Due Chiacchiere con l' Arte

Fabio Sabatini , SCRITTORE

Un lupo di mare. Romanzo di Fabio Sabatini

SINOSSI

Si tratta di un romanzo “on the road” dove l’autore coniuga alcune delle sue passioni, la musica, il
viaggio, la sua BMW, moto ormai d’epoca che non lo abbandona mai.
Il protagonista, stanco della propria vita inconcludente fatta di monotone giornate in ufficio,
frustrazioni sul lavoro e nella vita privata, alla morte della gattina con cui aveva instaurato un legame
di profondo affetto, abbandona tutto, sale sulla propria moto e parte per un viaggio in motocicletta
che nei suoi programmi non avrà mai fine. Decide che da quel momento la sua vita sarà quella del
nomade, sempre in movimento su qualche strada dai panorami in continua mutazione. La prima
tappa è Parigi dove ha vissuto a lungo anni prima e proprio lì, piuttosto casualmente, in un angolo di
Place de la Madeleine, incontra la ragazza con cui aveva condiviso il volo in un aereo verso Tokyo
durante i suoi molti viaggi di lavoro. La ragazza in realtà, durante le lunghe ore notturne sopra la
Siberia, si addormenta lasciando crollare il suo capo sul braccio del protagonista per poi abbracciarlo
strettamente fino all’arrivo. L’incontro a Parigi avviene qualche anno più tardi, nel frattempo la
ragazza diventa intima di un personaggio losco che gestisce case di massaggi orientali. Quando la
Yakuza gli affida l’espansione dell’attività a Parigi, porta con se la ragazza che vive sempre sotto la
sorveglianza di due gorilla. Il protagonista la libera, la fa salire sulla sua moto e scappa insieme a lei.
L’uomo che la teneva segregata non può permettere di lasciare la cosa impunita ma invece di
organizzare lui stesso le ricerche denuncia la scomparsa della ragazza alla polizia. E’ stata rapita,
dichiara. Che sia la polizia a ritrovarla e riportarla a lui. Il commissario incaricato delle indagini capisce
ben presto quale sia il vero gioco delle parti e mentre la fuga dei due continua e il loro amore sboccia,
studia il modo per ingabbiare il boss del racket piuttosto che insistere nell’inseguimento dei fuggitivi
di cui in realtà si sono perdute le tracce. La vicenda si conclude a Ginevra nella villa di un noto attore
del cinema muto. Liberi di vivere il loro amore i due si ritirano nel sud del Portogallo in attesa che la
stagione permetta di riprendere il loro nomade vagabondare ma il padre della ragazza si ammala
gravemente e lei deve così tornare in Giappone per assisterlo. Su insistenza di lei, lui riprende il
viaggio sempre in sella alla sua fedele BMW e giunge infine in Puglia. Li incontra una giovane
senegalese che passa le sue giornate nei campi a raccogliere pomodori. In realtà la raccolta è gestita
dai caporali e dalla mafia locale che l’ha già destinata a prostituirsi non appena la stagione dei
pomodori sarà terminata. Al primo incontro tra i due si scatena la passione. S riconoscono, sono
entrambi dei convogli instradati su un binario morto un po’ come la Locomotiva di Gucciniana memoria. Lei destinata a bruciare le proprie aspirazioni e la propria vita sui marciapiedi di una grande
città del sud, lui che in realtà sta percorrendo l’ultimo tratto di una vita di frustrazioni e miserie,
decide di fare finalmente qualcosa di grande, vuole liberare la ragazza e tutte le altre raccoglitrici di
pomodori, immigrate clandestine  senza alcun diritto, dalla schiavitù della mafia. La sua azione può avere un solo epilogo.

INTERVISTA ALL’ AUTORE

Ultimo nato

Lupo di mare, un altro protagonista maschile, quanto di personale c’è in questo protagonista?

Se é vero che nell’universo creativo di un artista, ad esempio uno scrittore come me, ci dovrebbe essere spazio per molte soluzioni alternative,  é anche vero che avere alcuni punti fermi nello svolgimento del proprio lavoro aiuta molto.

Confrontarmi con me stesso mentre scrivo in quanto maschio rende sicuramente più fluido il flusso delle parole, delle immagini, dei pensieri, delle idee in quanto già mi appartengono.

Questo romanzo é il primo che scrissi quando provai ad essere un autore. Nasce da travagliate vicende personali e altrettanto travagliate situazioni di salute. Ho avuto un tumore la cui rimozione ha causato complicazioni che si protraggono ancora adesso a 10 anni di distanza. Ho fatto dentro e fuori, più dentro che fuori, dagli ospedali tra cui il San Matteo di Pavia per due e più anni. E non sapevo se sarei mai tornato alla normalitá.  Ma, appena dimesso, sono saltato in sella alla mia moto, la Berta del libro e ho cominciato a scorrazzare per le strade e stradine dei nostri Appennini. Era la mia voglia di continuare a vivere ma soprattutto il desiderio di perdersi, di sentirsi parte di qualcosa di più grande e bello.

