Questa mattina seguendo su Radio radicale la rassegna stampa, mi sono soffermato sulla notizia che l’ex ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, è stato scelto come nuovo presidente di UniCredit. Il cda della banca ha cooptato, all’unanimitá, Padoan quale amministratore non esecutivo, dopo averlo identificato come miglior candidato per la posizione di presidente per il prossimo mandato (2021-2023).
La pur brava Roberta Jannuzzi ha dato la notizia, senza alcun commento e io mi sono ritrovato a pensare come avrebbe dato una notizia di tale fatta lo storico commentatore della rubrica “Stampa e regime”.
Massimo Bordin, è mancato il 17 aprile 2019 all’età di 69 anni e per sette anni esatti, dal 3 aprile al 2 aprile 2019, aveva curato e presentato la rubrica “Stampa e regime”, diventando una appuntamento imperdibile per quelli come me che ne apprezzavano la cultura enciclopedica e l’acutezza dell’analisi politica, al punto che nell’impossibilità di ascoltarlo dalle 7,30 alle 9,00 del mattino si ricorreva alle varie repliche giornaliere.
La notizia è di un’importanza enorme. Pier Carlo Padoan è stato eletto (nella elezioni politiche del 2018) deputato nelle liste del PD, nel collegio di Siena.
Come ministro dell’economia si era speso molto per il salvataggio di Monte dei Paschi di Siena (BMPS) della quale il Tesoro dal 2017 (Ministro dell’economia Padoan) “detiene il 68% di Mps dopo la ricapitalizzazione precauzionale del 2017 e ha promesso alla Commissione europea di riportare sul mercato la banca entro fine del2021” (Wikipedia).
Tanto più che, dopo tre anni in Unicredit, Jean-Pierre Mustier (l’amministratore delegato di Unicredit), ferocemente contrario alla fusione con MPS, ha lasciato l’istituto.
Gli esperti di cose bancarie, leggono l’ingresso di Padoan e l’ipotesi che diverrà il prossimo presidente della seconda banca nazionale italiana, come una significativa mossa per avvicinare Unicredit a Monte dei Paschi. Un dossier da finalizzare dopo la primavera 2021, una volta che il board sarà rinnovato e potrà varare un aggiornamento del piano industriale.
Ciò risulta molto più probabile dopo che la scalata di Intesa-Sanpaolo a Ubi, nel luglio scorso, ha impresso un’accelerazione al consolidamento bancario europeo tanto auspicato dalla Bce.
Il nuovo gruppo bancario con l’integrazione di Ubi Banca in Intesa Sanpaolo sarà il settimo gruppo, in ordine di grandezza della zona Euro.
I ricavi del gruppo Intesa Sanpaolo sono stimati in 21 miliardi di Euro e viene dopo Santander (50 miliardi), Bnp Paribas (45), Bbva (25), Bpce (25), Societe Generale (25) e Deutsche Bank (22).
Personalmente sarò dispiaciuto di non leggere più gli articoli che Pier Carlo Padoan scriveva su “Il Foglio” del sabato, ma seguirò l’evoluzione del sistema bancario italiano con rinnovato interesse