SINOSSI de “Il fiore della Libertà”
“Il fiore della Libertà” è un romanzo storico ispirato alla straordinaria vita del
conte bellunese Carlo Camillo di Rudio, che a metà ottocento fu
protagonista e testimone di eventi tra i più significativi del nostro
Risorgimento.
Si trovava a Milano durante le cinque giornate, combattè per la difesa della
Venezia di Manin e per la Repubblica romana. Superò indenne epidemie e
naufragi vivendo avventure di ogni tipo che lo portarono infine negli Stati
Uniti, dove si schierò a fianco degli unionisti prima durante la guerra di
secessione e fu inquadrato più tardi nel settimo cavalleggeri di Custer.
Sullo sfondo della sua avvincente storia, raccontata tra le pagine di quello
che nasceva come una biografia ma si è presto trasformata in un’opera di
narrativa, trovano posto anche delle suggestioni ed un gran numero di
comparse notevoli, e tra queste persino un inedito Alessandro Manzoni, che
realmente assistettero agli avvenimenti di quegli anni tanto turbolenti
quanto ispirati, oggi non lontani ma distanti, che l’autore desidera
riavvicinare privandoli del filtro color seppia che spesso li stringe.
A Milano si svolge in particolare la prima parte dell’opera, dal momento che,
insieme al fratello, Di Rudio frequentava nel 1848 l’allora imperial-regio
collegio dei cadetti di San Luca, e visse in prima persona gli eventi che
precedettero ed accompagnarono la sollevazione della città descritta con
particolare attenzione in tutte le sue fasi.
Il volume è edito da Rossini, gruppo Santelli.
Disponibile nelle librerie fisiche e i bookshop online
INTERVISTA ALL’ AUTORE
Parlaci di te e della tua passione per la scrittura
Lavoro nell’editoria dal secolo scorso, letteralmente.
Solo che mi sono sempre occupato di informatica, dei sistemi e servizi applicati a quel mondo e al rapporto
che lega e mette in comunicazione i vari attori su questo straordinario palco, ed in particolare gli editori e le
librerie. Ovviamente da sempre amo la lettura, ma il piacere di scrivere è una scoperta recente nata per caso,
dallo scambio di due chiacchere tra colleghi che mi ha portato a scrivere la mia prima opera che raccontava i
campanilismi e le rivalità italiane, seguita non troppo più tardi da questo nuovo libro, stavolta un romanzo
storico.
Libro, storico, avvincente con ottimi spunti di riflessione con l’occhio al passato, perché secondo te i
giovani si appassionano poco a libri che un tempo venivano definiti edificanti?
Probabilmente ogni generazione ha i suoi modi e i suoi tempi per acquisire ed elaborare questo strumento
fondamentale che è la memoria storica.
Nel tempo alcuni temi perdono “presa”, altri necessitano di un aiuto per non annegare, altri ancora invece si
adattano ai nuovi media, resilienza che ha persino il merito di ricondurre i ragazzi alla lettura, qualche volta.
Recentemente sul banco di un mercatino dell’antiquariato ho trovato delle curiosissime immagini da un
album di figurine degli anni ’70… erano i personaggi del Risorgimento: allora pensarono a questa cosa per
suscitare attrattiva nei ragazzi. Nemmeno troppo lontano, nella vetrina di una fumetteria, faceva bella mostra
di sé Garibaldi che combatteva gli zombie con Nino Bixio. Forse i puristi e i diretti interessati storcerebbero il
naso o ne riderebbero, ma se anche un solo lettore altrimenti disinteressato si avvicinasse arrivando a leggersi
tutte le pagine delle Confessioni d’un Italiano di Nievo è veramente un bel risultato, secondo me.
Quanto importante è per te, oggi, conoscere la nostra storia il nostro passato?
E’ fondamentale. Non solo perché ci racconta chi siamo offrendoci un patrimonio culturale inalienabile che è
la base per costruire il nostro modo di pensare avvicinandoci a quell’ideale “identità” di cui spesso si parla a
sproposito, ma anche e soprattutto perché la Storia ci insegna ad essere tolleranti. Non perché la Storia ne
abbia molta da mostrare, tutt’altro: ha però da testimoniare quanto nel nostro passato tutte le idee che si
davano per “assolute” così non si sono rivelate. Per questo la Storia, almeno sulla carta, ha tutti i numeri per
insegnarci il rispetto e la prudenza nel giudicare persone ed idee.
Come nasce questo libro?
Da quattro righe lette casualmente su internet, che hanno stuzzicato la mia curiosità sulla vita così incredibile
di questo conte bellunese.
E’ partita subito la lettura appassionata di quanto è stato scritto su di lui, di quanto si sa e di quanto è meno
noto. Leggendone, mi è venuta voglia di raccontarlo, di scriverne. Tra l’altro, quella che partiva come una
biografia stretta si è trasformata brevemente in narrativa, perché la necessità di ricorrere a delle libertà per
raccontare di fatti notevoli che riguardano soprattutto la prima guerra di indipendenza diventò irresistibile. E
così il libro si riempie comparse notevoli e suggestioni sullo sfondo delle Cinque Giornate di Milano, a Venezia
durante la Repubblica di Manin e ben oltre.
Progetti futuri?
Mi piacerebbe portare questo libro e raccontarne nelle città attraversate dal protagonista, nei luoghi in cui ha
vissuto e combattuto.
In parte ho iniziato a farlo: dopo un primo giro di presentazioni in libreria sono riuscito, grazie
all’interessamento della proprietà con la quale mi sono trovato a condividere questo entusiasmo, di
organizzare un evento a Palazzo Acerbi, uno straordinario palazzo del centro noto per essere l’unico palazzo
milanese a conservare in facciata una palla di bombarda austriaca dagli scontri del 1848. E l’ho organizzato
coinvolgendo dei partner del milanese, una vera suggestione patriottica collegata alle Cinque giornate.
Per quanto riguarda altri progetti editoriali confesso di sentirmi in piena fase di sperimentazione, diverse sono
le idee e gli scarabocchi sul tavolo. Certo la Storia mi piace moltissimo, quindi è al passato che, forse, potrebbe
guardare un prossimo lavoro.
Dove possiamo trovare i libri?
Sul sito di Rossini editore, in libreria, sui bookshop online
Di Manuela Montemezzani