Hybris – SINOSSI
Alcuni maldestri esperimenti, intrapresi da un fantomatico Sistema di respiro transnazionale, tentano di piegare le coscienze e ridurle, attraverso uno stato di euforia indotta, a una condizione di obbedienza passiva. Gli strumenti di condizionamento, che giungeranno a risultati inaspettati, sono di volta in volta la somministrazione di una sostanza chimica che rallenta l’attività neurale, una vaccinazione di massa per scongiurare un finto allarme pandemico, l’impianto di un microchip sottocutaneo, fino alla realizzazione di esperimenti su neonati per innestare l’“amandola” o “organo della felicità”: un dispositivo delle dimensioni di una mandorla contenente una rete neurale artificiale in grado di generare un circuito virtuoso di emozioni positive, dotato di un’interfaccia in grado di acquisire e interpretare segnali elettroencefalografici dall’esterno, “consentendo l’intervento tempestivo in caso di malattie o disfunzioni”. Così recita la propaganda governativa del bonario premier Vincenzo Marotta detto Enzo, che scalza il governo creativo ed eccentrico dell’“Imperatore” Elio Cavalieri: entrambi conniventi col fantomatico Sistema nel portare avanti lo sciagurato “Piano per la Gaudia”, grottesca metafora dell’Italia degli ultimi trent’anni. Efficaci strumenti di propaganda saranno i mezzi di informazione, acquiescenti mistificatori della realtà.
BIOGRAFIA DELL’ ARTISTA : MAGGIE S. LORELLI
Dopo la laurea in Lettere all’Università degli Studi di Torino col massimo dei voti e la lode, con una tesi in Storia della Musica, relatore il musicologo Giorgio Pestelli, si laurea brillantemente in Pianoforte al Conservatorio “G. Verdi” di Torino e in Didattica della Musica al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma, svolgendo parallelamente studi di Composizione e Musica Elettronica. Come esperta di Musica classica lavora presso la Ricordi e, come autrice radiofonica, collabora con Radio Tre Rai e Radio Vaticana. Dopo uno stage presso l’agenzia di stampa Adnkronos, è iscritta all’Ordine dei giornalisti e collabora con diverse testate e riviste tra cui “Musica”, la più antica e una delle più prestigiose riviste musicali italiane (Zecchini Editore), “Mediterranea” e “La Voce di New York”. È docente di Pianoforte e Storia della Musica presso un Liceo Musicale e svolge attività concertistica come pianista e in vari ensemble tra cui “Le Musae Ensemble”, formazione da lei fondata, con cui promuove la riscoperta e valorizzazione delle opere di compositrici nella Storia della Musica. È inoltre autrice dei romanzi “The Human Show” (Castelvecchi, 2022) e il recente “HYBRIS” (2024). Attualmente è impegnata nella stesura di un libro dedicato alle compositrici.
INTERVISTA A MAGGIE S. LORELLI
Un’autrice con un ottimo Curriculum personale. Si presenti ai nostri lettori…
“L’interesse sta forse nella poliedricità, è come se vivessi tante vite in una sola. Nella vita quotidiana sono un’insegnante liceale. Ho seguito due percorsi di studio paralleli: quello musicale, dove ho due diplomi al Conservatorio, e quello letterario, mi sono infatti anche laureata in Lettere. Non si contano poi gli anni passati nella Facoltà di Scienze Politiche, che rispondono a un altro mio grande interesse, quello per la storia politica, oltre a studi, per qualche anno assidui, di Composizione e Musica Elettronica, dove sono venuta a contatto con l’applicazione delle Nuove Tecnologie nell’arte”.
Riguardo invece alle sue attività attuali?
“Data la mia spiccata passione per il giornalismo sono poi diventata giornalista pubblicista iscritta all’Albo e scrivo per diverse testate, cartacee e online, come Musica, una delle più prestigiose riviste musicali italiane e La Voce di New York, una voce dall’Italia per gli italiani all’estero. Scrivo inoltre dei libri, che considero delle allegorie sociali. L’ultima uscita, dopo “The Human Show” pubblicato nel 2022 per Castelvecchi, è “HYBRIS” pubblicato con Bertoni Editore. Inoltre non ho mai smesso di suonare il pianoforte: porto avanti da un po’ un progetto al femminile dove eseguo musiche di compositrici di tutte le epoche storiche, raccontandone le storie, molto particolari, in quanto per le donne è stato difficile, nella storia, affermarsi ed emergere in un mondo eminentemente maschile. Tuttora fanno fatica…”.
