Tecnicamente parlando, si parla molto dei nuovi sistemi di fabbricazione civile ed industriale. Ultima, solo in senso di tempo di costruzione, la scuola edificata in Ucraina, zona attualmente di guerra. Ma la particolarità del manufatto è che è stato progettato, assemblato ed eretto tramite una “stampante” 3D. Avete letto bene. Una scuola costruita in poche ore grazie alla 3D. Dalle pareti, al tetto, dagli scaffali ai banchi e sgabelli. Tutto in 3D. Tutto a norma. Tutto antisismico, purtroppo ancora non antibombe. La costruzione, adibita a scuola, sarà affiancata da nuovi uffici, e, probabilmente, nuove abitazioni, molto presto. Negli USA, invece, già abitate, villette a due o tre piani, sempre progettate e precostruite in 3D. Chi ha acquistato, ha scelto tipologia di alloggio, arredamento, posizionamento e quant’altro, creandosi a propria misura, l’abitazione. Ed ora quello che, per me, risulta essere il tasto dolente, molto importante, di questa evoluzione. Il lato umano. Per erigere una palazzina di quattro appartamenti, di ca 90mq cad, arredati, a norma, con una stampante 3D, comporta, più o meno 400 ore di lavoro (equivalenti a 10 settimane), senza problemi di mancanza di materiale, macchinari, accessori, e via così. Il materiale è leggero ed impiega in totale, meno di una dozzina di tecnici. Tecnici, appunto. La manodopera di base, non è più richiesta. Non servono muratori, carpentieri, fabbri, nessun tipo di operatore. Anche gli impianti vengono assemblati in 3D. In poche parole, riduzione drastica di personale. Questo porterà ad ulteriore perdita dei posti di lavoro. Basteranno poche persone per programmare stampante ed assemblaggio. Non ci sarà nemmeno bisogno di preparare in modo particolare terreni e strade, visto che, la stampante, provvederà ad adattare la costruzione. Certo, attualmente pochi possono permettersi un’abitazione di questo tipo, ma, tanti, resteranno a casa, senza lavoro. E, probabilmente, in un futuro, ormai prossimo, abiteremo tutti i città costruite con questi sistemi. In cuor mio, spero più tardi possibile.
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