INTERVISTA ALL’ AUTORE
Come nasce la sua poesia
Per la verità sono giunto soltanto in tarda età a poetare, sebbene in gioventù ho auto pubblicato un libricino “Immagini e sensazioni”. Mi interessava di più la narrativa (tre sono i romanzi che ho pubblicato). Alla poesia sono ritornato quasi per caso. L’insonnia per certi versi è stata la musa ispiratrice, nel senso che di notte dormo pochissimo e, quindi, mi dedico alla scrittura, provando a mettere su carta pensieri così come affiorano dal profondo. La mia è una poesia di getto, non costruita, tanto è vero che mi riesce difficile scrivere versi su un tema prestabilito. Ecco per dirla in breve mi lascio guidare dalla mia ispirazione.
Ci parli di lei come poeta
Intanto tutti mi riconoscono come il “poeta viaggiatore” (soprattutto i miei amici), perché non disdegno di allontanarmi dal mio paese Arzano, in provincia di Napoli, per raggiungere diverse città della penisola per promuovere la poesia (non solo la mia) e sono appena tornato da un viaggio che mi ha portato a Stevena’ nel Friuli e a Zenica in Bosnia Erzegovina, dove ho partecipato come invitato al Festival della Letteratura “Pero Zivodraga Zivkovica”. Potrebbe sembrare una nota stravagante, ma non lo è nel modo più assoluto. Credo che la poesia abbia un compito di grande rilevanza, quello di unire popoli di diverse etnie e culture in un mondo che pare piuttosto ingombro di guerre e di falsi profeti. Anche per questo la mia poesia si avvale di parole semplici, presto intellegibili, la si può dire quasi naif. E d’altronde alla sua domanda mi piace di rispondere che sono ancora in una fase in cui non mi sento “poeta” nell’accezione propria del termine. Piuttosto mi definisco, e non per falsa modestia, come uno che prova a fissare su carta quello che gli detta l’animo in un determinato momento. Quello che scrivo è davvero poesia? Questo lo devono stabilire i lettori, o quantomeno chi ha il piacere di leggermi.
L’amore e la poesia in una primissima silloge da lei scritta L’abbraccio. Bella determinata e comunicativa Cosa vuole trasmettere al lettore?
L’amore è uno dei temi preferiti della mia poetica, anche se non disdegno problematiche di altro genere. Mi piace ricordare che in ognuno di noi, per dirla con il Pascoli, alberga un “fanciullino”, che bisogna cercare di far emergere. Tutti poeti si dirà? In effetti chi non ha un animo rozzo lo è forse inconsapevolmente, anche se non ha mai provato a scrivere e, comunque, trae dalla lettura benefici effetti che, sono certo, lo aiutano a sopportare meglio le difficoltà della vita. La poesia come cura e speranza di tempi migliori, per dirla con Yves Bennefoy. Ecco mi piace pensare che le mie poesie possano evocare emozioni e sensazioni (ritorna il titolo del mio primo libricino), essere una buona medicina, essere, per così dire, consolatorie in modo da distogliere, almeno per poco, il lettore dalle preoccupazioni quotidiane e dai pensieri negativi oppure, per citare quanto scritto nel retro copertina del libro “Fiotti di luce, come flussi di memoria”, provo a regalare sogni e forti emozioni.
Quali altri argomenti tratta nel libro?
Nella silloge non parlo solo di amore. Vi sono anche altre tematiche, che attengono ai viaggi ed alle città ed ai luoghi che ho visitato lungo l’arco della mia vita oppure hanno un riflesso nella complicata storia contemporanea come le guerre, i naufragi ed ancora a figure tramandate dai miti. In alcuni casi, mi piace anche accostare la poesia ad altre arti come la musica o la pittura ed, in effetti, “L’abbraccio”, che riproduce anche la copertina del libro, è incentrata sul dipinto di Rita Fantini, una brava pittrice di Avellino.
Quali poeti ha letto? Quali sono i suoi preferiti?
Ho frequentato il liceo classico e il mio professore di lettere era un assolutista. Abbiamo dovuto imparare a memoria dieci canti dell’Inferno, dieci canti del Purgatorio e dieci canti del Paradiso, di Dante, i Sepolcri del Foscolo, alcune poesie di Leopardi, il 5 maggio di Manzoni, qualche poesia di Carducci e qualcuna di Pascoli, così come alcuni canti dell’Iliade, dell’Odissea e dell’Eneide, e ancora Ovidio, Catullo, Tibullo. Non tutto, ma qualcosa ricordo ancora del mio bagaglio culturale scolastico. Ovviamente oltre ai classici, ho letto, ed ogni tanto vado a rileggere, Neruda e Alda Merini, che ritengo, a mio parere, siano i capisaldi della poetica del secolo scorso, ma non disdegno la lettura di altri poeti quali Majakovskij, Esenin, Achmatova, o i francesi Baudelaire, Rimbaud, Eluard, dei quali posseggo qualche testo, così come della Dickinson o di Octavio Paz ed infine qualche lettura sparsa di Ungaretti, Montale, Quasimodo, Saba, Pozzi. Attualmente sto leggendo “Io parlo dai confini della notte” di Forugh Farrokhzad, purtroppo deceduta nel 1967 in un incidente stradale, una bravissima poetessa iraniana, paragonabile per l’intensità della sua scrittura ad Anna Achmatova e Sylvia Plath. Ecco per chiudere posso affermare che sono un lettore insaziabile e, quando mi è possibile, leggo, leggo e leggo.
Progetti futuri
Ho appena concluso la stesura di due sillogi, una con la relativa traduzione in inglese “I fiori di Arvin”, in attesa di pubblicazione, l’altra “Petali d’amore, che attende di essere tradotta in arabo dal professor Haidar ed essere pubblicata come e-book, e sarò presente con alcune poesie in un calendario artistico, che sarà in vendita a partire dal prossimo dicembre.
Dove possiamo trovare il libro?
Il libro è in vendita su richiesta sulla Feltrinelli.
Di Manuela Montemezzani