Attualità

Il conflitto in Medio Oriente: ri giorni dell’odio

Intervento dello scrittore Fabrizio Uberto

In questo periodo storico insanguinato da due guerre sempre più feroci, nonché connotato specialmente per quel che riguarda il Medio Oriente, da un susseguirsi di vendette, ritorsioni e colpi bassi da una parte e dall’altra, torna attuale l’interrogativo- principe dell’Umanesimo ” Qui es tu homo?”. Con questa domanda rivolta ai singoli ed al mondo intero, il grande movimento di pensiero non vuole tanto porre l’accento su aspetti metafisici della natura umana, quanto chiedersi, nel concreto, ” tu uomo chi decidi di essere?”, evocando con l’ interrogativo anche il concetto di libertà, depurato da quello del tutto sterile di ” libero arbitrio”. Non si da libertà, secondo gli Umanisti, se non come potenzialità di scelta tra bene e male e in tanto l’individuo è libero, in quanto ogni giorno abbia la possibilità di non rinunciare a quel ” Logos” che per definizione lo eleva da ogni altra specie animale.
Dovrebbero tutti ricordarselo, in questi drammatici ” giorni dell’odio”. L’essere umano è tale, perché dispone del Logos, della capacità di parola, e dunque anche quella di dialogo e di interrelazione con i suoi simili. E questo ” Verbo”, specialmente in tragiche circostanze come quelle belliche, dovrebbe nutrirsi anche di empatia e di compassione per le sofferenze di qualsiasi popolazione, a prescindere da uno pedissequo elenco dei torti e delle ragioni reciproci. E invece niente di tutto questo .
Perché il” Logos” così inteso, appare completamente esiliato in quelli che dovrebbero essere i luoghi deputati dell’informazione e delle istituzioni ad ogni livello, nei quali la parola d’ordine è far tacere l’obbiettività e schierarsi dall’una o dall’altra parte, in una postura da partita di calcio o da video-game.
Nessuno o pochissimi, ad esempio per quel che riguarda il Medio Oriente, vogliono rivolgere uno sguardo oggettivo sulle ragioni degli uni e degli altri. Il che significherebbe da un lato riconoscere il sacrosanto diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato ed a non subire ( come di fatto è sempre successo) vessazioni e soprusi da parte di estremisti israeliani. Ma nel contempo ammettere che il Pogrom atroce del 7 ottobre contro ebrei inermi aveva l’unico scopo di provocare una reazione ( certo esagerata e per certi aspetti criminale) dello Stato Ebraico e di scatenare contro lo stesso, tutte le comunità islamiche che lo hanno sempre odiato, dichiarando apertamente di volerne la soppressione. Ad Hamas, come ad Hezbollah, all’Iran, come alla Siria, non interessa per niente la causa palestinese: il loro unico vero obbiettivo è la cancellazione di Israele, come di dice ” dal fiume al mare”.
Ma questa capacità di intermediazione e di composizione dei conflitti, come ho già avuto occasione di dire, dovrebbe esprimersi attraverso una mentalità ” terza”, sia sul piano istituzionale che su quello delle opinioni pubbliche. Ed invece ancora una volta, si assiste ad una totale assenza di iniziativa da parte dell’Unione Europea, incapace di mostrare quell’ autorevolezza, che sarebbe necessaria quantomeno per tentare di fermare i massacri. Mentre sul versante delle manifestazioni di piazza, si opta per una visione a senso unico, nella quale l’obiettività latita, per dare spazio invece a vergognose liste di proscrizione, che arrivano a dileggiare figure come quella nobile di Liliana Segre, o addirittura a celebrare il 7 ottobre come ” inizio di una rivoluzione” e non invece a considerarlo come una delle pagine più atroci e degradanti della storia dell’Umanità.

Lascia un commento