Dal 1985, la Festa della Musica celebra in Europa e nel mondo, il 21 giugno di ogni anno, il solstizio d’estate all’insegna della note, dei canti e dei balli: qualsiasi tipo di musica, artisti e musicisti professionisti, amatori e appassionati, in ogni luogo.
L’edizione 2024 è dedicata alle bande musicali, e la Biblioteca Universitaria di Pavia, in collaborazione con l’Università, la festeggia con musica e cori dal territorio.
La zona collocata ai confini meridionali della Lombardia tra Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna costituisce, per tutte queste Regioni, un’area periferica e dunque più conservativa, denominata Area delle Quattro Province.
Una caratteristica che unisce questa porzione di Appennino sono i canti e le musiche da ballo.
I Canti e i Trallallero, la musica dei pifferi di montagna accompagnati dalla fisarmonica, erano l’occasione per interrompere l’isolamento e riaffermare i rapporti sociali all’interno della comunità.
Per la Festa della Musica 2024, i Cantori dell’Oltrepò e i Musetta si esibiscono nel Cortile delle Statue dell’Università degli Studi di Pavia.
Il coro dei Cantori dell’Oltrepò nasce attorno al 2020 dalla fusione di elementi provenienti dall’Alta Valle Staffora e dalle prime colline dell’Oltrepò pavese. Si avvale di una decina di cantori tra i quali una prima voce soprana, un tenore di punta, un baritono e un gruppo di bassi che fanno da base e da accompagnamento in ogni brano.
Come da tradizione cantano “a cappella” cioè senza supporto di alcun strumento musicale come si faceva un tempo nelle osterie dei paesi cercando inoltre di riproporre i brani così come ci sono pervenuti.
La finalità del coro è quella di mantenere in vita, far conoscere e tramandare la tradizione canora del nostro appennino che rappresenta un aspetto narrativo e culturale del territorio che purtroppo si sta perdendo.
I cantori sono Claudio Alpeggiani, Gianmario Canevari, Giannino Chinotto, Graziano Daglia, Roberto Dell’acqua, Gian Carlo Ferrari, Davide Forlino, Filippo Garabello, Alessandro Ghia, Paolo Ghia, Angelo Guarnoni, Tino Malacalza, Graziano Manzini e Luciano Rovino.
Nella campo musicale dell’Appennino un posto fondamentale per non dire unico spetta ai Musetta e ai loro strumenti: fisarmoniche e piffero. Il nome deriva dalla cornamusa “musa” che accompagnava il piffero fino attorno alla prima metà del secolo scorso, poi sostituita dalla più moderna fisarmonica.
Questi strumenti hanno accompagnato da sempre la gente del nostro Appennino nei vari momenti di festa (matrimoni, feste paesane, feste dei coscritti e nel periodo di carnevale, dando origine anche a balli caratteristici come la giga e le alessandrine.
I musicanti sono Matteo Burrone e Yuri Domenichella, alla fisarmonica, e Stefano Faravelli, al piffero. Burrone e Faravelli suonano in coppia da oltre una decina d’anni, provengono entrambi dall’Alta Valle Staffora e sono appassionati cultori musicali che ripropongono e trasmettono i vari brani nel solco della tradizione ricevuta.