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I MUGHETTI DELLA PACE: UNA MODESTA PROPOSTA

Dalla Francia un esempio per la pace: mettete dei fiori nei vostri cannoni

Oggi è il 1 maggio, come noto a tutti la festa dei lavoratori. Chi conosce la Francia e la cultura francese, sa che oggi in questo paese si celebra una tradizione particolare.

Oltre alle abituali sfilate, alle celebrazioni della festa del lavoro, in Francia si è soliti regalare dei mazzi di mughetti le esponenti del gentil sesso.

 

In tutta la Francia, chiunque, se a distanza adeguata (almeno 5 m) da un fiorista oggi può vendere mughetti. In effetti il mughetto è una pianta bellissima e profumata. La tradizione di regalarli risale all’impero romano, dove con questo gesto si celebravano le feste della primavera. Esistono varie leggende relative all’origine del mughetto. In antichità il fiore era associato al dio Ermes. Nel Medioevo si raccontava la leggenda secondo la quale il fiore fosse nato dalle lacrime perse da San Leonardo nel corso della sua estenuante lotta con Satana.

Il mughetto simboleggia verginità, innocenza e purezza, non a caso è presente nei bouquet delle spose durante i matrimoni. In Francia la tradizione di regalare mughetti risale al re Carlo IX, il quale nel 1561 decise di offrire mughetti porta fortuna a tuta la sua corte.

Molti secoli dopo, negli ani ’50 Cristian Dior utilizzò i mughetti per ornare una sua collezione di abiti da sera, forse bisogna precisare che il mughetto indica anche l’omo che ostenta troppo la sua raffinatezza. Dal 1976 la Francia associa la festa del 1 maggio al regalo dei mughetti.

 

Forse qualche lettore sarà stupito per l’argomento da me trattato oggi. Sono ben presenti le tematiche della guerra in Ucraina e del Covid ancora tra noi. Chiunque capisca i significati simbolici sa che il mughetto indica un ritorno alla felicità. Intendo quindi riprendere la famosa frase: mettete de i fiori nei vostri cannoni, ma non solo.

In guerra e pace di Tolstoj (la prima parte del libro è scritta in lingua francese), è presente un dialogo tra un soldato francese ed un nobile russo, in cui il soldato francese non è minimamente stupito di trovarsi di fronte un francofono, ma è sbalordito in quanto il suo interlocutore possiede un difetto inammissibile: “Ah, chi non è mai stato a Parigi è un barbaro”.

 

Ribadisco il mio pensiero (sicuramente utopico) per cui la Russia, se vuole davvero 2conquistare il mondo” deve valorizzare la sua cultura e non utilizzare il proprio esercito.

 

Auguro Buon 1 maggio a tutte le nostre lettrici e a tutti i nostri lettori

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