Quindi si, c’é molto di me in questo romanzo e del vissuto alle mie spalle. Ma non é la storia dei miei guai di cui nel testo c’é solo un brevissimo accenno.  É una storia immaginata nel futuro di qualcuno che ha perso tutto, affetti, legami, salute e soprattutto la speranza. Il protagonista sale su una moto da cui, simbolicamente, sa che non scenderà più. C’é amarezza, solitudine, disperazione in una scelta del genere. Di certo sa che non costruirà più niente. É solo un modo di attendere la fine e, da procrastinatore qual é, la rimanda sempre più in la, curva dopo curva, stagione dopo stagione.

Ero così disperato? No, infatti non ho fatto nulla del genere ma lo ero abbastanza per creare questa storia.

Come nascono le storie dei tuoi libri?

Qui so che deluderoʻ I più.  Le mie storie nascono da un prurito, nella testa, nel ventre, sulla punta delle dita, prurito che mi dice, mettiti alla tastiera e scrivi.  Scrivi cosa? Non ti preoccupare, tu fallo. E non ho alcuna idea di che storia scriveroʻ né tantomeno come andrà a finire. La narrazione di Un lupo di mare comincia addirittura verso la fine, parla di un uomo, la sua moto, la passione per I viaggi e la ricerca dei finis terrae,  I luoghi dove la terra si assottiglia fino a diventare un punto per poi lasciare lo spazio a mare e cielo. Le discontinuità che al contrario della continuità,  ti fa uscire dalla comfort zone e ti pone di fronte ai tuoi limiti. Ma allo stesso tempo di da tante emozioni. La discontinuità che attira I grandi navigatori, Colombo,  Vespucci ma anche I grandi esploratori che si addentrarono nell’africa nera o sui ghiacci artici e antartici.

Poi la narrazione ritorna agli esordi di quel viaggio.

L’avevo forse previsto? Onestamente no. Ma quando cominci a scrivere di addentri sempre più nelle spire della storia che stai raccontando, ne fai parte e frase dopo frase, capitolo dopo capitolo sai cosa avverrà fra un minuto, un’ora o un anno.

É un work in progress che nasce da un prurito.

Una storia quest’ultima anche d’amore, cosa deve avere un romanzo per appassionare il lettore? Secondo te.

Beh, c’é la classica regola aurea. Ci devono essere uno (o piu) protagonista e uno o più antagonisti. Tra le due parti si instaura un rapporto dialettico che crea una tensione e rende il romanzo avvincente. Maggiore é la tensione, più sarà difficile posare il libro sul comodino per riprenderlo l’indomani.

Ma al di là delle regole, l’amore é il motore della vita. Senza amore non ci sarebbe vita. Una storia d’amore, anche senza sfociare nel “romance” é molto stimolante da scrivere. Confesso di essermi innamorato della mia protagonista, figura puramente di fiction, e di averla sognata piu volte nei miei sonni.  Per il tempo che ho passato scrivendo, Minako é diventata la mia compagna, il trasfert con la protagonista del mio romanzo é stata un’esperienza davvero particolare.

Cosa significa la scrittura per te?

La scrittura é una scoperta tardiva. Un lupo di Mare l’ho scritto quando ho girato I miei 60 ed é il primo. In realtà ci provai più volte in precedenza ma rileggendomi decisi che scrivere non era cosa per me. In realtà mancavo non tanto di esperienza quanto piuttosto di esperienze. Certo, le storie puoi inventartele di sana pianta ma se nel tuo cuore, nella tua memoria non hai esperienze sarà sempre uno scrivere storie di plastica, fasulle, storie che anche ChatGpt può inventare. Storie senza vissuto, senza sensazioni né sentimenti.

Sto continuando a scrivere, sono alla mia settima prova, la scrittura ti plasma, più vai avanti e più riesci ad uscire da te stesso e dal tuo vissuto senza perdere la carica di emozioni che la vita e le sue esperienze ti hanno dato.

É in questo senso che, almeno nel mio caso, ogni romanzo parla sempre di te, di colui che l’ha scritto.

La scrittura ti porta a guardarti dentro, ti porta a scoprire ed imparare cose di te stesso che non conoscevi o pensavi di non conoscere.

Ogni mio romanzo é un piccolo atto di autoanalisi, magari non nei contenuti del libro ma di certo in quel processo di ricerca al tuo interno, quello in cui trovi le emozioni che anche altri proveranno leggendoti.

Cosa vuoi trasmettere al lettore?

Non ho la pretesa di trasmettere messaggi universali o verità vere. Ma quando rileggo I miei libri mi emoziono profondamente nel calarmi all’interno della storia. Ecco, vorrei che chi legge I miei romanzi passasse qualche ora piacevole e provasse quelle emozioni che lo portino un poʻ oltre e un poʻ al di sopra della routine quotidiana.

Un lupo di mare é inoltre pieno di musica. Magari il lettore potrebbe risentire quelle canzoni nella sua testa o cercarle su Spotify o YouTube per un revival anni 70

Dove possiamo trovare I tuoi libri?

In ordine Inverno

Un lupo di mare é disponibile in offerta di lancio fino al 30 giugno presso il sito dell’editore.

Un lupo di mare

Successivamente sarà disponibile presso gli store online quali Amazon e Ibs oppure ordinabile presso le libreria di fiducia a prezzo pieno.

 

 

Di Manuela Montemezzani

 

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