le sue clienti, che mi hanno consentito di conoscerlo prima sui social, e, dalle immagini degli outfit e dalle recensioni pubblicate, invitavano ad essere “conosciute” in prima persona.  Infatti, la dipendente e, forse, proprietaria, mi chiede:“ Scusi signorina ha detto che, già, conosceva il nome del negozio, come faceva?

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Adoro il marketing e parlarne con un’esperta, dell’ambito fashion, non poteva che soddisfarmi: i canali social, se bene usati, offrono un potenziale comunicativo di immane dimensioni. “L’ho scoperto dalla sua pagina Facebook, ma anche degli scatti delle vostre clienti, con gli outfit acquistati qui e pubblicati su Instagram, geolocalizzando il post, con il nome del vostro negozio.

Da fan del brand, quando ancora non conoscevo molto il significato e il valore dei marchi, ho piacevolmente scoperto che questo negozio vende i capi di Denny Rose. La commessa mi ha confermato che il brand, inventato dalla stilista Daniela Malapighi, nel 1988, a Carpi, purtroppo è meno diffuso dalle nostre parti, ma questo svantaggio può diventare un suo punto di forza e lo consiglio alle nostalgiche, che, a fine anni Novanta, lo ricordano com un must-have, di abiti eleganti, soprattutto dedicato alla fascia di età giovanile. Ho visitato anche il retro del negozio e molte sfumature, disegni e ricami affascinano gli occhi.

Girovagando, tra una via e l’altra, vengo catturata da un’elevata presenza di: fiori, piante e statue, posizionate anche negli scorci, che rappresentano uno degli aspetti più caratteristici del borgo.

 

 

 

 

 

 

 

Il punto più celebre, ed è difficile stabilirlo, poiché il centro storico è sparso, può essere la Torre Sottana, alla quale è stato appeso un orologio.

 

Proseguendo dritto, si incontra la famosa chiesa di San Germano, edificio parrocchiale nel quale si celebrano le funzioni e particolari cerimonie religiose, nelle quali è, spesso, presente il vescovo Guido Marini.

                                     

 

 

Un angolo, quasi nascosto, merita di essere osservato e, se credenti, una preghiera: esso rappresenta una versione più ridotta della grotta di Massabielle, ovvero la celebre Grotta, presente a Lourdes, in Francia.

 

La comunità giovanile è attiva e, insieme alla Nuova Pro Loco, organizzano numerose attività, che abbracciando più settori. A fine luglio, già sono appese lungo i muri del paese e pubblicate i son già diffuse le locandine delle due giornate, a tema medievale. Non è raro che gli abitanti partecipino a feste di impronta storica: il tempo sembra proprio “incastonato” in un sasso medioevale e anche le nuove generazioni sanno immedesimarsi, in modo ammirevole, nell’ambito che sfogliano sui libri di scuola.

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Una vetrina mi cattura l’attenzione: non mi sbaglio quell’opera non mi è affatto nuova. Purtroppo, non ho avuto la possibilità di presenziare alla sua inaugurazione, ma ricordo alcuni scatti e didascalie, presenti sul canale Facebook e sulla pagina dell’ “sarto-artista”, all’anagrafe, Stefano Bressani. Il Comune e la Biblioteca Malaspina l’hanno invitato, l’anno scorso, a installare la sua SkultoCity, ovvero il profilo di un paese o di una città, in questo caso quello di Varzi.

La sua tecnica è, a dir poco, benedettina, poiché la caratteristica che lo distingue dagli altri è il modo in compone i quadri, lavorando con tinte, la maggior parte delle quali accese, di stoffe da lui selezionate con l’amore con cui svolge la sua professione. La biblioteca è un centro di incontro, nelle occasioni di lettura e di presentazioni editoriali, ancora più attiva, dopo la chiusura a causa di Covid19.

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Una sosta, prima del rientro, a L’Angolo Bar, locale con ampio ed elegante spazio esterno, molto frequentato. Se volete un gelato artigianale di qualità, con un’ampia scelta di gusti, non posso che suggerirvelo.

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