SINOSSI DELL’ OPERA
Sono trascorsi due mesi da quando Perla, quarantenne giornalista campana residente da anni nella
capitale, ha perso la madre sessantenne che ancora risiedeva a Napoli.
La morte dell’unico genitore che l’ha amorevolmente cresciuta in una società perbenista e
maldicente è solo l’ultimo dei tanti dolori sopportati: esso si aggiunge a quello per un padre mai
conosciuto, un compagno che l’ha abbandonata davanti al prospetto di avere un figlio e un figlio
mai nato, perso in aborto spontaneo.
Dalla depressione altalenante la salva l’amica di sempre Maria, pronta a offrirle una alternativa
alle giornate in solitudine in compagnia solo di brutti ricordi e psicofarmaci.
Questa volta l’alternativa è un viaggio all’estero con le amiche, nel Barhein, piccolo stato-arcipelago del Golfo Persico e popolare meta del Medio Oriente.
Partono in cinque. Ognuna custodisce un personale fardello psicologico: Maria, che ha vinto il
cancro, ha perso contro una famiglia che non ne accetta l’omosessualità; Sofia è diventata madre
a soli sedici anni; Carla è madre separata incapace di crescere un figlio, affidato al padre; Luisa è
la snob del gruppo, orfana di un padre suicida che la obbligava a studiare musica contro la sua
volontà.
Una vacanza che doveva solo alleggerire la psiche provata di Perla si rivela invece rivoluzionaria:
la donna incontra Daniele in vacanza con la sorella Adele, e i due si piacciono. Complice è una
escursione su un isolotto di pescatori di ostriche di perle: Adele ne vorrebbe l’esclusiva per il
commercio in Europa, Daniele e Perla, invece, ne capiscono l’importanza per la realtà locale, e
appoggiano l’iniziativa ambientalista di una anziana coppia inglese, i signori Smith.
Quindici giorni di vacanza bastano ad Adele per abbandonare il progetto lucroso, a Daniele e Perla
per innamorarsi. Manterranno i contatti anche al rientro, al telefono.
L’invito a Barcellona per il matrimonio della figlia di Sofia sarà per loro due, occasione di un
nuovo incontro. Ma davanti alla proposta di matrimonio di Daniele, si riaprono vecchie ferite e
Perla rifiuta, fuggendo. Partendo da questo principale piano temporale si inseriscono lunghe
analessi sul passato, prossimo e remoto, di Perla e degli altri personaggi, e si snoda la struttura
fortemente a intreccio.
Quando il notaio del paese reclama la presenza per la lettura del testamento di sua madre, il luogo
dove è nata e vissuta diventa una discriminante dove verranno proiettati i problemi del passato e a
cui verranno affidati i sogni e speranze del futuro. È il ritorno nella casa materna, l’apertura di uno
scrigno di latta che le consegnerà zia Lizzy e l’incontro casuale con un’anziana del posto a
restituirle quelle verità per troppo tempo taciute e la sua identità di donna e di figlia.
La conclusione, a sorpresa, chiude il cerchio della trama e del monile, che si ricompone delle sue
perle e motiva la scelta del titolo.
Rita Di Costanzo
BIOGRAFIA DELL ‘ AUTRICE
Rita Di Costanzo, nasce e vive a Santa Maria Capua Vetere (CE), città campana
rinomata per il suo Anfiteatro.
Avvocato, scrittrice, aforista, amante degli animali, nutre una profonda passione per la
lettura e la scrittura. Creatrice e amministratrice di una pagina facebook
(https://www.facebook.com/iosonomeravigliosamentedonna) seguita da migliaia di
followers, si definisce una spacciatrice di parole. Tiene corsi di scrittura emotiva e si
occupa di articoli e recensioni di libri. “Il filo di perle – fra tradizioni e rinascite” edito
Edizioni del Faro è il suo primo romanzo
INTERVISTA ALL ‘ AUTRICE
Da dove nasce questa storia?
Ho iniziato a scrivere “Il filo di perle” dopo la morte improvvisa di mia madre. Avvocato e madre di due figli, non mi era consentito fermarmi a piangermi addosso, nonostante il grande vuoto che lei aveva lasciato. Ma il dolore in qualche modo va sempre attraversato. Quando nell’ostrica entra un granello di sabbia, reagisce trasformando il suo dolore in una perla. La perla è dunque il risultato di una ferita cicatrizzata. Io ho attraversato il mio dolore scrivendo e l’ho trasformato in un romanzo. ” Il filo di perle” mi ha quindi aiutato a metabolizzare il pesante lutto di mia madre, permettendomi anche di guarire da vecchie ferite. Scrivendo il mio romanzo ho potuto, in intimità, attraversare il tunnel del dolore e ritrovare quella luce che salva. Perché noi siamo sì il tunnel, ma siamo anche la nostra stessa via d’uscita. Sempre.
Vite attuali, problemi familiari, d’amore, sono ancora d’interesse per poter portare il lettore a leggere?
Il lettore ha bisogno di riconoscersi in quello che legge, un collegamento immediato con un evento, uno stato d’animo che sta vivendo o che ha vissuto. Dejavù letterari, a conferma che, in fondo, noi esseri umani non siamo poi così diversi.
Da dove sono nati i personaggi?
Il romanzo è popolato da personaggi reali che fanno parte della mia vita, che l’hanno incrociata e, in alcuni casi, solo sfiorato.
Tuttavia, mentre scrivevo, comparivano nuove figure di pura fantasia, che si intrufolavano nella storia creando scompiglio o mettendo ordine.
Impossibile per me non dare loro voce.
A che pubblico si vuole rivolgere?
Il filo di perle tocca varie tematiche molto interessanti: la discriminazione femminile, la depressione, la solidarietà tra donne, l’amore tossico, il rapporto madre figlia, le bugie.
Per quanto possa sembrare destinato a un pubblico femminile, è molto apprezzato anche dagli uomini.
Unico bagaglio richiesto: l’empatia.
Come invogliare i giovani alla lettura?
Un anno fa quattro ventenni hanno spento i telefoni e aperto i libri spinti dalla necessità di ritrovare tempo per sè stessi, mettere in pausa la frenesia di New York, condividere il piacere slow della lettura con i compagni più intimi. La prima lettura di gruppo si è svolta sul tetto del loro appartamento di Brooklyn, dove avevano invitati un po’ di amici; l’evento ha riscosso molto successo e dopo un paio di mesi le persone sono diventate duecento e oggi si riuniscono abitualmente .
Ecco, penso che iniziative del genere vadano emulate.
Dove possiamo trovare il libro?
In ogni libreria fisica e online, sul sito dell’editore e anche su Amazon sia in formato cartaceo che eBook.
Progetti Futuri?
Il sequel della storia di Perla è già nel cassetto , ma prima di esso avrà luce un altro romanzo che tratterà un tema delicato almeno quanto la depressione.
Incrocio le dita.
Di Manuela Montemezzani