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La Certosa di Pavia: Un Gioiello di Arte e Storia

La Certosa di Pavia, conosciuta anche come “Gratiarum Carthusia” o Monastero di Santa Maria delle Grazie, è uno dei monumenti più emblematici della Lombardia. Situata nel comune di Certosa di Pavia, a pochi chilometri a nord del capoluogo pavese, questa straordinaria opera architettonica e artistica rappresenta una sintesi unica tra il tardo gotico italiano e il primo rinascimento. Commissionata dal duca Gian Galeazzo Visconti nel XIV secolo, la Certosa è non solo un luogo di culto, ma anche un mausoleo dinastico e un museo vivente di arte e cultura italiana.


Storia della Certosa

Origini e Fondazione

La costruzione della Certosa fu un atto di devozione e politica voluto da Gian Galeazzo Visconti, primo duca di Milano. La prima pietra fu posata il 27 agosto 1396, in adempimento a un voto della seconda moglie del duca, Caterina Visconti. L’intento originale era duplice: creare un luogo sacro per la comunità certosina e un mausoleo per la dinastia viscontea.

Il luogo prescelto, ai margini del Parco Visconteo, una riserva di caccia ducale, era strategicamente situato tra Milano e Pavia, le due città più importanti del ducato. L’opera fu affidata inizialmente a Bernardo da Venezia e Cristoforo da Conigo, ma la sua realizzazione coinvolse una schiera di artisti e architetti di fama, tra cui Giovanni e Guiniforte Solari, Giovanni Antonio Amadeo e Cristoforo Solari.


Un Lungo Processo di Costruzione

La costruzione si protrasse per più di un secolo, subendo rallentamenti e modifiche a causa delle complesse vicende politiche e dinastiche della Lombardia. Alla morte di Gian Galeazzo nel 1402, i lavori furono interrotti, ma vennero ripresi da Filippo Maria Visconti e successivamente completati sotto il ducato degli Sforza.

La chiesa fu consacrata ufficialmente il 3 maggio 1497, ma alcune sue parti, come la facciata e il tiburio, furono terminate solo nei secoli successivi. Il contributo di artisti rinomati come i fratelli Mantegazza, Benedetto Briosco e Cristoforo Lombardo arricchì ulteriormente il complesso, portando alla realizzazione di una delle facciate più straordinarie del Rinascimento italiano.


Architettura e Arte

La Chiesa

La chiesa della Certosa ha una pianta a croce latina con tre navate e un’abside trilobata, che richiama le proporzioni del Duomo di Milano, simbolo del potere visconteo. Il progetto originario era in stile gotico, ma gli interventi successivi incorporarono elementi rinascimentali, creando un’armonia stilistica unica.

  • La Facciata: Realizzata principalmente in marmo di Carrara, è un trionfo di decorazioni scultoree. L’opera dei Mantegazza e di Amadeo si distingue per la ricchezza dei dettagli, con scene bibliche, medaglioni e motivi mitologici. Il portale centrale, opera di Benedetto Briosco, narra episodi della vita certosina e celebra la gloria dei Visconti.
  • Gli Interni: La decorazione interna è un capolavoro di pittura e scultura rinascimentale. Gli affreschi di Ambrogio da Fossano, detto il Bergognone, rappresentano scene sacre di grande intensità spirituale. Il coro ligneo, realizzato da Bartolomeo de Polli, è un esempio magistrale di intarsio rinascimentale.

I Chiostri

La Certosa è organizzata attorno a due chiostri principali: il chiostro piccolo e il chiostro grande.

  • Chiostro Piccolo: Collegato alla chiesa, è decorato con raffinati ornamenti in terracotta attribuiti a Rinaldo De Stauris. Era il fulcro della vita comunitaria, circondato dagli ambienti principali come la sala capitolare e il refettorio.
  • Chiostro Grande: Con i suoi 125 metri di lunghezza e 36 celle monastiche, rappresenta il cuore della clausura certosina. Le decorazioni delle colonne, in marmo bianco e rosa, sono un esempio della maestria scultorea del XV secolo.

