Il ballo dei 100 e non più 100 nasce da una tradizione del Piemonte risorgimentale che vedeva nell’antica Capitale del Ducato di Monferrato,la partecipazione al ballo di metà quaresima di un massimo di 199 persone, a quel tempo scelte fra non più di 100 della Nobiltà e non più di 99 della Borghesia.
Nato nell’800, negli splendidi interni di un gioiello barocco di Casale Monferrato (il palazzo Gozzani di Treville a mezz’ora di autostrada dalla fiera di Milano ) qui si ritrovavano i protagonisti della storia risorgimentale italiana e particolarmente gli ultimi Re di Sardegna e tutti i Re d’Italia, nonché i numerosi principi della Dinastia Sabauda, fatto di cui resta eco nei nomi ancora assegnati alle sale.
Tale tradizione è stata ripresa ai giorni nostri dall’Internazional Commission for Orders of Chivalry, da Famiglie Storiche d’Italia, dal Circolo dei Cento e non più Cento e dall’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore al Pantheon.
I prodromi di questa rivitalizzazione risalgono al 1987, quando il Ballo venne riorganizzato grazie a Maria Loredana e a Pierfelice degli Uberti.
Il 25 maggio ci sarà la serata di gala, il tradizionale ballo della nobiltà europea, giunto ora alla 36 esima edizione.
Pierfelice degli Uberti
Pierfelice degli Uberti è pubblicamente riconosciuto come uno dei massimi esperti mondiali nelle discipline ausiliarie della storia quali l’araldica, i sistemi premiali, il diritto nobiliare.
Queste sue competenze trovano un pubblico riconoscimento con il prestigioso incarico cui è stato eletto, di Presidente della Confédération Internationale de Généalogie et d’Héraldique (Confederazione Internazionale di Genealogia ed Araldica), un incarico che porta lustro anche al nostro Paese, che per la prima volta esprime il massimo rappresentante dell’insigne organismo, e un’occasione per noi di una chiacchierata che ci permetta di meglio far conoscere l’illustre studioso.
Palazzo Gozzani Treville
Palazzo Gozzani Treville, più noto come sede dell’Accademia Filarmonica che si trasferì dal vicino Palazzo Pallavicino-Mossi, è uno dei più prestigiosi esempi di dimora nobiliare settecentesca.
Progettata nei primi decenni del secolo XVIII dall’architetto Giovanni Battista Scapitta, la costruzione viene eretta da Giacomo Zanetti e rimaneggiata alla fine del secolo dal vicentino Ottavio Bertotti Scamozzi, in particolare nel prospetto che conserva il segno inconfondibile dell’architettura neoclassica.
Imponente la facciata leggermente concava, per assecondare l’andamento curvilineo della via; raffinato l’elegante atrio con colonne binate e affreschi che danno l’illusione della realtà; scenografico il bel cortile arricchito di statue, balconate, torrette, fondali con vedute del giardino (c’è anche una meridiana).
Le rampe del grandioso scalone portano al piano nobile.
Sulla volta l’affresco raffigurante l’Allegoria dell’Olimpo (restaurato da Piero Vignoli per conto del Lions Club di Casale) di Pier Francesco Guala che si è avvalso dell’opera del quadraturista bolognese Giovanni Antonio Bettini.
Apprezzabili Il Giudizio di Paride sul soffitto dell’atrio (opera del savonese Giovanni Battista Natali) e gli affreschi del veronese Francesco Lorenzi (con l’aiuto del vicentino Francesco Giudolini) nelle sale verso via Mameli.
L’edificio ospita i concerti dell’Accademia Filarmonica, la cui origine risale al 1827, oltre a corsi, conferenze e serate conviviali dei circoli casalesi.
Marco Pilla.