Due Chiacchiere con l' Arte

Paolo Proietti Mancini , Scrittore

 

SINOSSI

Storie di donne, storie di amore.
Mamme, professioniste, mogli, sorelle, amiche ma soprattutto
donne che vivono accanto agli uomini. Donne con i loro problemi,
con i loro sogni e con le loro speranze spesso infrante dalla realtà
che affrontano quotidianamente e dalle persone con cui si
relazionano. Donne che si sorprendono con scelte azzardate e
trovano nuovi slanci verso la vita. Donne che non smettono mai
di sperare e di lottare.
Donne che amano e che vogliono amare. Amori vecchi e amori
nuovi. Amori sorprendenti e amori che vanno contro gli schemi
sociali e culturali.
Donne che si “riparano” e danno più valore alle loro vite.
Ho provato a raccontare le emozioni delle donne e ho cercato di
dare ad ognuna di loro un “lieto fine”. Spero che chi legge si possa
ritrovare in una delle protagoniste.
A ogni racconto, per ognuna delle storie delle donne protagoniste
ho associato un brano musicale che vuole evocare l’atmosfera del
racconto e le emozioni che descrivo. Otto brani di otto artiste per
otto donne.
In conclusione, racconti per raccontare, almeno spero, come
possono amare le donne e come si devono amare

BIOGRAFIA DELL’ AUTORE

Mi chiamo Paolo Proietti Mancini e sono un figlio del boom economico, nato a Roma ad agosto del 1959. Sono vedovo, ho una figlia grande ed autonoma e vivo con due gatte. Ho moltissime amicizie, soprattutto femminili.
Dopo la scuola dell’obbligo e il liceo scientifico, mi sono laureato in Ingegneria Nucleare nel 1984 e, come tanti altri laureati in materie scientifiche sono entrato, nel 1985, nel mondo del lavoro del settore informatico e che era in forte espansione.
Dopo due anni, trascorsi a programmare con il linguaggio Cobol ho colto l’occasione per essere trasferito nella direzione Formazione e Sviluppo, scoprendo immediatamente che avevo avuto la fortuna di iniziare a svolgere il lavoro fatto apposta per me e con il quale avrei potuto mettere in gioco tutte le mie forze e tutta la mia passione.
Ho lavorato nella formazione fino al 1° ottobre 2022), passando da una azienda ad un’altra ma mai per mia volontà. Per quasi 35 anni ho tenuto corsi, ho progettato e scritto corsi e ho creato, disegnato e gestito progetti di formazione. Dai corsi su temi informatici ai corsi di tipo comportamentale, passando per corsi manageriali e corsi di innovazione digitale. Mi sono dedicato a creare una mia personale metodologia didattica basata sull’apprendimento ludico per adulti, argomento sul quale ho scritto un articolo per il magazine interno della grossa azienda di telecomunicazioni in cui ho concluso la mia vita lavorativa.
Negli ultimi anni della mia vita lavorativa, ho avuto il piacere di cercare di contribuire a dare ai cittadini italiani una maggiore conoscenza digitale con il progetto “Risorgimento digitale”.
Non ho mai scritto romanzi o racconti, ma, grazie al mio lavoro, ho compreso l’importanza e la forza dello “storytelling” e di come sia utile per apprendere e per poter metabolizzare concetti e idee.
Con il tanto tempo libero a disposizione mi sono ritrovato a fare chiarezza sulle mie emozioni e a comprendere quelle di chi vive orbitando intorno alla mia vita. E mi sono ritrovato a scrivere.

 

INTERVISTA ALL’ AUTORE

 

Ci parli del libro.

“Kintsugi – Donne riparate” è una antologia di otto racconti; otto storie di otto donne che superano un momento difficile della loro vita, curando le loro ferite e valorizzandosi maggiormente. Ho utilizzato la metafora dell’antica arte giapponese con la quale gli “oggetti rotti” vengono riparati e recuperati rendendoli ancora più preziosi; questa arte si basa, non tanto per la speciale colla d’oro che viene utilizzata, ma per l’amore che mettere il restauratore nel voler riportare l’oggetto ad essere amato dal proprietario. Le otto protagoniste attraversano un momento di profondo sconforto interiore ma grazie ad un incontro, spesso casuale, riescono a ritrovare la strada per tornare a vivere con speranza la loro vita.
Ho voluto associare ad ogni racconto un brano musicale, come se fosse la colonna sonora di quella storia. Un brano di una artista che per suoni, testo ed atmosfera evoca le emozioni della protagonista del racconto.

 

Perché a deciso di iniziare a scrivere?

