In una scena politica che si muove come un acquario in perenne disordine, Gianfranco Rotondi si ritrova a guizzare tra le bolle dei suoi sogni democristiani, come un pesciolino rosso in crisi. Con la recente proposta di affidare la leadership di una “nuova” Democrazia Cristiana a una giovane donna, Rotondi tenta di mantenere in vita una specie politica che rischia di estinguersi, proprio come quei pesciolini che finiscono per galleggiare in superficie quando il filtro dell’acquario smette di funzionare.
“Perché non affidare la leadership a una donna?” dice Rotondi con l’entusiasmo di chi non si è accorto che il mondo è andato avanti mentre lui si agitava in circolo. Come in un copione di burlesque, Rotondi cerca disperatamente di razionalizzare l’esistente con un “tavolo giuridico” assieme a Cesa e Cuffaro, esponenti di un simbolismo politico che ormai ha la stessa freschezza di una lattuga lasciata troppo a lungo fuori dal frigo.
E mentre il centrodestra si interroga sul proprio futuro, Rotondi rimane saldamente ancorato alla sua vaschetta personale. In Avellino, il “campo largo” è all’opposizione e il nostro pesciolino Rotondi, con la sua signorile spudoratezza, rivendica un merito: aver manovrato come uno stratega acquatico per garantire che il Pd rimanesse fuori dai giochi. “Il centrodestra irpino, che ha scommesso sul patto civico, a Roma avrà il diritto di dire la sua nella scelta del candidato presidente della coalizione”, afferma Rotondi su Facebook, come un pesce che vuole far credere al piranha di essere il re dello stagno.
Ma come ci si prende cura di un pesciolino rosso in un acquario in cui l’erogazione del cibo non funziona più? Forse la risposta è semplice: “Rotondi, l’ultimo rappresentante di un’epoca politica ormai tramontata, sembra vivere nel passato, con una nostalgia struggente per un’era in cui la Dc dominava la scena politica italiana”. Dovrebbe forse smettere di gettare briciole di vecchia politica nelle acque stagnanti del suo partito moribondo.
D’altronde, le sue più recenti dichiarazioni su un nuovo partito democristiano con la benedizione di Meloni sembrano più un SOS lanciato nel vuoto che una reale strategia di salvataggio. “La nuova Dc esisterà solo nell’ambito del centrodestra”, proclama Rotondi, come un pesce che ha deciso di lasciare il laghetto per trasferirsi in mare aperto, ignorando le correnti contrarie.
Rotondi e i suoi compagni di viaggio si trovano in acque torbide, dove il passato non si riflette più e il futuro appare solo come un’ombra indistinta sul fondo dell’acquario. E mentre il nostro pesciolino rosso, tutto guizzi e memorie sbiadite, tenta di riprendersi un posto tra i grandi del mare, resta da vedere se riuscirà a trovare una via d’uscita o se continuerà a nuotare in tondo, ignaro che il tempo delle alghe dorate è ormai passato.