Il 19 giugno 2024 il cinema ha conosciuto un sequel che, dopo il primo film, già premio Oscar, ha ottenuto un incasso di oltre sedici milioni di euro, con circa due milioni di spettatori al cinema: Inside Out 2.
Perché piace, perchè sta “catturando” bambini, adolescenti e moltissimi adulti, che, spesso, sono, a causa di problematiche i più “fragili”?
Riley Anderson è una tredicenne che ama l’hockey e che sta cominciando il liceo, fase in cui molti ragazzi si sentono disorientati, non avendo nemmeno un indirizzo scolastico al quale iscriversi, quindi “avvicinandosi” alla scuola media superiore, perché “ci va la migliore amica” o “sembra facile, non voglio studiare molto e avere un diploma e un lavoro”. Le nuovissime generazioni stanno soffrendo i due anni, tempestati di domande, che, ancora, non han risposta. In questo momento, in cui non si parla che di guerre, malattie e crisi, sia economiche sia morali, a quali valori e con quali “insegnanti” essi possono affidarsi?
Riley vive nuove emozioni, le più costanti nell’adolescenza e non solo: ansia, invidia e imbarazzo.
La narrazione offre, con riflessioni, immagini e espressioni gestuali, la consapevolezza della capacità che ciascuno di noi ha di connettersi con il livello più profondo delle proprie emozioni, che fluiscono liberamente e che, imparando la pratica Mindfulness, promossa da John Kabat-Zin, trent’anni fa, avvicinando a un benessere interiore. Il vocabolo inglese significa portare attenzione in un momento preciso, in modo curioso e non giudicante.
“Ansia” viene correttamente rappresentata, da una “genuina”, che la aiuta nella motivazione alla devastante, che la perseguita, provocandole un attacco di panico, che la Pixar simula in modo autentico, da empatizzare con il pubblico.
Inside Out 2 sta vincendo al botteghino, perché risate incluse, “l’inspiegabile”, fornendo in aggiunta un’importante lezione: l’ansia non è un nemico da evitare, anzi commette guai perché ama la persona in cui si trova e vorrebbe il suo Bene! “Abbiamo pensato che l’ansia non può essere del tutto negativa, d’altronde serve a qualcosa nelle nostre vite, quindi l’abbiamo trattata con empatia e compassione, in quanto non venga inviato un significato diverso dall’originale: Ansia è un avviso che il fisico ci invia, lo accogliamo e lo esaminiamo con le nostre funzioni neurocognitive.