Politica

Mattarella Bis: una scelta per l’Italia

Vengono via via alla luce le ragione di un'elezione "schizofrenica"

Sergio Mattarella continua ad essere il dodicesimo Presidente della Repubblica Italiana, eletto, ieri 29 gennaio, con 759 voti e secondo solo a Sandro Pertini che, nel 1978, ne aveva ricevuto 832; aveva preannunciato di non volere e potere accettare un secondo mandato, anche e soprattutto in osservanza di come viene contemplata la figura del Capo dello Stato nello spirito istituzionale  e costituzionale della nostra Repubblica, ma “…se serve ci sono“, sarebbe la frase che Mattarella avrebbe pronunciato, mettendo così da parte le precedenti e fondate riserve.  Si è già indirizzata  ogni accusa di ignominia – meritata – nei riguardi dei parlamentari e degli altri grandi elettori che non sono stati capaci di trovare un nome condiviso, spingendosi ad affermazioni e prese di posizione contradditorie, rasentando il ridicolo, ed in stranezze, siamo sinceri, mettendo sul podio, ed in imbarazzo,  la Presidente del Senato, Casellati e la Direttrice del Dipartimento delle informazioni per la Sicurezza, Belloni,  forse per giocare d’ azzardo, fra un “o la va o la spacca” e l’attesa per della proposta autorevole – o del “deus ex machina” – che alla fine è arrivata, ed a quanto pare è stata del Presidente del Consiglio, Draghi – e più giusta non poteva essere e meno male -,  ma questa non è politica!

Comunque, piano piano, dalla sommità dell ‘iceberg, si scorge come è fatto l’iceberg, a partire dal contrasto che è esploso, vera e propria piaga, nel centro-destra, con Giorgia Meloni che minaccia la rottura, afferma che il centro-destra non esiste più e lo rifonderà lei;  se le cose stanno così la magagna allora era proprio nel centro-destra e si ripercuoteva sulle elezioni del Presidente della Repubblica? Può darsi di sì visto come stanno le cose, vista una spaccatura che già sussisteva, in quel raggruppamento, con la Lega e Forza Italia nel Governo e Fratelli d’Italia all’opposizione.  Antonio Tajani ha oggi eloquentemente dichiarato a “Mezz’ora in più” di Lucia Nunziata: “… senza Forza Italia e l’anima popolare il centrodestra non può essere un centrodestra di governo. Rischia di essere un centrodestra spostato e di avere un ruolo limitato” e tale posizione non è e non può essere una frase detta così per dire, sull’emozione provata per gli eventi.

Nello schieramento di centro-sinistra ha brillato il silenzio: forse anche lì si aspettava il “deus ex machina”, ma come non possono sussistere divergenze fra Pd e Movimento Cinque Stelle?

Ripercussioni di tale malessere, sia in uno schieramento che nell’altro  riverberano pure nel panorama politico ligure; ma anche da noi la polemica che spicca è  nel centro-destra, con le accuse di tradimenti, non si capisce bene quali, che così sono state commentate dal Presidente della Regione, Toti:

Noi abbiamo sempre lavorato per preservare la coalizione di centro-destra, ma prima di tutto l’equilibrio del sistema politico. Non c’è stato alcun tradimento, come qualcuno oggi vuole far passare, forse per giustificare errori propri”; “una mediazione (su Draghi o Casini ndr) era possibile, anzi a portata di mano, ma qualcuno non l’ha voluta cogliere per inseguire impossibili successi o per altre legittime valutazioni. Ma per favore, il tradimento, il complotto, gli sgambetti no. Il Presidente è una cosa seria, e le coalizioni non sono caserme, ma luoghi di confronto e condivisione. Alla fine bene così: buon lavoro Presidente“.

Tali parole pronunciate dal nostro Presidente ligure, compresi gli auguri al rinnovato mandato di Mattarella, esprimono nel miglior modo, e con lucidità, le ragioni degli intrighi e del travaglio che si sono manifestati per giungere all’elezione del Presidente della Repubblica!

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