Come nasce il suo ultimo romanzo e da quali spunti?
“Il libro nasce dalla mia propensione ad osservare da un lato la società e i suoi mutamenti. Il mio terreno di osservazione è l’ultimo trentennio, nel quale si è compiuta un’accelerazione nella “mutazione” umana. Parlo di una sorta di metamorfosi che porta l’uomo ad essere sempre meno legato da una parte alla sua natura biologica e alla sua terra, dall’altra alla sua sfera emotiva. È quindi un ibrido che risulta sempre meno empatico, meno attento al prossimo, assuefatto alla violenza e alla crudeltà e sempre meno incline a comunicare, nel senso più profondo del termine. Si trova quindi ad essere, nel tempo della rete globale, sempre più solo e chiuso nella sua bolla. Hybris è il tentativo titanico e, allo stesso tempo, misero di cambiare lo stato delle cose. Chiunque infatti si ribelli al sistema imperante è destinato a fallire. È un mondo che ci induce ad adeguarci alle convenzioni, ad omologarci ai comportamenti, al linguaggio e, quel che è più grave, al pensiero comune. Non bisogna però smettere, secondo me, di resistere e ribellarsi. Per questo scrivo”.
A che tipo di pubblico si rivolge?
“A un pubblico pensante. A chi abbia voglia di fermarsi un attimo in questa folle corsa cieca che non ha una meta a riflettere sui mutamenti della società. Come si vede durante le presentazioni, i miei libri suscitano sempre un certo dibattito, e i partecipanti chiedono sempre di intervenire, perché parlo di temi che toccano tutti. Parlo a persone che sentano la spinta di dire la loro senza condizionamenti, che non temano quello che io definisco lo Psicopotere del consenso, che ci induce subdolamente a esprimere un parere convenzionale, perché questo ci porta un maggiore consenso, mentre invece spesso abbiamo paura di esprimere un pensiero libero, perché è più che minoritario, è individuale, e potrebbe non essere condiviso o rafforzato da nessuno. Potrebbe inoltre addirittura crearci dei guai. Faccio un esempio. Di questi tempi portare una parola di pace sembra addirittura pericoloso”.
Dove è possibile trovare il suo libro?
“Può essere ordinato in tutte le librerie d’Italia e naturalmente in tutti gli store online”.
A lei, invece, cosa piace leggere?
“Sono una forte lettrice, lo sono stata sin da molto piccola. Sono partita dai classici, che non ho naturalmente finito di leggere, anche perché non basta una vita. Dai classici ho tratto il mio sistema di valori, sui quali impronto i miei comportamenti, e alle mie letture devo ciò che sono. I grandi scrittori sono stati i miei Maestri di vita e di pensiero. Uno su tutti: Saramago, che considero un grande Maestro nell’arte dell’osservazione della società e di come gli uomini possono in un istante derogare al patto sociale e scivolare in una condizione di animalità. Una visione tuttavia sempre benevola e anzi colma di pietas. Ultimamente sto leggendo gli americani. Sono stata molto colpita dalla morte di Paul Auster, di cui ho letto quasi tutto. L’ultimo libro letto è di Philip Roth. Sono stata anche molto ispirata nella mia visione distopica di Philip Dick”.
Progetti futuri?
“un altro romanzo per cui rispetto ai precedenti si prefigura una trilogia in nome della tematica comune che è fondamentalmente la manipolazione di massa e, come dicevo, l’omologazione. Parallelamente sto scrivendo un libro dedicato alle donne nella musica che accompagni e coroni il mio progetto musicale. Continuare nello stesso tempo la mia speculazione giornalistica dedicata, oltre che alla musica, anche alle tematiche sociali e alle relazioni affettive, che in questo tempo hanno qualche problema… Altro grande progetto: i viaggi. Adoro viaggiare per scoprire sempre nuovi luoghi e persone nuove. Ma in particolare paesaggi, arte, atmosfere, cibi nuovi. Non si finisce mai di imparare. Non mi piace fossilizzarmi in una realtà statica. Sono felice solo in movimento, anche mentale”.
Di Manuela Montemezzani