INTERVISTA ALL’ AUTRICE
Nuovo libro, alcuni già all’attivo scritti con successo, di cosa parla questo nuovo lavoro?
Il nuovo romanzo, che fa parte del progetto sui vizi capitali, racconta l’accidia. La storia prende il via nel 1992 quando il protagonista, Ermanno, è già in pensione da un decennio e vive nel suo isolamento in Umbria. È un uomo che soffre di apatia e asocialità, proprio per questo motivo si sposta dalla sua regione d’origine, la Lombardia, nella speranza di non essere infastidito da nessun conoscente. Il suo progetto funziona per dieci anni ma poi la vita bussa inaspettatamente alla sua porta: improvvisamente arrivano dei vicini e i genitori vorrebbero tornare a vivere con lui. Nella storia gli fa da contrappunto il personaggio di Salvatore, un giovane carabiniere che stenta a credere alla storia in cui si è imbattuto e la riflessione sulla vita di Ermanno porterà una nuova ponderazione sulla propria esistenza. La quinta stagione, infatti, è quel momento in cui tutto dovrebbe essere dilatato per dare l’opportunità a chiunque di poter realizzare cose nuove e forse, in maniera sorprendente, creerà un segno nelle vite di tutti i protagonisti del racconto.
Argomenti sempre sociali e attuali, cosa comunichi con la tua scrittura?
Mi piacerebbe poter dire che siamo fallibili ma che certamente possiamo migliorare e magari cambiare un po’. Possiamo sviluppare sguardi nuovi sul mondo, lasciarci trasportare dalla sorpresa e respirare nuove possibilità di rinascita, nessuno si dovrebbe sentire escluso da queste occasioni che suggerisco attraverso la mia narrazione.
Scrivere oggi?
È una bella sfida! Come ben sappiamo i lettori non sono molti ma io mi accorgo che sono attenti, alcuni più assidui di un tempo e c’è, in parte, un piccolo fermento che mi spinge ad essere attiva e divulgativa in merito alla lettura. Mi piace pensare che ciascuno scrittore ha la possibilità di interagire con sempre nuovi lettori.
Una copertina sempre molto minimal, chi le sceglie e perché?
Le copertine sono sempre scelta della casa editrice ma devo ammettere che mi vengono sottoposte le proposte e mi fa piacere vedere una certa assonanza tra loro per quanto riguarda la collana dei vizi capitali: mi piace vedere un punto d’incontro nel design.
Come incentivare la lettura nei ragazzi?
Innanzitutto, credo che sia fondamentale l’esempio. Se nessuno legge in una famiglia è poco probabile che i bambini inizino a farlo in maniera spontanea. Oltretutto è importante leggere poiché s’imparano nuovi vocaboli, si amplia il linguaggio quindi il cervello può elaborare concetti più strutturati. Poi devo dire che le splendide iniziative dei silent book party, che spopolano da Londra a New York fino ad arrivare a noi, sono idee giovani e promosse da giovani; quindi, direi che dobbiamo anche imparare a dar atto a chi diffonde cose buone e forse saranno tutti più invogliati nell’esserne partecipi.
A che pubblico di lettori ti rivolgi?
6) Mi rivolgo a chiunque sia interessato a buone storie con risvolti profondi. Ovviamente sono cosciente del fatto che buona parte dei lettori è composto da donne con un’età che oscilla tra i trenta e i novantanove anni; in generale sono per lo più donne che fruiscono la narrativa, eppure sto riscontrando che anche uomini si avvicinano ai miei libri, che li sanno apprezzare ed è veramente lusinghiero quando nuovi lettori si appassionano ai miei romanzi.
Dove troviamo i tuoi libri?
I miei libri sono ordinabili in tutte le librerie e ordinabili online sulle maggiori piattaforme di vendita. “La quinta stagione” è pubblicato da una piccola casa editrice indipendente: Pab Editore, che ha tanta volontà di investire negli autori emergenti e credo sia una grande possibilità per la diffusione letteraria in realtà un meno legate al mainstream.
Progetti futuri
Ovviamente sto lavorando a un nuovo libro riguardante i vizi capitali ma ho appena terminato il mio primo romanzo giallo, quindi sono alquanto elettrizzata. Sono fiduciosa che i miei lettori abbiano voglia di gettarsi con me in una nuova avventura letteraria un pochino differente dalle altre che ho narrato finora.
Di Manuela Montemezzani