Poesie

Nuove amicizie dopo il Ponte dell’Arcobaleno: il nuovo racconto di Elena Ramacci

Una lettrice de L’Eco, molto empatica, racconta su carta le sue emozioni. Le potremo anche dedicare una rubrica. Questa scia di sostantivi, aggettivi, verbi  e discorsi diretti vi farà riflettere e leggetela anche ai bambini, facendo loro comprendere che avere un amico peloso non è solo un gioco, ma è impegnativo e, in casi di bambini speciali, anche terapeutico.

 

Polly aveva riaperto gli occhietti dopo essersi addormentata dolcemente dal suo amico Veterinario. Ricordava vagamente, forse perché ancora assonnata, i visi tristi ed affranti dei suoi genitori umani e del medico. Forse, era stato solo un brutto sogno. Si sedette sulle zampette posteriori e si guardò intorno. Un andirivieni di cani di tutte le razze, cani fantasia, cani cocktail, cani macedonia, dai più piccoli di età e fisico ai più giganti di stazza. Ognuno di loro era accompagnato da un Cane Guardiano, munito di piccole ali sul dorso ed un circolino luminoso ad avvolgere la coda. Un abbaiare sottovoce, in tutte le lingue, faceva da colonna sonora alla scena che appariva agli occhi di Polly.

“Ciao!  Sei nuova del posto?” si sentì chiedere, all’improvviso facendola sobbalzare, da una vocina in fianco a lei. Un piccolo meticcio, con il pelo biondo e nero, le si era seduto accanto.

“Io sono Chicco… e sono qui da due giorni”

Polly lo guardò e tendendo la zampina, rispose:

“Io sono Polly e non ho ancora capito dove sono e che ci faccio qui…”

Chicco si mise a ridere e poi incominciò a spiegarle dov’erano e perché si trovavano lì.

“Questa è l’anticamera del Paradiso per gli Animali, Sezione Cani e siamo qui per ottenere il Pass per il Paradiso!”

cercò di insegnarle brevemente ed in modo semplice.

Polly si sentì smarrita, persa. Stava capendo che l’inevitabile per ogni essere vivente era giunto anche per lei e si rattristò pensando alla sua mamma umana e al suo babbo umano. Si ricordò com’erano sofferenti quando il buon Falco, il suo primo amico peloso, oltrepassò il Ponte lasciando dietro di sé dolore, tristezza e nostalgia.

“Hey,  Amica mia, guarda che qui stiamo bene, sai? Lascia che ti spieghi meglio come funziona. Ormai, sono qui da due giorni ed ho imparato tutto… Siediti ed ascolta!”

Polly ubbidì di buon ordine, quel nuovo amico le ispirava fiducia. Si sedette a terra ed attese quello che Chicco stava per narrarle.

“Ieri, un delicato soffio di vento ti ha portato qui, facendoti attraversare il Ponte dell’Arcobaleno… poi, un altro soffio ti ha svegliata, il soffio del tuo Cane Guardiano, che ora sta sistemando il tuo bagaglio…”

“Bagaglio?” lo interruppe Polly “Non ho valigie con me: le portava sempre la mia mamma umana”, gli disse tutto d’un fiato.

“Nessun bagaglio? Hai portato tanto di quell’Amore di mamma Patty con te, che ci vorranno dieci cagnolini magazzinieri per dividerlo in tante scatole…” le rispose Chicco, dandole anche un ordine: “Guarda dietro di te!”

Polly si girò e vide un immenso cubo luminoso e pulsante. Appesi a questo cubo, tanti piccoli cagnolini che salivano e scendevano con delle funi, come dei piccoli Navy Seals, suddividendo in scatole uguali e regolari, che finivano su di un nastro trasportatore diretto al parco. Essi attendevano in una lunga fila!

“Ma che ci fanno con quelle scatole?” chiese Polly tra il curioso e lo stupito.

“Quei cani, che vedi in attesa, non sono mai stati amati da alcuno! Sono tristi. Alcuni di loro sono stati, ingiustificatamente, maltrattati, usati nei combattimenti, negli esperimenti, resi cattivi da umani, il cui cuore funziona solo come organo fisico. Essi, anche se li coinvolgiamo, si sentono “inferiori”, a disagio in mezzo a noi, che, invece, siamo stati ricoperti di coccole e  di amore. Ognuno riceverà una scatola e aprendola saranno finalmente avvolti dall’Amore che non hanno conosciuto prima…” gli spiegò Chicco, con il magone in gola. Anche il mio cubo luminoso ieri è stato suddiviso così… non ho mai visto tanti cani felici, merito dei miei padroni che mi hanno amato, in modo quasi spropositato.

