Attualità

8 marzo festa della donna. Ma che festa è!

Arriva l’8 marzo. Ricorrenza importante di un fatto di cronaca, che ha visto, purtroppo, coinvolte alcune donne, nel mondo del lavoro. C’è chi, questa giornata, la chiama “festa”. Ma festa di che? Ho avuto occasione di approfondire alcuni argomenti. Per farlo, mi sono avvalso di tre donne fantastiche (inteso come vere artefici di azioni importanti verso tutte le altre pari sesso), accomunate da un progetto importante : far capire al mondo che pari opportunità e prevenzione esistono, si deve, però,  metterle in pratica. Elisabetta Franzoia, responsabile Pari Opportunità e Violenza di genere della regione Liguria, madre, moglie, ed impegnata in un mondo lavorativo che ti pressa ogni giorno, mi ha ampliato il concetto. Pari opportunità non vuol dire mettere una donna nel gruppo di comando, solo perché, da pochi anni, la politica ha deciso per le quote rosa (anche questa del colore, lascia sensazioni errate), ma vuol dire mettere sullo stesso piano i due sessi. Mi ha fatto notare che, quando una donna,soprattutto se di bella presenza, viene impiegata nella suddetta quota, la mentalità attuale, spinge a supporre che la stessa figura, sia scesa a compromessi per avere il posto, oppure che sia la solita ochetta, messa lì per fare numero, però, Nessuno, si pone lo stesso quesito per gli uomini. Pari opportunità vuol dire dare fiducia ed incarichi, in egual misura, ai due sessi. Ma questo succede in ogni campo. Nel lavoro, a casa, per strada. Spiegatemi perché, una donna non sa guidare bene come un uomo “a prescindere”. E guidare non è solo al volante. Prendere decisioni importanti. In fondo, la donna, ci porta in grembo per 9 mesi. Non vi viene in mente che, probabilmente, sia più in gamba di noi maschietti, che abbiamo spesso solo due cose in testa, lo sport e…..Elisabetta chiarisce che, purtroppo, nella violenza, anche solo psicologica, non serve solo una denuncia. Si deve mettere in condizione la donna a poter vivere dignitosamente, in una casa indipendente, con un lavoro ed una vita propria, lontana dalla violenza, tutelata dallo stato, aiutata nell’avere figli. Quando la violenza sfocia in tragedia, lascia una scia di tristezza e di verità gravissime.

 

 

 

Nelle foto in alto in ordine : Elisabetta Franzoia, Saba Wesser,  Monica Lampugnani.
Saba Wesser ha un bagaglio di esperienza a 360°, sia in Italia che all’estero. Attualmente attiva come consulente, coach motivazionale. Formatrice, è specializzata in corsi, soprattutto quelli che aiutano le donne ad esprimere la propria forza interiore, attraverso percorsi di autostima e consapevolezza. Saba, durante i corsi, accompagna le donne a riscoprire la propria forza, a valorizzarsi. Fornisce, inoltre, gli strumenti necessari, per affrontare le sfide della vita, con grinta e determinazione. Promuove i valori sociali, ispirando le donne ad agire ed interagire, costruendo le fondamenta per amare se stesse, sentirsi più sicure e credere nelle proprie capacità. Lei stessa, ha infatti vissuto sulla propria pelle, episodi di violenza ed aggressioni. Da queste esperienze, ha trovato il modo di reagire, riemergere, ricostruirsi e portare avanti i suoi obiettivi, ed ora, trasmette tutto questo, alle donne, soprattutto quelle che credono di essere più deboli. Oggi Saba, fa parte del Nucleo Ispettori Ambientali di Polizia Rurale, con scopo di salvaguardare flora e fauna del territorio.
Monica Lampugnani, Sanità Ligure e non solo. Il suo campo è incentivare le donne a mantenersi sane. Non fraintendetemi. Sane non vuol dire raffreddori o influenza. Sane vuol essere un incentivo a vivere la propria vita, volendosi bene, mantenendo il proprio corpo sano, da malattie che potrebbero rivelarsi fatali. Mantenersi Sane nei rapporti col partner e con visite specialistiche periodiche, che potrebbero portare a scoprire tumori di vario genere. Volersi bene nella vita sociale, nel rapporto con i figli, con la famiglia, con gli amici. Monica sembra una donna tranquilla, ma ha una carica propositiva che riesce a trasmettere a chi le sta intorno, incentivandone la voglia di vita. È molto attiva sui social. Avvisa chi la segue, delle novità nelle cure, nel rivolgersi a specialisti e psicologi. Mette a proprio agio, tranquillizzando chi ha subito violenze psichiche. Ti fa sorridere. Ti aiuta nel superare momenti di crisi. Ti consiglia. Praticamente è la coscienza.
Dalle tre intervistate, si può desumere una cosa veramente importante. La donna deve riconsiderare il proprio io e volersi bene. Pensare a sé stessa, amandosi. Deve ritrovare la forza di reagire e non arrendersi mai. La donna deve credere che non è e non sarà mai sola. Elisabetta, Saba, Monica, e tante altre, portano avanti con entusiasmo un credo. Non lasciamo che il vento diradi le parole. Otteniamo i

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