Con l’inizio del campionato europeo di calcio 2024 in Germania si sono verificati alcuni episodi di violenza legati a questa manifestazione. In genere i giornali indicano con il termine hooligans il tifo calcistico violento. Alcuni lettori mi hanno chiesto se esiste una spiegazione psicologica di questo fenomeno.
Lo sport è sempre stato contornato da episodi di violenza ad esso esterno fin dall’antichità, in quanto importanti manifestazioni pubbliche e politica sono interconnessi. Uno degli eventi più famosi è la sommossa avvenuta all’ippodromo di Costantinopoli contro l’imperatore Giustiniano, nota come rivolta di Nika (532 d.C.).
Dedicandoci ora a tempi più recenti e al calcio, sport che gli inglesi chiamano The Beautiful Game. Il 1885 è la data in cui avviene il primo episodio di violenza moderna nel calcio. Al termine della partita amichevole tra il Prewston North End e l’Aston Villa, vinta dai padroni di casa per 5 a 0, si verificano episodi inattesi. Un gruppo di violenti assale i giocatori di entrambe le squadre con bastoni e lanci di sassi. Nel 1894 si celebrò il processo nei confronti di Charles Clark, accusato per l’aggressione nei confronti di un poliziotto. Il Daily News descrisse il ragazzo come appartenente ad una banda nominata Hooligans Boys. Va precisato che alcune cronache narrano di un certo Patrick Hooligan, malvivente di origini irlandesi, il quale pare essere stato capo e fondatore di questa banda, la sua esistenza appare più fantasiosa che reale. Da questo episodio il termine hooligan si diffuse e prese ad essere utilizzato con notevole fortuna nel mondo intero.
Il fenomeno degli hooligans ebbe un notevole sviluppo negli anni ’60, molti ritengono che questo sia il periodo in cui abbia origine il tifo violento organizzato. All’inizio il fenomeno fu etichettato come una semplice specie di sottocultura urbana, vista la notevole frammentazione ed eterogeneità che presentava. Cito solo come esempi incompleti i nomi di alcuni gruppi. Inizio con i Vicotrian Boys, poi tramutatesi in Teddy Boys, considerati i fondatori del movimento. I Boots Boys, i quali indossavano stivali ed avevano teste rasate, precursori degli Skinheads, gruppo che si presentava con capelli rasati, jeans, camicia, calzando ai piedi scarpe Dr. Martens con punta di ferro. I Goones tifosi dell’Arsenal, gli Zulu Army, tifosi del Millwall FC, gli Headhunters famosi per i loro scontri. Uno degli slogan degli hooligans dell’epoca era: blood sweat and bear = sangue sudore e birra. Frase che richiamava il celebre discorso tenuto da Winston Churchill al parlamento del Regno Unito il 13 maggio 1940 nel corso della II guerra mondiale (blood, toll, tears and sweat = sangue, fatica, lacrime e sudore).
Negli anni ’70 iniziarono i primi scontri tra tifoserie: lo scopo di ogni squadra consisteva nel mettere in fuga il “nemico” dimostrando la propria superiorità tramite atti di intimidazione e violenza. Una delle azioni preferite dagli hooligans era quella chiamata “Take The End”, ovvero occupare e conquistate con la forza la curva avversaria. Va detto che le forze dell’ordine si trovarono impreparate nel riuscire a gestire e contrastare la violenza di questi gruppi di tifosi.
Stanley Cohen definisce << panico morale >>, un ingiustificato timore di massa verso una minaccia inesistente. Questo pare essere accaduto all’inizio del fenomeno hooligans. A seguito delle violenze e degli scontri, i giornali attribuivano agli episodi accaduti maggior importanza rispetto all’effettiva realtà dei fatti. Da qui è iniziata quella diffusione e ramificazione che ha portato il fenomeno del tifo violento in tutto il mondo. Impossibile descrivere le varie evoluzioni e stratificazioni presenti tra le numerosissime tifoserie delle diverse nazioni. Accenno qui di seguito solamente a episodi clamorosi, con un numero di vittime inquietante, evitando di citare le squadre coinvolte per precisa scelta:
24 giugno 1964 Lima, Perù, 328 morti; 1 ottobre 2022 Malang, Indonesia, 125 morti; 16 ottobre 1996 Città del Guatemala 83 morti; 9 maggio 2001, Accra, Ghana 127 morti.
Va ricordato come in alcune nazioni calcio-politica-mafia/e siano spesso connessi, come a volte dimostrano anche le recenti cronache. Tra gli episodi più clamorosi gli scontri tra i tifosi della Stella Rossa di Belgrado e della Dinamo Zagabria, 13 maggio 1990, indicati come il preludio della guerra civile che avverrà nella ex Jugoslavia (1991-1995).
Il numero di tragedie è ben superiore alle poche da me citate, certamente nella memoria degli italiani rientra la data del 29 maggio 1985 (“la strage di Bruxelles” 39 morti).
Presumo che la mia breve nonché parziale ricostruzione storica possa destare perplessità nel lettore, data la difficoltà di comprendere appieno un fenomeno così complesso come quello degli hooligans.
Aiuterà sicuramente ricordare come Freud (in psicologia delle masse e analisi dell’io) abbia teorizzato che l’individuo perde i suoi freni inibitori nella folla e si deresponsabilizza. Lo psicologo Muzar Sherif (esperimento di Robber Cave del 1953) ha dimostrato che basta prendere due gruppi di individui, dividerli in gruppo A e B, bianchi o neri o come ha fatto lui in gruppo aquile e serpenti per creare rivalità di gruppo. Solomon Ash ha fatto ben comprendere il conformismo nei suoi esperimenti del 1951. William Sumner ha teorizzato l’etnocentrismo, ovvero come ogni gruppo sociale tende a percepirsi migliore degli altri, creando disprezzo per tutti i membri non appartenenti alla propria cerchia. Se a queste basi si uniscono interessi economici, politici, sociali di ampia portata mondiale come può muovere il calcio, ecco la miscela esplosiva e difficilmente gestibile del fenomeno hooligans. Va precisato che un politico che ha combattuto ed avversato con relativo successo il fenomeno hooligans è stata Margaret Thatcher nel Regno Unito degli anni ’80.
Se ai lettori pare troppo impegnativo dedicarsi alle letture dei testi di Freud, Sherif o Summner consiglio di vedere il film di Riky Tognazzi Ultrà (1991). Come lettura suggerisco il libro di Riccardo Gazzaniga A viso Coperto. Spesso nei film e nei romanzi si può utilizzare un linguaggio aderente alla realtà e criticare in modo distruttivo delle complicate ed astruse teorie sociologiche. Dopo aver parlato delle ipotesi della scuola di Oxford relative agli hooligans e alle loro azioni intese come prettamente simboliche, Cazzaniga scrive:
Menzionare che anche adesso qualcuno sminuisce il fenomeno e parla di violenza scenografica, ragazzate, come fosse folklore. Aggiungere breve elemnco delle mie visite di pronto soccorso: contusioni escoriate – trauma uditivo per scoppio di bomba carta con lesioni al timpano …[prosegue] violenza scenografica un paio di palle !!!.
Preciso che Riccardo Cazzaniga, oltre ad essere un romanziere lavora come poliziotto a Genova.
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