L’idea di scrivere questi racconti mi è venuta per puro caso. Una mia carissima amica non riusciva a farsi una ragione della fine del rapporto con suo marito. Per quanto mi sforzavo di farle comprendere che aveva una opportunità per vivere una nuova vita da “protagonista”, lei continuava a sentire la fine della sua esistenza come donna e moglie. Decisi così di scrivere un racconto ispirato alla sua vicenda e di inviarglielo. Lei, dopo averlo letto, mi chiamò e mi ringraziò per come, descrivendo le emozioni della protagonista, fossi riuscito a farle comprendere come doveva affrontare la nuova situazione. Gratificato dalla sua reazione, scrissi di getto gli altri racconti.

 

Secondo lei che posizione ha la cultura nella priorità della civiltà odierna?

La cultura, intesa come concetto che classifica ogni forma di arte creativa (scrittura, musica, pittura, scultura, cinema, teatro, cucina, etc.), purtroppo non ha, secondo me, la giusta priorità nella civiltà odierna. Certo, esistono delle forme di “intrattenimento che attirano le persone ma sono vera cultura? Secondo me no. Non lo sono perché sono dei fenomeni popolari dalla durata effimera e che non trasmettono emozioni “fortificanti”; meteore di cui ci si dimenticherà un istante dopo che se ne smette di parlare.  La civiltà moderna, attraverso le istituzioni, dovrebbe spingere maggiormente verso la comprensione della cultura.

 

Come coinvolgere i ragazzi alla lettura?

Io sono un boomer. Durante la mia gioventù ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia dove la lettura era molto importante. Ho iniziato con i classici della letteratura per giovani (“I ragazzi della via Pal”, “Freccia Nera”, “L’isola del tesoro”, “Le avventure di Tom Sawyer”, etc.) e poi leggevo i fumetti (qui si potrebbe aprire un capitolo a parte).  Quelle letture mi coinvolgevano molto. Nei primi anni del liceo, con l’imposizione della lettura di un altro genere di libri e senza che mi venisse data la chiave di interpretazione per poterli apprezzare, attraversai un momentaneo rifiuto della lettura. Ripresi a leggere in modo assiduo e costante solo in età adulta.

Da questa mia esperienza e da ciò che ho avuto modo di vedere negli anni, credo che esiste un solo modo per coinvolgere i giovani alla lettura: permettergli di leggere ciò che vogliono, soprattutto nei loro primi anni. E poi farli parlare del libro che hanno letto, farglielo raccontare con le loro parole e con la loro interpretazione dell’opera.  E poi non devono essere mai criticati se leggono “qualcosa” che si ritiene “non adatto”, perché, quasi sempre, quel giudizio è “viziato” dal punto di vista “adulto”.

 

Cultura uguale libertà, cosa pensa?

Assolutamente si.  Non è un caso che la cultura viene ostacolata nei paesi dove esiste un regime dittatoriale. Credo che la cultura in generale apra le menti a punti di vista diversi, permetta l’accettazione positiva del “diverso” e l’integrazione, abbatta i pregiudizi di ogni genere.  Basta pensate al momento storico denominato “Rinascimento” e quello che la cultura di quel periodo ha permesso di raggiungere nella società . La cultura non deve però mai essere imposta, o meglio non deve esistere una cultura basata solo su ciò che si ritiene giusto che le persone conoscano.

 

Quanto la società blocca la cultura e secondo lei perché?

La cultura ha molti nemici. Il primo nemico, come ho già accennato nel punto precedente, è l’imposizione politica e la conseguente distruzione di una cultura considerata pericolosa (distruzione delle opere a Palmira tanto per citare un esempio). Il secondo nemico della cultura è il profitto fine a sé stesso, cioè il “finanziare” solo ciò che porta ricavi al finanziatore (ad esempio l’intrattenimento spacciato per cultura). Il terzo nemico della cultura è rappresentato dalla “casta” che non permette di avere le chiavi di lettura delle opere per comprenderne l’importanza (esempio certi “critici” che esprimono le loro opinioni di un’opera in modo assolutamente incomprensibile per chi la recepisce).

 

Dove possiamo trovare I libri.

Ovunque. Non solo nelle librerie e nei cataloghi on line. I libri si trovano nella casa di campagna dei nonni, in una cantina dove non si entra da anni, in una scatola nascosta in soffitta. Sempre più spesso nascono punti di condivisione gratuita dei libri (Hotel, ristoranti, associazioni culturali ma anche un muretto di periferia).

Poi I libri (le storie) li troviamo guardando le opere d’arte come quadri e sculture. I libri si trovano in un brano musicale che ci emoziona. I libri sono nelle storie che ci racconta la mamma o il papà. Anche l’antica ricetta della nonna è un libro.

 

Di Manuela Montemezzani

Lascia un commento