Il Mausoleo Dinastico

La Certosa ospita le tombe di Gian Galeazzo Visconti e altre figure eminenti della dinastia viscontea e sforzesca. Il monumento funebre di Gian Galeazzo, opera di Gian Cristoforo Romano, è un capolavoro del rinascimento lombardo, con decorazioni che celebrano la grandezza del duca.

Di particolare interesse è il cenotafio di Ludovico il Moro e Beatrice d’Este, realizzato da Cristoforo Solari. Le statue giacenti dei duchi, originariamente destinate a Santa Maria delle Grazie a Milano, furono trasferite alla Certosa nel XVI secolo.


Le Opere d’Arte

La Certosa di Pavia è anche un vero e proprio museo. Tra le opere più celebri troviamo:

  • Il Polittico di Perugino: Commissionato da Ludovico il Moro, è uno dei capolavori dell’arte umbra in Lombardia.
  • Le Pale del Bergognone: Come la “Pala di Sant’Ambrogio”, che testimonia l’influenza fiamminga sulla pittura lombarda.
  • Le Vetrate: Realizzate su cartoni di Vincenzo Foppa e Bergognone, rappresentano una delle collezioni più significative del Rinascimento italiano.

Vita Monastica e Uso Contemporaneo

I Monaci Certosini

Originariamente abitata da una comunità certosina, la Certosa ha visto alternarsi diversi ordini monastici nel corso dei secoli, tra cui i cistercensi e i benedettini. La vita monastica era regolata da una rigida clausura, con momenti di preghiera e lavoro agricolo.

La Certosa Oggi

Dopo la soppressione napoleonica e vari cambi di gestione, la Certosa è oggi un monumento nazionale e ospita una piccola comunità cistercense. I monaci si occupano della manutenzione del complesso, della vendita di prodotti tipici come miele, riso e liquori, e delle visite guidate.

Il Museo della Certosa, allestito nel Palazzo Ducale adiacente, conserva una vasta collezione di opere d’arte, modelli architettonici e documenti storici.


Possiamo in fine dire che;

La Certosa di Pavia è molto più di un monastero. È un simbolo di devozione, arte e potere, che riflette le ambizioni dei Visconti e degli Sforza e la maestria degli artisti rinascimentali. Visitare la Certosa significa immergersi in un viaggio attraverso la storia, la spiritualità e l’arte italiana, scoprendo uno dei gioielli più preziosi del nostro patrimonio culturale.

MARCO PILLA
Marco Pilla nasce a Pavia il 24/09/1981 da famiglia d’alta borghesia, tra i quali il nonno materno Cremonesi Vincenzo, vecchio forgiatore, dal quale apprenderà l’antica arte della manipolazione dei metalli. Sin da adolescente si distingue dai suoi coetanei per la sua capacità manuale, creando i suoi primi oggetti in ferro ,tutto ciò sempre sotto la stretta osservanza del nonno. “Da quando ero ragazzino ad oggi non e cambiato nulla sen non l’aspetto fisico, ho sempre la stessa voglia di fare e di scoprire cose nuove per questo spesso sono in volo per il mondo. Questi miei continui viaggi ,mi danno la possibilità di apprendere in continuazione informazioni che permettono alla mia persona di aumentare sempre di più il bagaglio tecnico/culturale, anche perché io credo, anzi ne sono convinto, che all’interno di ogni essere umano ci sia una sorta di libreria, e che ognuno di noi abbia il dovere di riempirla nell’arco dei suoi giorni il più possibile, per se e per le persone che lo circondano.” Iscritto nel registro dei periti araldici presso la commercio di Pavia, iscrizione n. 253 dell’11.1.2021 C.T.U. presso il tribunale di Pavia in genealogia e scienze documentarie https://www.tribunale.pavia.giustizia.it/it/Content/Ctu?professione=-1&specializzazione=110332&idCP=85691 Inserito nella sezione artisti della celebre “Tota Pulchra”, associazione di promozione sociale, nata l’8 maggio del 2016 da un’idea di Monsignor Jean-Marie Gervais, Presidente della stessa Associazione e Prefetto Coadiutore del Capitolo Vaticano. https://totapulchra.org/index.php/chisiamo/artisti/781-marco-pilla

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