LiberaMente

1924/2024 11 MARZO CENTENARIO DELLA NASCITA DI FRANCO BASAGLIA

Breve biografia e accenno alle opere di uno psichiatra rivoluzionario spesso frainteso

Nato a Venezia nel 1924, diventò docente di psichiatra alla facoltà di Padova. Nel 1961 assume la direzione dell’ospedale psichiatrico di Gorizia, in cui attua i suoi metodi innovativi suscitando notevole interesse ma anche scalpore. Al riguardo consiglierei di vedere la trasmissione (in bianco e nero) di Sergio Zavoli (la trovate su RAI play) I giardini di Abele per Tv 7, trasmessa il 31 dicembre 1968. Dopo l’esperienza di Gorizia, Basaglia si trasferì a Cologno (Parma) dove diresse l’ospedale.

Nell’agosto del 1971 diventò direttore dell’ospedale psichiatrico di Trieste. Nel corso della decade trascorsa Trieste, risulta impossibile anche solo sintetizzare le numerose iniziative intraprese, tra cui la fondazione di psichiatria democratica. Citerò solamente quella più eclatante e in qualche modo ancor oggi presente: Marco Cavallo. All’epoca, l’ospedale psichiatrico si serviva di un cavallo per trainare il carretto contenente la spazzatura e i capi da portare in lavanderia. Data l’anziana età, il cavallo di nome Marco, era stato destinato al macello, suscitando reazioni contrarie nei pazienti. Nel 1973 venne creato Marco Cavallo, un’opera mastodontica (alta circa 4 m) di legno e cartapesta alloggiata all’interno dell’ospedale. Essa simbolizzava la condizione dei pazienti psichiatrici, i quali non potevano uscire dal manicomio. Successivamente Marco Cavallo sarà portato al di fuori della struttura girando l’Italia (presentata all’Expo di Milano 2015) e il mondo.

Dopo l’approvazione della legge180, Franco Basaglia dichiarò la chiusura dell’ospedale psichiatrico di Trieste. Gli fu affidata la direzione dei servizi psichiatrici della Regione Lazio, morirà prima di poter applicare tutta la sua abnegazione a questo nuovo incarico il 29 agosto 1980.

Scrivere riguardo all’influenza delle idee e della pratica esercitate da Franco Basaglia va oltre le possibilità di questa breve rubrica. Molti lo hanno ritenuto un genio, altri una persona strampalata, non molto diversa dai “suoi pazienti”. Ricordo come il suo fondamentale punto di partenza fu di ridare dignità umana ai pazzi. Oggi essi vengono chiamati malati di mente o persone affette da deficit cognitivi. Fino agli anni ’60 essi erano praticamente prigionieri dei manicomi e privati dei diritti civili. Basaglia comprese che prima di poter curare le persone bisognava reintrodurle nella società. Molti associano Basaglia alla corrente dell’antipsichiatra, ma questa attribuzione risulta scorretta. Egli non si è mai definito un’antipsichiatra, era fortemente contrario alle teorie psichiatriche della sua epoca. Esse sostenevano che i pazienti dovessero essere allontanati dai centri cittadini, sostanzialmente imprigionati e trattati con metodi disumani. La riforma di Basaglia inizierà proprio dal concetto di deistituzionalizzazione. Parola lunga che vuol semplicemente indicare come una persona che vive decenni in un istituo soffre delle conseguenze provocate da questa condizione sociale. Per Basaglia il primo passo da compiere, prima di qualsiasi ipotesi curativa consiste nell’abolire queste strutture definite totalitarie e paragonate ai lager nazisti. Accostare il manicomio al lager ha suscitato perplessità e forti polemiche, ma nei lager la dignità umana veniva negata e calpestata, altrettanto accadeva nei manicomi. Queste teorie diedero inizio a quel movimento sociale che travalicherà l’ambito medico e sarà chiamato riforma psichiatrica. Molti hanno detto che Basaglia si era avvalso dei progressi ottenuti dagli psicofarmaci. Ciò è vero, ma egli ha sempre sostenuto l’introduzione della psicologia, la dignità dei pazienti, il trattamento umano e l’ergoterapia. È ovvio che senza un lavoro, chi all’epoca era definito “matto” non avrebbe mai potuto reinserirsi appieno nella società. Riguardo quest’ultimo tema, consiglio la visione del film Si può fare del 2008 diretto da Giulio Manfredonia con protagonista Claudio Bisio ispirato alla riforma psichiatrica.

Basaglia è stato spesso etichettato come comunista, forse perché alcuni suoi riferimenti teorici (Erving Goffamn, Michel Foucault e Frantz Fanon) diventeranno bandiere della sinistra. La sua riforma è stata appoggiata da vari partiti politici. Preciso che probabilmente egli non è stato un duro e puro, in quanto utilizzò la fondamentale collaborazione offerta del democristiano Michele Zanetti, presidente della Provincia di Trieste dal 1970 al 1977, il quale fornì pieno appoggio allo psichiatra veneziano. Solo a titolo di esempio, ricordo che a Zanetti fu indirizzata la lettera per evitare il macello del cavallo Marco.

La riforma psichiatrica non è stata realizzata in Italia. I motivi sono molteplici, ricorso solamente che i servizi di rete territoriali previsti da Basaglia hanno costi ben inferiori rispetto alla gestione dei manicomi o dei reparti psichiatrici. Può sembrare incredibile al giorno d’oggi, in cui per una visita specialistica si attendono mesi, ma anni fa, Franco Basaglia aveva concepito servizi psichiatrici aperti 24 h, in modo che se una persona necessitava di intervento avrebbe potuto recarsi immediatamente ottenendo risposta. La chiusura dei manicomi è stata lunga e difficile. Basaglia avrebbe condiviso le parole dell’allora Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano: “Gli ospedali pschiachiatrico giudiziari sono inconcepibili in qualsiasi Paese appena civile” (2011).

Gli O.P.G (ospedali psichiatrico giudiziari) sono stati chiusi definitivamente il 31 marzo 2013, solo undici anni fa, quarantasette anni dopo la legge 180/78.

Franco Basaglia è stato speciale nella vita così come nella morte. Egli giace nel cimitero di San Michele a Venezia, luogo singolare in quanto è un isolotto in cui sono presenti altri cinquanta defunti illustri tra cui Igor Fedorovic Stravinskjy e Josip Brodsky (premio Nobel per la letteratura nel 1986).

Chi desidera porre quesiti od esprimere osservazioni può scrivere al seguente indirizzo email: liberamenteeco@gmail.com

 

 

Lascia un commento