Nel precedente articolo di Liberamente (16/11/2024) ho scritto di Philip Zimbardo e della sua frequentazione con Stanley Milgram. I due crebbero insieme nel quartiere di Brooklin a New York. Entrambi vissero episodi di discriminazione fin dalla loro infanzia, Zimbardo perché era italo americano, Milgram in quanto ebreo. Quest’ultimo frequentò anche un altro celebre psicologo, Solom Ash di cui parleremo nel prossimo numero di Liberamente.
Tra il 1960 e il 1962 a Gerusalemme si svolse il processo ad Adolf Eichmann, uno dei principali responsabili dello sterminio della popolazione ebraica presente sul territorio tedesco nel corso della Seconda guerra mondiale. All’epoca del processo, Adolf Eichmann aveva 55 anni, gli avvocati difensori sostennero il Führerprinzip, ovvero che Eichmann avesse solamente obbedito agli ordini e che non fosse quindi giuridicamente colpevole. A sua discolpa Eichmann citò Immannuel Kant, il celebre filosofo tedesco, affermando di seguire la sua etica. Data la complessità della tematica mi limito solamente a riportare le parole di Eichmann aggiungendo un mio breve commento al termine:
«Era mio dovere di soldato farlo», anche se gli ordini comportavano lo sterminio di milioni di persone. “Quando ho parlato di Kant”, affermò “intendevo dire che il principio della mia volontà deve essere sempre tale da poter divenire il principio di leggi generali. Infatti, se fosse ammesso disobbedire agli ordini quando non sono condivisi, che senso avrebbe la disciplina militare, l’esercito, la difesa in armi della patria? ” Queste le corrette citazioni effettuate da Eichmann, il quale però a mio avviso non ha ben compreso altre affermazioni di Kant come le seguenti, le quali dovrebbero essere vissute come estremamente incoerenti per chi abbia commesso un genocidio:
«Agisci in modo da trattare l’umanità, tanto nella tua persona quanto nella persona di ogni altro, sempre nello stesso tempo come un fine, e mai unicamente come un mezzo».
Il tribunale ritenne di condannare Eichmann a morte tramite impiccagione.
Il processo sconvolse e fece riflettere l’intero mondo. Celebre la corrispondenza per il New Yorker della filosofa Anna Arendt da cui fu successivamente tratto il libro: “La banalità del male”, in cui si teorizzava come a volte il male si incarna in semplici, anonimi e oscuri burocrati come Eichmann.
Stimolato dal processo Eichmann, nel 1963 Milgram cercò di capire quanto un essere umano possa obbedire all’autorità. Convocò nel suo laboratorio all’università di Yale delle persone dichiarando di voler studiare l’effetto delle punizioni sull’apprendimento. Elaborò un esperimento in cui venivano coinvolte tre persone alla volta, solo uno dei partecipanti costituiva il soggetto sperimentale, mentre gli altri due erano collaboratori dello psicologo. Uno dei collaboratori recitava sempre la parte dell’allievo, l’altro sempre quella dello sperimentatore responsabile dell’esperimento. L’allievo avrebbe dovuto leggere ed imparare a memoria un testo, ad ogni spaglio lo sperimentatore chiedeva all’insegnante (il vero soggetto dell’esperimento) di somministrare scariche sempre più forti girando una manopola, fino ad arrivare al voltaggio di 450 sotto cui era scritto: “XXX scossa letale”.
I soggetti coinvolti furono 40 uomini (dai 20 ai 50 anni), precisiamo che nessun soggetto ricevette mai scosse mortali, l’allievo era un bravo attore che simulava le reazioni di un essere umano che riceveva scosse elettriche.
Dall’analisi dei dati dell’esperimento emerse che tutti i soggetti somministrarono almeno una scossa, in media la scossa più alta toccò i 360 volt. Le persone che somministrarono la scossa mortale furono 26, (il 62,5%) mentre solo 5 soggetti (il 15%) decise di non somministrare la scossa mortale.
Dall’esperimento si deduce che circa l’80% delle persone non ha la capacità di opporsi ad ordini forniti dall’autorità, esse si sentono obbligate ad obbedire all’autorità senza pensare alle conseguenze del loro comportamento.
Ciò che abbiamo scritto relativamente all’esperienza della prigione ideata da Zimbardo, vale anche per Milgram, i principi dei comitati etici dei nostri giorni impedirebbero la realizzazione di progetti simili.
Il campione statistico di Miglram (40 persone e tutti maschi bianchi degli U.S.A) può essere considerato statisticamente non significativo.
Nel 2021 Haslam e Reicher ripresero sia gli studi effettuati da Stanley Milgram che da Philip Zimbardo, in quanto molti si chiedono come sia possibile spiegare i risultati descritti in questi due importanti esperimenti. Haslam e Reicher affermano che la tirannia non si impone per l’ignoranza o l’incapacità delle persone, ma perché esse si identificano con una fonte che riesce a camuffare azioni crudeli per gesti virtuosi. Al momento non è possibile fornire chiare ed efficaci spiegazioni sul perché tutto ciò accada.
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