Mariano Comense, 8 ottobre 2024 – In un’atmosfera di profonda spiritualità e tradizione, si è tenuta presso la Chiesa di Santo Stefano a Mariano Comense una cerimonia speciale che ha visto protagonista la consegna ufficiale dello stemma araldico ideato da Jack Aliu Çelpica per il Prevosto Don Luigi Redaelli, Decano di Cantù e responsabile della comunità pastorale di San Francesco.
L’opera, progettata con grande attenzione ai dettagli simbolici e realizzata graficamente dall’esperto araldista Massimo Ghirardi, rappresenta un’espressione concreta del legame tra fede e tradizione araldica. Jack Aliu Çelpica, figura emergente nel campo dell’araldica, ha creato questo stemma non solo come un omaggio alla storia e alla religione, ma come simbolo di una devozione personale e comunitaria che affonda le radici in una lunga tradizione ecclesiastica.
La blasonatura dello stemma
La blasonatura dello stemma è una chiara testimonianza di come ogni dettaglio sia carico di significato. La composizione si divide in due campi principali, ognuno dei quali racconta una parte importante della storia e della fede del Prevosto Don Luigi Redaelli.
- Primo campo: Il lato sinistro dello stemma è di azzurro, un colore profondamente legato alla devozione mariana. In basso, si trova un libro aperto d’oro, simbolo della sapienza e della parola di Dio. Ma il vero cuore di questo campo è il cuore ardente rosso, trafitto da una freccia nera cadente in sbarra. Questo simbolo richiama una delle frasi più celebri delle Confessioni di Sant’Agostino d’Ippona: “Sagittaveras tu cor meum charitate tua” (“Hai ferito il mio cuore con il tuo amore”). Un’immagine potente che è stata adottata dall’Ordine di Sant’Agostino come simbolo della loro missione spirituale, e che qui assume un ulteriore significato legato al dolore e alla devozione della Madonna sotto la croce di Cristo.
- Secondo campo: Il lato destro dello scudo è d’argento, smalto che in araldica viene spesso rappresentato come bianco, e su questo sfondo si stagliano tre fasce increspate di rosso, un riferimento allo stemma della famiglia Redaelli, cui appartiene il Prevosto. Le fasce, con il loro andamento ondulato, possono essere interpretate come un simbolo di continuità, fede e appartenenza. Il bianco e il rosso, inoltre, richiamano la bandiera della Resurrezione, portata da Gesù in segno di trionfo sulla morte, un simbolo che ritroviamo in numerose rappresentazioni religiose e che è stato poi associato a San Giorgio e ad altri santi che combattono il male.
Un richiamo alla povertà francescana
Lo stemma non si esaurisce nei campi dello scudo, ma è arricchito da una serie di ornamenti esteriori che ne aumentano il valore simbolico e spirituale. Attorno allo scudo corre infatti un cordolo francescano d’argento, il caratteristico cordone che indossano i frati minori come simbolo della loro povertà e umiltà. Questo dettaglio è un chiaro riferimento al culto di San Francesco d’Assisi, al quale la comunità pastorale di Mariano Comense è particolarmente devota. Proprio a Mariano, infatti, sorge una piccola chiesa dedicata al santo di Assisi, sottolineando ulteriormente il legame tra la figura del Prevosto Redaelli e la tradizione francescana.
Dietro lo scudo è posta una ferula, il bastone processionale che simboleggia il ruolo di Prevosto, un privilegio riservato ai capi di circoscrizioni ecclesiastiche. Questo bastone ha una lunga tradizione all’interno della Chiesa Cattolica, soprattutto in ambito ambrosiano, dove continua a essere utilizzato come segno di autorità e di guida spirituale.
Un’opera che unisce fede e araldica
La cerimonia di consegna dello stemma ha rappresentato un momento importante per tutta la comunità di Mariano Comense. Durante l’evento, Jack Aliu Çelpica ha avuto modo di spiegare come il disegno dello stemma sia stato concepito per esprimere i valori profondi e la fede del Prevosto Redaelli. “Ogni elemento di questo stemma – ha dichiarato Çelpica – è stato pensato per riflettere la devozione e il servizio pastorale di Don Luigi. Il cuore trafitto, le fasce increspate, il cordolo francescano: sono tutti simboli che raccontano una storia di fede, di dolore e di resurrezione”.
La realizzazione grafica dell’opera, affidata a Massimo Ghirardi, è stata eseguita con grande cura, mantenendo fedeli le proporzioni e i dettagli che rendono lo stemma un vero e proprio capolavoro di araldica moderna.
La tradizione araldica nella Chiesa Cattolica
Nella tradizione della Chiesa Cattolica, l’araldica ha sempre avuto un ruolo significativo. Lo stemma non è soltanto un ornamento, ma un simbolo che racchiude l’identità spirituale e pastorale della persona cui è destinato. Nel caso del Decano di Cantù, lo stemma rispetta le regole araldiche ecclesiastiche, prevedendo l’uso del galero nero, un cappello prelatizio da cui pendono due nappe nere per lato. Questo particolare è riservato ai Decani e serve a distinguerli nell’organizzazione ecclesiastica.
La ferula, elemento centrale dello stemma di Redaelli, è un altro simbolo di grande rilevanza, che nella tradizione ambrosiana viene utilizzato durante le processioni e nelle celebrazioni solenni, sottolineando il ruolo di guida spirituale del Prevosto.
Un impegno per la promozione della cultura araldica
Jack Aliu Çelpica, oltre a essere autore di questo significativo stemma, è una figura di spicco nel panorama della cultura araldica e vessillologica. Gestore della pagina Facebook “Il Conte di Bashtova”, dove promuove la fortezza bizantina di Bashtova in Albania, Çelpica è un appassionato studioso di storia bizantina e ottomana, nonché di diritto nobiliare.
La sua dedizione allo studio delle tradizioni storiche e araldiche lo ha portato a collaborare con istituzioni come il Centro Italiano Studi Vessillologici e il Gruppo Araldica Civica, dove contribuisce alla valorizzazione del patrimonio araldico italiano e internazionale.
Devozione e arte
In conclusione, possiamo affermare che la consegna dello stemma araldico a Don Luigi Redaelli è stata molto più di un semplice gesto formale, la si può definire una celebrazione della fede, della tradizione e dell’arte araldica, resa possibile grazie alla passione e all’impegno di Jack Aliu Çelpica e Massimo Ghirardi. Questo stemma non solo rappresenta l’identità del Prevosto, ma simboleggia anche la continuità di una tradizione che affonda le sue radici nei secoli, mantenendo vivo il legame tra la Chiesa, la comunità e la storia.
requestAnimationFrame((function(){window.__oai_logTTI?window.__oai_logTTI():window.__oai_SSR_TTI=window.__oai_SSR_TTI??Date.now()}))