Broni
Boomer e Millenial, qualsivoglia, vi ricordate quando ci si sfidava nei caldi pomeriggi estivi o nelle serate d’inverno a carte e a giochi di società che solitamente si regalavano a Natale e riunivano famiglie e gli amici.
Il paese, alle pendici tra Valle Scuropasso e Valle Versa, ha molto da offrire però molte vetrine di negozi non sono allestite, non avendo trovato un acquirente. Mi accorgo che il celebre bar Richards è chiuso, però non “abbandonato”: avvisto cards, giochi in scatola e “statuette” del genere manga, che ha “invaso” anche l’Italia, in particolare cantanti e personaggi delle saghe.
In questi anni, dopo il Covid19, si sente una forte, quasi angosciante, esigenza nello stare insieme, Fire&Dice è molto più che un negozio: un luogo di interazione, con tavoli, sedie e spazi affinché le voci non si sovrastino, in particolare tra una fascia d’età che va tra i 20 e i 45 anni, una vendita al dettaglio, nonché rivendita di alcuni gadget usati.
Diego, abitante di queste aree, ha scoperto questi negozi, diffusi nella provincia di Piacenza, e, una volta maggiorenne, con alcune attività da dipendente, decide di aprire una propria impresa, in cui i giocatori non sono minorenni, in media, poiché la loro fascia è “nativa digitale” e occorre molta pazienza a non farla “assuefare” davanti a uno schermo. Dopo una ricerca, il giovane constata che, nel suo genere, questa idea è unica nella provincia di Pavia.
Fire&Dice non è solo un mero negozio: nella parte destra, si estende un’area giocatori con tavoli, sedie, giochi da prendere in prestito e da usare solo in loco e connessione wi-fi.
In questo arco di tempo, i primi clienti, ora, sono “avventori”, che hanno conosciuto altri player e si incontrano, in primis, come amici, poi, come “avversari”. L’obiettivo è socializzare.
Mentre osservo quanti “aggeggi” in vendita, osservo con nostalgia un Pikachu, “simpatico mostricciattolo, amico di Ash, che conquistò l’Italia, nel nuovo Millennio, con una nuova “gara”, una decina di anni fa, quando venne inventata “PokemonGo”: catturare Pikachu e i suoi “amici” era possibile anche in qualsiasi paese della nostra provincia. Buffo, allarmante? Scegliete voi. I Pokemon, come altre saghe, sono nate e hanno invaso i cuori di bambini che, ora, hanno anche sessant’anni, la Marvel che, non appena produce un film, è un assalto al cinema!
Un viaggio vero e proprio negli anni Ottanta e Novanta, quando ci si radunava, silenziosi e, a parte vincere, l’obiettivo era “avvistare” qualcuno che sbirciasse.
Marco, un amico che partecipa all’intervista, mi suggerisce che si è creato anche un gergo, inglese come è comprensibile, facilmente comprensibile dalla maggior parte della community di player, chi, come me, ha visto “nascere” la saga dei Pokemon, se ragazzo, è un Pokedad: ha già figli e, anche con pochi mesi, sono iscritti ai tornei. Ora, non possono capire, fra qualche anno, si avvicineranno ai “giocattoli”, inventando storie tra Pikachu e altri Pokemon nuovi, perché, come i bambini, anche loro nascono e lo si piò notare anche dal numero di cards, che, da quelle che ho acquistato circa ventitré anni fa, sono numerose da collezionare!
Un consiglio è un giro nel Basso Oltrepò e un’esplorazione nel suo negozio: è impossibile, non percepire un senso di nostalgia a quando il digitale era considerato una “facoltà” delle grandi aziende. Noi, bambini, non eravamo ancora abbastanza lungimiranti da immaginare che si potesse giocare a carte, premendo tasti sul un dispositivo, e con veri avversari, che abitano in ogni luogo, in cui esista una connessione, di questo caotico, quando uno scrigno di evoluzioni!
Seguite pagina Fb e Ig: prossimo evento 18 luglio!