È appena terminata la visita nel carcere di Monza da parte del Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Donato Capece, accompagnato dai quadri sindacali della Lombardia guidati dal segretario nazionale Franco Di Dio, dal segretario regionale Alfonso Greco e dai dirigenti Nico Tozzi, Giampaolo Lorenzo Pasquale Pacchione e Francesco Grimolizzi
“La Casa circondariale di Monza è una vera e propria città nella città, che ospita sistematicamente oltre settecento dieci detenuti rispetto ai circa quattrocento posti letto regolamentari ed in cui sono in servizio nelle sezioni detentive, nelle 24 ore, e nel Nucleo Traduzioni e Piantonamento circa 280 Agenti, quando la forza prevista della Polizia Penitenziaria ne prevede quasi quaranta in più”, spiega Capece. “Metà dell’istituto è interessato da una vigilanza dinamica e regge solamente grazie ai poliziotti in servizio, che sono pure significativamente sotto organico, e che fanno fronte alle quotidiane necessità”, spiegano i sindacalisti.
“Alle oggettive difficoltà operative quali, ad esempio, infiltrazioni d’acqua ed il ricorso alla “terza branda” nelle celle, fa si pone rimedio con una gestione oculata del personale di Polizia che sopperisce con abnegazione e professionalità davvero encomiabili”, evidenzia Capece, per il quale “il penitenziario di Monza, con un adeguamento aumento di organico della Polizia Penitenziaria, potrebbe fare ancora molto di più, anche in termini di benessere psico-fisico del personale”.
La delegazione ha quindi incontrato il direttore del carcere, Cosima Buccoliero, ed ha già chiesto al Provveditore regionale Maria Milano d’Aragona un incontro “per affrontare i temi che sono prioritari per Monza e tutta la regione, ovvero la gestione dei detenuti che sono anche malati psichiatrici, la riorganizzazione degli istituti della Lombardia e la media sicurezza, l’impennata di eventi critici. Ma chiediamo anche l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la Polizia Penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”. “Oggi stesso chiederò al Provveditore penitenziario lombardo ed al Dirigente del Personale del DAP Massimo Parisi di aprire un tavolo di confronto sulle criticità di Monza e della Lombardia tutta perché la situazione è inaccettabile e intollerabile”.