Attualità

Il mondo dello spettacolo

Incredibilmente si fa un gran parlare di persone definite ” non corrispondenti (?)” allo standard classico. Si manifesta per qualunque motivo. Si organizzano giornate e festività a tema o a favore di questi o di quelli. Si passa dai due genitori egual sesso, a Presepe e Crocifisso. Si passa da una nazione all’altra. Ma, purtroppo, ci si dimentica, troppo spesso, di moltissimi esseri umani, che, per nascita o infortunio, sono disabili. Ci si ricorda di loro probabilmente perché vincono tante medaglie e trofei alle parolimpiadi, ma, poi, passa nel dimenticatoio. Mi sono chiesto, più volte, cercando una risposta logica, il motivo per il quale nessun invalido disabile ha mai condotto, o affiancato un conduttore, in un grande evento. Per citarne qualcuno il festival sanremese, la notte degli Oscar, il leone d’oro, festival del cinema, la prima alla Scala…….Eppure, attori, cantanti o atleti importanti invalidi ne è pieno il mondo. Italiani come Boccelli, Ezio Bosso, il compianto Bertoli, e poi Stevie Wonder e Ray Charles, e sportivi come Bebe Vio o Alex Zanardi. Probabilmente farebbero da richiamo il giorno della presenza, ma poi……invece ci tocca vedere le solite facce, oramai sul viale dell’antipatia e delle solite frasi fatte. Sfogliando i quotidiani o saltellando tra i vari siti delle note piattaforme di comunicazione, mi sono imbattuto in una vignetta. Bellissima e dolcissima ma con una morale che io giudico non veritiera. La descrivo e lascio alla vostra discrezione il giudizio. Un papà chiede al figlio piccolo, di ritorno da scuola ” Quanti invalidi ci sono nella tua classe?” Il bimbo lo guarda e, con ingenuità degna della fanciullezza, risponde ” Ma papà! Da noi non ci sono invalidi, ma soltanto bambini!”. I bambini sono sinceri, e quello che dicono rispecchia, esattamente quello che pensano, così, di getto, e, contemporaneamente, l’educazione impartita da genitori e nonni. Riflettete sulla risposta! Credete sia giusto così oppure l’insegnamento ai bimbi dovrebbe essere più dettagliato? Cuore di bimbo e cuore di genitore. Il bimbo non vede la differenza, nello studio e nei giochi, con i compagni. Purtroppo la differenza esiste. Dobbiamo far capire ai piccoli, ma soprattutto ai grandi, che queste persone non possono fare tutte le cose che facciamo noi normodotati, nello stesso modo in cui le svolgiamo noi. Cercherò di essere più chiaro. Provate a lavare un bicchiere senza una mano, a girarvi di scatto, per calciare un pallone, seduti su una sedia a rotelle. E questi sono alcuni dei tanti problemi. Gli stessi sui quali, ogni genitore, dovrebbe soffermarsi e spiegare al figlio che, in futuro, il suo amichetto, avrà sempre bisogno di aiuto, e che lui dovrà essere sempre disponibile ad aiutare lui e quelli come lui, perché queste persone, questi invalidi disabili, stanno dimostrando, a noi normodotati, di essere più forti di tutte le avversità. Chiedono prevalentemente più rispetto per il loro modo di affrontare il mondo, e noi, non dobbiamo pretendere da loro il mondo. La scala del palco di Sanremo? Adattarla a tutti. Natale Caminiti

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