Chiesa di San Lazzaro
L’associazione culturale “Amici di San Lazzaro” nasce nel marzo 2022 su iniziativa di un gruppo di cittadini del quartiere di San Pietro, per promuovere la conoscenza e la valorizzazione del complesso di San Lazzaro a Pavia, composto dalla Chiesa e dall’antico ospedale annesso.
La Chiesa sorgeva in un’area esterna alle mura di Pavia, a margine del borgo di San Pietro in Verzolo, e lungo la via Francigena, che in questo tratto riprendeva il percorso dell’antica strada romana che collegava Pavia (la romana Ticinum) a Cremona, Piacenza e da lì proseguiva fino a Roma.
La Chiesa venne ricostruita nei primi decenni del XIII secolo in forme romanico lombarde, presenta una facciata a capanna caratterizzata dai contrafforti ai lati e arricchita da bacini ceramici di fattura bizantina e terminante con un loggiato cieco.
La facciata della Chiesa ha un unico portale semplice e leggermente strombato. Il portale è dotato di un arco in mattoni alternati a conci di pietra bianca, al di sopra del quale si apre una trifora, provvista di capitelli di reimpiego risalenti al IX-X secolo.
Internamente la Chiesa si presenta ad aula unica absidata e nel catino dell’abside conserva resti di affreschi databili ai primi decenni del XIII secolo che rappresentavano l’Incoronazione di Cristo e della Vergine. Sono rimaste soltanto alcune parti di questi affreschi romanici di notevole interesse.
Tre finestre strette lasciano entrare la luce per illuminare l’abside.
Tali affreschi non sono le uniche testimonianze pittoriche presenti all’interno della chiesa: nella parete sud vi è un dipinto votivo raffigurante la figura di Cristo di gusto rinascimentale, mentre al 1847 risalgono le targhe affrescate lungo entrambi i muri dell’edificio con iscrizioni riferite ai ministri commendatari dell’ente.
Dalle porte decorate, poste sui fianchi, un tempo si poteva entrare nell’ospedale, nella sacrestia e negli ambienti privati religiosi.
La particolarità di questa Chiesa è di essere stata collegata a uno dei più antichi ospedali di Pavia, a lungo dedicato all’assistenza dei malati e in particolare dei lebbrosi.
La prima notizia certa risale infatti al 1157: in quella data, infatti, l’aristocratico pavese Gislenzone Salimbene, insieme ai figli Siro e Malastreva, donò alla chiesa e al vicino ospedale alcune proprietà fondiarie, assicurandosi così il giuspatronato sull’ente.
Nel 1216 il vescovo di Pavia Folco Scotti concesse all’ospedale uno statuto con il quale venivano stabilite le regole che dovevano rispettare i malati ricoverati.
Galeazzo II Visconti e il figlio Gian Galeazzo accordarono all’ente privilegi e immunità nel 1376 e nel 1383 e lo stesso fecero i papi Martino V nel 1426 e Paolo II nel 1466.
Grazie a questi documenti sappiamo che l’ospedale si era specializzato nell’assistenza ai malati di lebbra, anche se in occasione di alcune epidemie, nella seconda metà del XV secolo, esso dovette ospitare anche gli appestati.
Durante l’assedio del 1524, conclusosi con la battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525, il complesso venne occupato dai mercenari svizzeri al soldo del re di Francia Francesco I e subì profondi danneggiamenti.
Sempre nel corso del XVI secolo, la lebbra perse progressivamente recrudescenza portando l’ente a rivolgere sempre più le sue attenzioni al soccorso degli indigenti, tanto che nel 1560 l’ospedale fu trasformato in ospizio e destinato all’assistenza dei poveri.
Papa Pio IV, nel 1565, elevò la Chiesa e l’ospedale a commenda dell’ordine di San Lazzaro, poi unito, nel 1572, a quello di San Maurizio: San Lazzaro divenne così una commenda del nuovo ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Per un decennio, dal 1571 al 1581, la chiesa fu eretta a parrocchia, ma per volere del vescovo Ippolito de’ Rossi essa fu soppressa e unita a quella di San Pietro in Verzolo.
Nel 1854 la commenda venne cassata e fu alienata a privati.