Sono trascorsi venticinque anni dall’istituzione di una giornata di commemorazione e sensibilizzazione al tema della violenza di genere. Sono 25 anni di 25 novembre, cioè venticinque giornate simbolo in cui ricordare, discutere, mettere in crisi quanto pensiamo di sapere o di aver raggiunto. Anche di fronte allo scoramento causato dal tasso di violenza che, in tutto il mondo, rimane alto, questi momenti hanno un altissimo valore ideale e di aggregazione. L’alleanza per la tutela delle donne è, appunto, internazionale: le discriminazioni e le violenze si stratificano e si sommano, per questo bisogna agire come individui e come paesi per proteggere le donne di tutto il mondo.
Quello che possiamo fare è contribuire a scardinare un prototipo di mascolinità prevaricatrice, diffondendo una cultura capace di superare il paradigma machista. Siamo immersi in stimoli che nutrono la cultura popolare di riferimenti aggressivi e rabbiosi, nel cinema, nella trap, nel porno, nell’educazione familiare, nella politica. L’unico contraltare non può essere soltanto la strategia sanzionatoria, ma un percorso più profondo e innestato su percorsi pedagogici e culturali: possono qualcosa la letteratura e il teatro, ad esempio? Quali sfide si pongono ai giovani educatori di oggi? Come si costruisce, tutte e tutti insieme, un immaginario non violento?
Saluti introduttivi: Antonella Campagna (Direttrice della Biblioteca Universitaria di Pavia) e Alessandra Fuccillo (Assessora alla Scuola, Pari Opportunità e Istruzione, Comune di Pavia)
Tavola rotonda: Perché commemorare? Quale ruolo per la cultura, l’educazione e l’arte nel contrasto alla violenza di genere
Paola Barretta (Portavoce dell’Associazione Carta di Roma, collaboratrice Osservatorio di Pavia)
Andreina di Sanzio (critica cinematografica, docente di Storia del Cinema allo IED e membro FIPRESCI)
Andrea Zatti (Rettore Collegio Cairoli, Docente di Finanza Pubblica Europea e di Politiche Pubbliche e ambiente presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia).
Con una testimonianza di Gioia Joy Obasuyi, studentessa e attivista afrodiscendente
Monologhi di Gerardo Innarella, liberamente ispirati a 2666 di Roberto Bolaño, con Chiara Benzi, Anna Cei, Gaia Giardini e allieve e allievi del TiC – Teatro in Città, progetto promosso dal Bilancio partecipativo del Comune di Pavia.