AttualitàPolitica

Tutti i giorni dovremmo votare per la Libertà

 

a cura di Barbarah Guglielmana

Questa mattina sono uscita presto per andare a scuola -per seguire un corso di formazione! nell’aria la gioia per la nomina di ieri del nuovo sindaco Michele Lissia -votato dalla maggioranza di noi a Pavia, nella shopper l’immancabile ombrello -perché potrebbe arrivare una bella squassata anche oggi, e sul Ponte Coperto, ricostruito dopo i bombardamenti degli alleati, lo sguardo ha incrociato la bandiera svolazzante del popolo palestinese e il gruppo dei giovani studenti fermo a mantenerne la manifestazione, fintanto che questa non verrà rimossa.

Questi attivisti facenti parte del gruppo Assemblea Giovani per la Palestina a Pavia https://www.instagram.com/giovaniperpalestina.pavia/, gli stessi che stanno occupando il cortile Volta dell’Università dal 17 maggio scorso manifestando il loro dissenso alla nuova guerra che Israele sta infliggendo al popolo palestinese, dopo l’attentato del 7 ottobre per mano di Hamas al popolo ebreo, esponendo la bandiera -con i suoi colori nero bianco verde e quel rosso a legarli insieme, sul ponte simbolo della Città hanno voluto rimarcare con questo gesto la loro richiesta di cercare una soluzione per aiutare la Palestina.

Anita mi spiega che con la loro presenza vogliono chiedere all’Università di Pavia di impegnarsi per fare la sua parte nell’esercitare pressione sul popolo d’Israele, perchè a livello nazionale ed internazionale sia riconosciuto il genocidio in atto. Alessia aggiunge: con i nostri gesti vogliamo coinvolgere più persone in questa lotta pacifica e trasmettere il messaggio che i palestinesi non sono lasciati soli in questa lotta politica.

Spiego loro che stavo ascoltando, quando sono stata richiamata dalla loro bandiera, l’editoriale Circo Massimo di Giannini sull’uomo invisibile Forgotten man, così il giornalista ha chiamato l’elettorato che non vota, così come in queste Europee l’affluenza dei non votanti è stata la percentuale più rappresentativa. E voi avete votato alle Europee? Non era facile la procedura per votare da fuori sede, la burocrazia è stata indaginosa e questa non ci ha messo nelle condizioni di essere pronti per votare, scoprendo così che non tutti hanno dato il loro contributo. Gli dico che nel mio seggio mi hanno spiegato che più della metà degli aventi diritto vivono all’estero, ma non hanno chiesto di poter votare dal paese della nuova residenza. E salutandoli gli dico che questo di esprimere il proprio voto alle elezioni è uno strumento politico perso per fare sentire la propria voce che non vuole la guerra, importante come il loro chiamare l’attenzione dentro l’Università chiedendo una lezione di democrazia e fuori sul Ponte cercando di fermare le acque delle malvagità.

11 giugno 2024

 

“Invece di dare al popolo sacerdoti, soldati e maestri,

sarebbe opportuno sapere se non stia morendo di fame.”

(Lev Tolstoj)

 

 

 

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