Uno sport sano non può prescindere dal connubio tra allenamento e dieta specifica. L’alimentazione personalizzata sullo sportivo permette di introdurre l’energia e i nutrienti necessari per lo svolgimento di quella preparazione agonistica, mentre pur non esistendo cibi miracolosi, una dieta specifica consente il massimo rendimento sportivo. E’ inutile dire che la corretta alimentazione in relazione agli sforzi fisici da sostenere non è detto che possano far vincere una gara, ma certamente una cattiva alimentazione può farla perdere a prescindere. I media e i social parlano spesso di dieta e alimentazione anche in ambiente sportivo e per vari motivi le idee non sono così chiare e delineate.
Si è tenuto proprio su questo tema lo scorso 18 e 19 maggio 2024 presso il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi di Torino, il Congresso “NUTRISPORTS 3.0”, creato e fortemente voluto da Biossport nella persona del suo Presidente Dott. Marco Zanetti. Un congresso ideato per fornire formazione e dibattito fra gli specialisti biologi del settore alla luce della tecnologia moderna, della medicina di precisione e della longevity legata all’attività fisica.
Dott. Marco Zanetti da questo Congresso Nutrisports 3.0 è emerso che l’alimentazione e l’attività fisica sono fortemente correlati al concetto di salute e al benessere delle persone.
“Questo congresso è il primo convegno nazionale organizzato da Biossport, di cui sono Presidente, associazione italiana di biologi nutrizionisti dello sport, riconosciuta dall’Ordine Nazionale dei Biologi. Questa prima edizione è stata organizzata a Torino e ha fatto emergere una verità che si sa da diversi anni, cioè la forte relazione tra stato di salute delle persone e il rallentamento dell’invecchiamento. In sintesi la giusta quantità di esercizio fisico, abbinata ad una corretta alimentazione e integrazione, sono i presupposti per un allungamento della vita. Si parla sempre più spesso, come raccomanda l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), di personalizzare in modo preciso la giusta dose di attività fisica, di coniugarla con un piano alimentare adeguato per quell’individuo e un’ integrazione specifica che dipende dalle eventuali carenze o eventuali esigenze di quel tipo di piano alimentare. Lo scopo del convegno NUTRISPORTS 3.0 è stato anche quello di parlare del futuro del nostro lavoro come biologi nutrizionisti dello sport, delle nuove tecnologie messe a disposizione e delle nuove ricerche scientifiche del settore”
E’ stato interessante capire, seguendo i vari contributi dei relatori, quanto il dispendio energetico vari nelle diverse discipline sportive. Da questo deriva un modo personalizzato di intendere la nutrizione per ciascuno sportivo e l’integrazione necessaria a quello sforzo sportivo.
“Ogni disciplina sportiva ha dei tempi di allenamento diversi, ha dei principi di biochimica differenti. Alcuni sport utilizzano dei metodi anaerobici, altri misti e altri sono puramente aerobici. Da ciò ne consegue che anche l’alimentazione e l’integrazione specifica devono essere estremamente adattate alla tipologia di sport e personalizzate sull’atleta. E’ fondamentale inoltre avere dei parametri per capire l’individuale consumo che fa l’atleta dei principi nutritivi, quali acqua, integrazione e alimentazione, durante l’allenamento e il recupero”.
Oggi siamo invasi da alimenti che come marketing riportano la scritta “proteico”, perché nell’individuo normale si è insinuato il concetto che proteico corrisponda a salute. Qual’ è il suo pensiero da esperto nutrizionista non solo sportivo?
“Le proteine sono ovviamente alla base della vita in quanto componenti fondamentali sia degli enzimi, che degli ormoni, che di tutte le cellule dei nostri corpi e ovviamente dei muscoli. Sono fondamentali in quanto la massa muscolare è costituita principalmente oltre che da acqua, anche da molecole proteiche. E’ estremamente importante avere la giusta dose di proteine da assumere nello sportivo. L’abuso che si fa del termine proteico anche in maniera impropria, è diventato dilagante. Utilizzato e scritto su tantissimi alimenti in maniera non corretta, ma solo per suscitare l’interesse delle persone che devono acquistare quel particolare tipo di alimento, è dovuta al fatto che stiamo vivendo un momento in cui le diete proteiche diventano commercio e quando c’è commercio si utilizzano anche in maniera non propria determinati termini. In tutto questo però esistono dei pericoli se il dosaggio proteico non è corretto ed è esagerato. Esistono dei rischi contrari, cioè che le proteine della dieta, soprattutto nelle persone over 40/50, non siano sufficienti. Quindi è sempre meglio, più che affidarsi ad internet o al sentito dire o al commercio dei supermercati, affidarsi ad un nutrizionista che dosi la giusta quantità proteica della dieta in relazione all’età, lo sport, la disciplina sportiva, gli obiettivi e le patologie.”
Uno dei temi di questa edizione NUTRISPORTS 3.0 da lei personalmente presentato nella seconda giornata, trattava il ruolo del nutrizionista sportivo e della collaborazione tra conciergerie mediche e centri sportivi. In tutto questo qual’è il ruolo della Biossport, l’associazione da lei creata?
“L’obiettivo fondativo dell’associazione Biossport, che riunisce i biologi nutrizionisti dello sport, è quello di tutelare la professione, di uniformare i trattamenti economici con le federazioni delle varie discipline sportive, di organizzare dei corsi formativi ECM, online o in presenza per migliorare la formazione dei colleghi e di organizzare dei convegni come questo, che è stato un momento di incontro e di reciproco scambio di informazioni tra professionisti che seguono varie discipline e testimonial dello sport.
A conclusione dei lavori che cosa possiamo trarre di utile per tutte le persone che praticano attività fisica non agonistica, ma semplicemente per stare bene?
“Una delle cose importanti, a conclusione di questo convegno, che possiamo utilizzare e portare a casa noi professionisti, ma anche chi non svolge attività fisica in maniera agonistica, è che è indissociabile il lavoro che il personal trainer e il preparatore sportivo effettuano con il lavoro che svolge il professionista della nutrizione, rendendo migliore l’allenamento e i risultati fisici e sportivi anche di chi non fa agonismo. La collaborazione tra varie figure sanitarie e non sanitarie dello sport è importante per venire incontro alle necessità anche di chi non fa sport agonistico, per permettere loro di fare la giusta attività fisica, in maniera corretta, abbinandola ad una corretta alimentazione. Perchè se è vero che anche una persona che non fa attività fisica ha bisogno di una corretta alimentazione, è ancora più importante seguire un nutrizionista per chi fa attività fisica sia amatoriale che sportiva, in modo da calcolare l’esigenza alimentare per il proprio dispendio energetico e l’esigenza di essere integrato con vitamine, aminoacidi e acidi grassi essenziali in modo individuale.”
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