Polly seguì tutta la scena, fino alla distribuzione delle scatole. Ogni Cane Guardiano diede una scatola al proprio Protetto, con cura e trepidazione, nello stesso momento.

Il primo cagnolino, un pitbull morto in un combattimento, aprì la sua scatola e la Luce dell’Amore, portata da Polly, lo fece guaire e, appena comprese il significato di “Amore”, lo sentì abbaiare di felicità. Ogni dolore, lacrima, brutto ricordo erano scomparsi, come l’odio per gli umani. Ora, poteva correre allegro nelle praterie del Paradiso.

Polly, comprendendo meglio la nuova dimensione ed avendo già conosciuto un amico, fece un sospiro di sollievo: rideva e piangeva con ognuno di loro. Aveva dato tanto amore e tanto ne aveva ricevuto. Tutti i cani che ebbero la scatola con l’Amore di Polly sfilarono davanti a lei, gridandole, con gioia: “Grazie Polly!!” e sparirono dietro una coltre di luce. Li aspettava il Paradiso!

“Polly! Chicco! Tocca a voi adesso” Black, che era il decano dei Cani Guardiano, e Angioletto peloso, tra gli Angeli alati, erano venuto a chiamarli: dovevano essere ricevuti da Lui, Il Signore, per il “Benvenuto in Paradiso”.

Black era anche Dispensatore d’Amore. Ogni mese scendeva sulla Terra a cospargerla di Polvere Amorosa Magica.

“Caspita, siamo fortunati: riceve una sola volta a settimana gli animali, non dobbiamo aspettare tanto allora”, esclamò Chicco che, baldanzoso, incominciò a saltellare!

Polly, entrò per prima, poiché il protocollo prevedeva prima le Signore: in Paradiso, tutte le Donne e le Femmine di ogni razza vengono accolte con la massima importanza, poiché Dio conta tutte le loro lacrime versate. Subito dietro Chicco, che si era fatto timido-timido.

Un uomo giovane, di bell’aspetto, con occhi azzurrissimi e splendente come una stella, stava seduto dietro una bellissima scrivania e li accolse con un sorriso dolcissimo. Non era il vecchio con la barba bianca, raffigurato in Storia dell’Arte, ma un giovane prestante: porse a Polly delle caramelle al caffè.

“Le mie preferite! Me le portava sempre la Zia Piera…!” esclamò la cagnolina.

“Invece a te, dadini di formaggio” rivolgendosi a Chicco a cui venne in mente la sua Ely, che glieli dava sempre quando faceva il bravo.

“Siete stati entrambi della anime belle: un po’ birbantelli e con un bel caratterino, ma buoni e dolcissimi, come dovrebbero essere gli Uomini che invece mi danno sempre dei grattacapi. Il Paradiso vi aspetta, ve lo siete meritato! L’unico compito che avrete, in futuro, ma deciderò io quando, sarà quello di aprire le Porte del Paradiso ai vostri Padroncini. Li potrete riabbracciare e stare insieme a loro, per sempre”

Dio li accarezzò e chiamò Black per accompagnarli al Grande Portale.

Chicco e Polly erano elettrizzati e non vedevano l’ora di attraversarlo:

“Io vi lascio qui. Ora, verrà qualcuno a prendervi. Non muovetevi, non dovete aspettare tanto…” li istruì Black, salutandoli, con una leccata sul naso.

E fu di parola. Dalla luce, stavano venendo incontro due cani che Polly e Chicco riconobbero subito!

“Falco!!! Falco! Il mio primo amico peloso! Falco come sei bello! Gridò Polly, pervasa di gioia, correndogli incontro.

“Anche tu sei sempre una bella bionda!” e se la caricò sul dorso.

“Kim… Kim sei tu?” chiese commosso Chicco al primo cane, che fu di Ely, la sua padroncina.

“Sono io… vieni, ora ti porto dove starai finalmente bene, piccolo amico!”

Il Grande Portale si aprì davanti a loro… una luce calda li avvolse e, nel passare attraverso, Polly e Chicco videro quando fosse inimmaginabile la magnificenza di Dio.

 

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